«Thys, Michela mi ha detto che vi fissavate è inutile mentirmi» Yemaly venne a stendersi accanto a me nel letto e mi fissò.
«Non ci fissavamo, Michela ha le allucinazioni quando beve troppo» inventai fissando il soffitto. Erano passati tre giorni dalla festa e la mia settimana in dermatologia stava finalmente finendo. Non era una specializzazione che mi appassionava particolarmente, inoltre era un reparto poco colorato quindi mi metteva tristezza. Mancava solo il venerdì e sarei stata finalmente libera, poi sarebbe iniziata la settimana di esami.
«Non mentirmi, su» mi punzecchiò la guancia, «dimmi la verità» sospirò.
«Non lo so, okay? Non lo so se mi piace, ovviamente non mi è indifferente ma non so nemmeno se provo qualcosa» alzai le spalle.
«Magari potresti provare a farti notare» suggerì e subito si beccò una mia occhiataccia.
«Notare? E come? Lo sai che non mi piace mettermi al centro dell'attenzione» scossi la testa.
«Dai, Thys» si lamentò, «per favore, fai qualcosa per farti notare, non puoi continuare così.»
«E cosa dovrei fare?» domandai.
«Quando vieni assegnata al suo reparto?»
«Non lo so, credo tra una, due settimane» alzai le spalle e aggiustai il cuscino sotto alla mia testa.
«Bene, quando sei con lui fatti notare» sorrise.
«Non è una persona che osserva, Em. È super concentrato sul suo lavoro, dovrei perforarmi lo stomaco e ricoverarmi nel suo reparto per farmi notare» ironizzai.
«Posso procurarmi una pistola» suggerì beccandosi una mia occhiataccia.
«Parlami di Lorenzo, com'è?» mi voltai su un fianco e la guardai sperando che cambiasse argomento dato che parlare del dottor Styles non mi andava più.
«È così carino!» sorrise a trentadue denti, «ogni mattina a lavoro mi porta qualche dolce diverso perché la sera li prepara sempre appena torna a casa. Stamattina mi ha portato una crostata al cioccolato e caffè, ieri un ciambellone alle mandorle. È adorabile, mi sorride sempre ed è gentilissimo» sospirò contenta.
«E a me nessun dolce?» scherzai. «Digli di portarne un po' anche a me» sorrisi, ma prima che riprendesse a parlare sentii il mio telefono squillare. Quando lo afferrai, capii che mia madre mi stesse chiamando.
«Miss simpatia?» commentò Yemaly ed io annuii.
«Mamma», risposi e vidi Em uscire dalla stanza per lasciarci da sole.
«Non puoi capire cosa mi è successo oggi!» esclamò e mi preparai ad un suo infinito discorso su qualcosa di cui non me ne poteva fregare minimamente nulla. «Ero in dipartimento, improvvisamente sento due ragazzi discutere e capisco che parlavano di adozioni. Per non tirartela a lungo, sai cosa volevano fare?» domandò.
«Cosa?» sospirai non fregandomene assolutamente nulla di quello che stesse dicendo.
«Adottare un bambino!» esclamò indignata.
«E?» aggrottai le sopracciglia.
«Due omosessuali, Amy. Forse non l'ho specificato» chiarì.
«E?» ripetei.
«Ma mi ascolti quando parlo? Sei sempre distratta e devo ripeterti le cose cento volte per farti capire! Ti rendi conto che due ragazzi, due maschi, vogliono adottare un bambino? È assurdo, sono due egoisti... privare il bambino di sua madr-» la interruppi immediatamente.
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Amethyst | H.S. #wattys2022
ChickLitAmethyst Wilson vive a Los Angeles in un appartamento che condivide con la sua migliore amica Yemaly da più di sei anni, da quando lei si è iscritta alla facoltà di medicina e Yemaly a quella di economia. Amethyst sogna di diventare un chirurgo di f...