Il giorno dopo arrivai in ospedale leggermente in ritardo dato che Yemaly mi aveva accompagnata con l'auto e c'era un traffico pazzesco. Bella Los Angeles.
Fortuna volle che nessuno se ne accorse e che Harry stava operando quindi non ci accolse con la sua solita euforia e gioia.
Indossai la divina in fretta e furia e iniziai in giro di visite mattutino con Ava, mentre di Connor non si vedeva nemmeno l'ombra. Probabilmente era stato bloccato da qualche paziente e i loro soliti discorsi infiniti.
Appena finimmo uscimmo in corridoio e mentre Ava andò a gettare i guanti monouso, aggiornai le cartelle dei pazienti sul tablet.
«Wilson, devi venire con me subito!» sentii dire da fondo al corridoio. Mi voltai confusa, non capendo il perché il dottor Green mi stesse cercando in quel modo e mi avvicinai subito.
«Cosa succede?» chiesi, aggrottando le sopracciglia.
«Harry sta urlando in sala operatoria e non riesco a zittirlo. Per favore, scendi con me e prova a calmarlo tu perché sta esagerando davvero troppo questa volta» mi guardò serio.
«Andiamo», annuii e lo seguii al piano terra, «cos'è successo?» gli chiesi mentre camminavamo velocemente.
«Non ho capito, lo sento solo urlare» sospirò e appena arrivammo a piano terra sentii la sua voce da fondo al corridoio farsi spazio tra le mura. «Vai, sala cinque» mi disse.
Aprii le porte che separavano le sale operatorie dalla sala d'attesa e lo vidi nel corridoio mentre faceva avanti e dietro e urlava contro tre specializzandi. Spostai lo sguardo verso destra e vidi alcuni infermieri guardarlo spaventati.
«Siete degli incompetenti! Dove cazzo vi siete laureati, eh? Chi vi ha dato la laurea, un orangotango!» urlò fuori di sé ed evitai di ridere per il paragone. Mi schiarii la voce e immediatamente tutti gli occhi furono su di me, ma io guardavo solo lui.
«Hai chiamato i rinforzi?» urlò contro il dottor Green alle mie spalle.
«Perché sei così arrabbiato, cos'è successo?» gli chiesi con calma, provando a non farlo arrabbiare ancora di più.
«Ecco, allora chiediamolo alla dottoressa Wilson se ho ragione io o voi tre deficienti incompetenti!» urlò contro i tre ragazzi. «Se devi fare una gastroscopia quale tubo usi?» mi chiese.
«Che tipo di gastroscopia?» domandai e subito vidi i suoi occhi illuminarsi.
«ECCO!» urlò guardando loro e mi indicò con la mano. «Vedete perché siete incompetenti? Non sono io quello che esagera, siete voi raccomandati del cazzo. Amethyst vieni» mi guardò serio ed io mi avvicinai, nonostante non mi piacesse il tono che stesse usando.
«Quel tubo usi per la gastroscopia trans-nasale?» mi mostrò tre tubicini. Indicai quello di diametro inferiore e lui sospirò. «Appunto. SPARITE E NON VI FATE PIU' VEDERE!» urlò ai tre e subito uscirono dalla sala operatoria.
«Andiamo» sussurrai e lo tirai verso l'uscita, non fregandomene un bel niente che tutti ci stessero guardando.
Senza dire una parola, lo condussi nel suo ufficio e quando chiusi la porta alle mie spalle lo vidi chiudere gli occhi e fare avanti e dietro nella stanza.
«Hei, perché ti sei arrabbiato in quel modo? Cos'hanno fatto?» gli afferrai la mano e lo fermai dato che mi stava facendo girare gli occhi.
«Pensi sia normale che hanno fatto una gastroscopia trans-nasale con un tubicino del diametro di una gastroscopia normale?!» esclamò. «Sai qual è stato il risultato?»
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Amethyst | H.S. #wattys2022
Literatura FemininaAmethyst Wilson vive a Los Angeles in un appartamento che condivide con la sua migliore amica Yemaly da più di sei anni, da quando lei si è iscritta alla facoltà di medicina e Yemaly a quella di economia. Amethyst sogna di diventare un chirurgo di f...