Quella notte Harry finalmente dormì.
In compenso ero rimasta io sveglia tutto il tempo per controllare che lui stesse effettivamente dormendo. Avevo paura che avesse solo gli occhi chiusi per farmi credere che dormisse e per non farmi preoccupare.
E invece dormiva davvero.
Il mattino successivo arrivai in ospedale come uno zombie. Avevo scambiato quasi cinque parole con Harry quella mattina e lui continuava a chiedermi cosa avessi, ma deviavo. Non volevo si preoccupasse anche per me quando a stento riusciva a gestire sé stesso.
Mi diressi nello spogliatoio e dopo aver indossato la divisa raggiunsi gli altri nei centri comuni dove c'era anche Harry.
«Dolori addominali, diarrea ricorrente con sanguinamento, feci scure e febbre» lesse la cartella clinica del paziente dal tablet, «negli ultimi giorni ha dolore in zona ombelico e presenza perdita dell'appetito» disse per poi alzare lo sguardo su di noi.
«Cosa dobbiamo fare?» domandò Connor.
«Ditemi la patologia del paziente» sospirò, «avanti, usate i vostri micro cervelli e datemi la risposta» disse, guardandoci uno ad uno male. Alzai implicitamente gli occhi al cielo per come si rivolgesse a noi, ma smisi quando lo beccai a guardare male anche me.
«Diarrea?» propose un ragazzo accanto a me.
«Con tutte le informazioni che le ho dato lei mi dice diarrea?!» alzò un sopracciglio nella sua direzione.
«Beh... sì?» disse poco sicuro di sé e intimorito.
«E avevo bisogno di dieci persone laureate in medicina per questa diagnosi? Chiedevo a mia nonna con il diploma delle scuole elementari» sbottò facendo ridere alcuni di noi.
«Vomito?» disse un altro. Guardai Harry e lo vidi pronto ad urlargli contro, ma stranamente non lo fece e restò in silenzio. Continuava a guardarci seri così mi estraniai mentalmente dalla discussione e provai a pensare a cosa potesse avere il paziente.
Aveva detto fosse una patologia, quindi non poteva essere una semplice intossicazione alimentare. Tantomeno dissenteria o semplici dolori addominali. Figuriamoci vomito e diarrea.
«Intossicazione alimentare?» disse una ragazza nell'esatto momento in cui scartai quella opzione.
«No», sospirò Harry.
«Diabete?» disse un altro. Mi voltai subito verso di lui con le sopracciglia aggrottate e vidi che anche Ava lo guardava perplessa dalla sua risposta.
«Su quale libro ha letto che il diabete porta questi sintomi?» lo guardò scioccato, come tutti altri noi del corso. Diabete? Ma che diamine. «Avanti, mi dica quale libro è, così denuncio scrittore e casa editrice.»
«Mi scusi, ho risposto senza pensare» si giustificò balbettando.
«Complimenti, diventerà un chirurgo molto attendibile... a costo di morire, ma non mi farei operare da lei» lo guardò con lo sguardo di fuoco.
«Ha dolore alle articolazioni?» domandai ad alta voce, deviando Harry dalla discussione e facendo sì che tutti gli occhi fossero su di me.
«Sì», mi guardò con il viso rilassato.
«Fistole anali?» domandai ancora e iniziai a sentire qualche mormorio di sottofondo, ma non me ne curai e continuai a pensare alla patologia del paziente.
«Iniziano a farsi vedere» annuì.
«Morbo di Crohn?» tentai, sperando di non aver detto una stupidaggine.
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Amethyst | H.S. #wattys2022
ChickLitAmethyst Wilson vive a Los Angeles in un appartamento che condivide con la sua migliore amica Yemaly da più di sei anni, da quando lei si è iscritta alla facoltà di medicina e Yemaly a quella di economia. Amethyst sogna di diventare un chirurgo di f...