Capitolo 65.

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Appena varcammo la soglia della sua stanza, Harry mi afferrò per le braccia e mi fece urtare con la schiena contro la porta, chiudendola. Le sue mani non mi lasciavano nemmeno un secondo, finalmente ero riuscita a farmi sfiorare senza doverlo pregare o chiedergli di farlo.

Aveva solo bisogno di essere ascoltato. Aveva bisogno di me, di conforto e che qualcuno gli dicesse che sarebbe andato tutto bene.

Finalmente capivo tutto e non riuscivo a credere che avesse passato tutto ciò, che quello sguardo duro e quella profonda ruga sulla fronte fossero stati causati da una ragazza cattiva e manipolatrice.

Volevo saperne di più, ma decisi di lasciare che il tempo facesse il suo corso e che Harry si aprisse lentamente e volontariamente, senza sentirsi costretto da me.

Afferrai il suo collo con le mani e accarezzai la sua pelle calda, lasciando che le mie mani vagassero sul suo petto mentre le nostre lingue continuavano a scontrarsi. Le sue mani scesero al bottone dei miei jeans, tentennando. Il suo pollice giocava con il bottone, mentre le restanti dita erano a contatto con la mia pancia, dentro al jeans. Aprii gli occhi e fissai i suoi, dandogli implicitamente il consenso. Li sbottonò e li fece scorrere lungo le mie gambe.

Per un momento ripercorsi alla mente tutti i difetti che mia madre precisava ogni qual volta mi vedesse senza pantaloni, ma dal suo sguardo sul mio corpo semi-nudo capii che non avevo nulla da preoccuparmi.

«Sei perfetta» mormorò, «smetti di pensare» mi spostò i capelli dal collo, scoprendolo e posandoci una decina di baci umidi.

«Non sto pensando» sussurrai e infilai la mano nei suoi capelli, tirandoli.

«Si, stai pensando. Sento il rumore dei tuoi neuroni da qui» sorrise e morse un lembo di pelle sul mio collo. Sbuffai mentalmente, stanca del suo prendersi gioco di me e allungai le mani al laccio dei suoi pantaloni per scioglierlo. «Non mi chiedi il permesso?» sussurrò al mio orecchio, sfiorando la pelle sensibile laterale al seno.

«Non mi pare che ti stia opponendo» sorrisi e glielo sciolsi, abbassando i pantaloni lungo le sue gambe.

«Dovrebbero ricoverarmi se mi opponessi a te» sorrise e mi condusse verso il letto, camminando all'indietro. Lo spinsi per le spalle e mi sedetti a cavalcioni su di lui, mostrando una sicurezza mai sentita prima. Per la prima volta nella mia vita sentivo di avere il controllo della situazione, sentivo di poter fare qualsiasi cosa volessi ed era una sensazione meravigliosa.

Mi avvicinai a lui facendo scontrare i nostri petti e sentii il suo bacino alzarsi contro il mio non appena passai la lingua sul suo labbro inferiore per baciarlo.

«Thys» gemette quando mi spinsi contro di lui. Tirai i suoi capelli tra le mie mani e lo feci stendere sul materasso, senza mai rompere il contatto tra le nostre bocche. Mi staccai dalle sue labbra e presi a baciargli il collo, leccando ogni parte e succhiando alcuni lembi tra le labbra. Alzai gli occhi su di lui e vidi avesse gli occhi chiusi e le bocca semi-aperta e da come si spingeva contro di me capii che potevo fare qualsiasi cosa volessi perché sarebbe stato d'accordo con me.

Per cui tirai le punte dei suoi capelli mentre salivo con le labbra fino al lobo dell'orecchio e giocai con la lingua, sentendolo eccitarsi sempre di più sotto di me.

In meno di cinque secondi, però, circondò il mio bacino con il braccio e mi fece stendere sotto di lui, capovolgendo la situazione.

«Credimi se ti dico quanto sia dannatamente eccitante vederti prendere il controllo della situazione» sussurrò al mio orecchio, «ma ora basta» disse, facendomi eccitare ancora di più. Alzai il bacino contro il suo e lui rilasciò un gemito, prima di gettarsi sul mio collo e mordermi delicatamente tutta la pelle. «Devo ancora scoprire il tuo punto debole» fece scorrere un dito lungo il mio petto, mentre io lo guardavo estasiata e senza parole.

Amethyst | H.S. #wattys2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora