Capitolo 88.

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Harry's POV

«Sono un po' nervosa» mi disse e vidi la sua mano allungarsi per stringere la mia.

«Ti adorano già, non possono non amarti ancora di più appena ti conosceranno» le baciai le nocche e lei mi sorrise teneramente.

«E se li deludo?» domandò.

«Non deluderai nessuno, Thys. Sei perfetta» mormorai, «e poi chi cazzo se ne frega dell'opinione altrui? Se non gli piaci ci alziamo e ce ne andiamo» sbuffai.

«Smettila e comportati bene» mi schiaffeggiò il petto con la mano libera.

«Non ti prometto nulla, soprattutto se mio cugino piccolo inizia a rompere i coglioni che vuole giocare a calcio» sospirai pesantemente.

«Non ti piacciono i bambini?» si appoggiò con la tempia alla mia spalla.

«Adoro i bambini educati» precisai, «e lui non lo è» scossi la testa.

«Poveri tuoi figli» ridacchiò e chiuse gli occhi.

«Loro saranno educati» sorrisi e le circondai le spalle con il braccio per averla più vicina. Le stampai un bacio sulla testa e chiusi gli occhi per bearmi cinque secondi della calma che solo lei era capace di darmi.

«Andiamo?» sussurrò ed io aprii gli occhi.

«Se insisti» sbuffai e avanzai verso il cancello del giardino, tenendola sempre stretta a me per non esplodere non appena qualcuno mi avrebbe fatto innervosire. «Alle nove ce ne andiamo.»

«Harry, sono le otto e venti» rise.

«Dici che le nove è troppo tardi? Otto e mezza?» sorrisi e la guardai.

«Appena finiamo di mangiare» disse.

«Quindi tra tre giorni» ironizzai, seppur con una punta di verità conoscendo mia madre e mia nonna.

«HARRY! HARRY!» appena sentii quella voce mi voltai verso destra e vidi mia cugina correre nella mia direzione.

«Ciao, principessa» la afferrai non appena si slanciò tra le mie braccia e la tenni salda contro il mio petto.

«Mi sei mancato» avvolse le sue braccine attorno al mio collo e mi strinse forte, «lei chi è? La tua fidanzatina?» sorrise a Thys.

«Lei è Thys» non le dissi il nome intero perché ero consapevole di quanto fosse complicato pronunciarlo per una bambina di cinque anni.

«Ciao, tesoro come ti chiami?» Thys le accarezzò i capelli dolcemente.

«Soledad, ma tutti mi chiamano Sole» mormorò leggermente imbarazzata, «il mio fidanzatino mi chiama Sun» rise leggermente quando iniziai a farle il solletico.

«Hai un fidanzatino? Da quando?» la misi con i piedi per terra e continuai a solleticarle i fianchi, facendola ridere.

«Smettila, ti pre-go» disse tra una risata e l'altra, «aiu-tam-i» guardò Thys. Immediatamente le afferrò la mano e iniziarono a correre lungo il marciapiede, voltandosi a guardarmi con il sorriso sulle labbra. Mentre Thys correva, però, non si rese conto che mio cugino fosse sbucato dal nulla e nel correre verso di lei era andato a scontrarsi contro le sue gambe. Thys si fermò immediatamente e in un'azione veloce lo afferrò per la schiena poco prima che cadesse con la testa per terra.

«Piccolo, ti sei fatto male? Stai bene?» si abbassò alla sua altezza ed io la raggiunsi immediatamente.

«Marcus è ok» disse in terza persona e poi si voltò a guardarmi, «HARRY! GIOCHIAMO A CALCIO?» corse verso di me ed io alzai gli occhi al cielo.

Amethyst | H.S. #wattys2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora