Capitolo 66.

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«Buongiorno», sentii dire appena aprii gli occhi il mattino successivo. La luce filtrava dalle persiane chiuse, ma era abbastanza forte da permettermi di vedere il viso di Harry.

E che visione...

Sorrisi inconsciamente e mi appoggiai meglio contro il suo petto caldo, «buongiorno.»

La sua mano sinistra andò ad accarezzarmi i capelli, mentre la destra era ferma attorno ai miei fianchi per tenermi salda contro di lui.

«Sono le sette e dieci, io devo essere in ospedale alle otto. Tu?» mormorò senza smettere di accarezzarmi.

Mi schiarii la voce e aprii gli occhi, «alle otto e trenta» risposi.

«Vieni con me?» sussurrò e si abbassò leggermente per baciarmi la punta del naso.

Sorrisi ed annuii, «okay, devo prima fare la doccia però» dissi.

«Essendo un ambientalista, propongo di farla insieme e risparmiare acqua. Gli orsi polari mi stanno ringraziando» sorrise maliziosamente.

Risi piano e mi scostai dal suo corpo a malincuore, «gli orsi polari ti stanno anche urlando che sei un falso» mi sedetti contro la spalliera del letto e lui ne approfittò per appoggiarsi con la testa sul mio seno.

Alzai la mano destra e la incastrai nei suoi capelli per accarezzargli i ricci.

Sospirò e chiuse gli occhi, circondandomi i fianchi con il braccio sinistro.

«Tutto ok?» domandai.

«Si» mormorò, «solo che non voglio alzarmi per andare ad innervosirmi per le prossime dodici ore in ospedale» sbuffò.

«Se ti senti nervoso o pensi di star per scoppiare, puoi sempre venire a cercarmi e ne parliamo» sorrisi, accarezzandogli la tempia con il pollice.

Aprì gli occhi lentamente e mi guardò dal basso, «non so cosa ho fatto per averti accanto a me» sussurrò.

Sorrisi e gli lasciai un bacio sulla fronte, «tutto merito suo» esclamai, dandogli una pacca sul sedere. Volevo distrarlo dai brutti pensieri e l'unico modo era scherzare.

«Ah, sì?» alzò le sopracciglia.

Annuii sorridendo, «ovvio, per cos'altro sennò?»

***

Quella mattina il pronto soccorso era totalmente in subbuglio a causa dell'arrivo di una donna, vittima di violenza da parte di suo marito, che da parte sua non faceva altro che urlare di non volersi allontanare dalla donna.

«Deve uscire subito, è per il bene di sua moglie» Harry si avvicinò all'uomo e gli indicò l'uscita del pronto soccorso. L'uomo, però, non aveva la minima intenzione di andarsene e si impuntò accanto al lettino della moglie con le mani ferme sulle sbarre.

«Non me ne vado da qui senza di lei» urlò l'uomo contro il viso di Harry.

«La tratta come se fosse di sua proprietà» mormorò Ava ed io annuii in accordo.

«Finirà male» mormorò Connor, notando come Harry si stesse innervosendo nel gestire quella situazione paradossale.

Appena svegli era tranquillo, per la prima volta lo avevo visto con il viso rilassato, ma non appena avevamo varcato la soglia dell'ospedale era ritornata.

«Concordo» disse Case e continuammo a fissare la scena avanti ai nostri occhi.

«Deve allontanarsi dalla signora e non lo ripeterò un'altra volta» ripeté Harry e vidi il suo sguardo profondamente arrabbiato.

Amethyst | H.S. #wattys2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora