Capitolo 17.

1.4K 32 1
                                    

La mattina del sabato, Yemaly decise che avrei dovuto iniziare a spendere i soldi dell'enorme busta paga che mi davano per comprare qualcosa.

«Non ho una busta paga enorme» ripetei per la centesima volta quando iniziammo a percorrere la via principale di Los Angeles, alla ricerca di negozi carini dove poter prendere qualcosa.

«No, per carità. Guadagni solo il mio stipendio di tre mesi in uno» scosse la testa ironicamente ed io roteai gli occhi.

«Smettila» sbuffai, «ti serve qualcosa?» le chiesi, guardando i negozi.

«No, ma i vestiti non sono mai abbastanza» mi prese a braccetto, «tu dovresti seriamente buttare tutto quello che hai nell'armadio.»

«Grazie, sempre gentile nei miei confronti» sospirai.

«Altrimenti a cosa servo?» allargò il braccio non incastrato nel mio. «Entriamo qui» mi spinse in un negozio. Dopo circa un'ora uscimmo di lì con due buste piene di jeans e maglie, per la quotidianità dato che comunque in ospedale indossavo la divisa.

«Lunedì è il compleanno del dottor Styles e gli hanno organizzato una festa a sorpresa e non ho la più pallida idea di cosa mettere» dissi a Yemaly e osservai dalla vetrina una borsa della Michael Kors rosa stupenda, «ti piace?» la indicai.

«È molto bella, prendila così la uso anche io» sorrise ed io alzai gli occhi al cielo divertita, «comunque, quanti anni compie?» entrammo nel negozio e ci girammo attorno per vedere cosa ci fosse.

«Non ne ho idea, non lo sa nessuno» scossi la testa e osservai una borsa nera a tracolla anche molto carina, semplice.

«Prendi anche questa» la indicò e me la porse.

«Non guadagno diecimila dollari al mese» le ricordai.

«Quasi» borbottò e me la spinse contro il petto, «prendila e non fare storie, il tuo armadio chiede pietà» sbuffò.

«Grazie» commentai, «comunque, pensi che dovrei mettere qualcosa di particolare? È alla fine del turno, verso le nove di sera» spiegai e lei mi porse anche una borsa blu, che però posai dato che non mi piaceva.

«Direi!» mi guardò male. «Come avresti intenzione di andare? Con la divisa?»

«Te ne sto parlando apposta, smetti di essere così antipatica» borbottai.

«Tieni» mi porse la borsa rosa che avevo visto dalla vetrina.

«Non prenderle, le prendono dal magazzino. Queste sono da esposizione» le spiegai.

«Comunque, non abbiamo finito con lo shopping tesoro, quindi prendiamo anche qualche vestito più elegante» mi sorrise.

«E qualche tuta» mormorai, «ti piacciono?» indicai un paio di occhiali da sole blu scuro e lei annuì, porgendomi anche quelli.

«Cosa devi fare con le tute?» sbuffò.

«Ci devo stare per casa» la guardai male. Yemaly indossava i tacchi anche in casa a momenti.

«Non ci sei mai a casa» mi ricordò.

«Prima o poi ci starò» scossi le spalle e appoggiai le due borse con gli occhiali in cassa. Dopo aver pagato una quantità abnorme di soldi per far zittire Yemaly, entrammo nel negozio dell'Adidas e acquistai tre tute, due nere e una bianca, di cui due con la felpa normale e l'altra con la felpa corta fino a metà pancia per zittire nuovamente Yemaly e i suoi commenti rudi.

«Ora sei contenta? Posso non sentire i tuoi commenti alla Emma per qualche giorno?» sospirai.

«Non faccio commenti come tua madre» mi prese sottobraccio.

Amethyst | H.S. #wattys2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora