Quando lo vidi entrare in casa, sentii immediatamente il cuore battere più forte nel petto per l'emozione e l'ansia di dovergli dare una notizia così importante. Una notizia che avrebbe cambiato per sempre le nostre vite ed io non avevo la più pallida idea di come avrebbe reagito.
Avevamo spesso parlato che nel caso in cui ci fosse stata un'ipotetica gravidanza, lui non si sarebbe tirato indietro.
Parole dette, ma spesso i fatti sono diversi ed era per questa motivazione che l'ansia mi stava divorando, l'ansia che di una sua reazione non positiva.
«Hei», mi sorrise quando mi vide in piedi giù alle scale e cercai di tenere le mani dietro di me per non fargli vedere cosa stessi stringendo.
«Com'è andata oggi?» gli domandai mentre si toglieva il cappotto e si lavava le mani. Ero un fascio di nervi e sperai vivamente che non scoppiassi a piangere da un momento all'altro.
«Male, come sempre» si asciugò le mani e venne a baciarmi, afferrandomi le guance con le mani, «a te? Ti sei annoiata da sola?» mi stampò un bacio sulla fronte e andò a versarsi un bicchiere d'acqua. Stavo letteralmente morendo d'ansia, non sapevo come dirglielo e qualsiasi intro mi sembrava stupida.
«Un po'» mormorai, «però ora sei qui» mi avvicinai lentamente a lui mentre era di spalle.
«Conosco quel ton-» si voltò verso di me con gli occhi maliziosi, ma le parole gli morirono in gola quando vide cosa stringevo tra le mie mani avanti ai suoi occhi.
Guardava lo stick e poi me, poi di nuovo lo stick e ancora me, con la bocca semi-aperta e gli occhi spalancati. Sbandò leggermente verso destra e si appoggiò al bancone con la mano. «Sei...» mi indicò con l'indice totalmente colto di sorpresa, «sei...» mi indicò di nuovo.
«Sono incinta, Harry» dissi e lui sbarrò ancora di più gli occhi.
«Cosa?» sussurrò incredulo.
Aveva il viso pallido, gli occhi totalmente sbarrati e, talmente che aveva il viso tirato, la ruga sulla fronte era totalmente sbiadita.
«Sono incinta» ripetei.
«Sei incinta?» sussurrò di nuovo.
«Sono incinta» ripetei ancora.
«Ma... cos- Oh Dio, sto per svenire» si mise le mani nei capelli e camminò lentamente verso il divano, stendendosi di schiena, «oh Dio» ripeté ed io mi avvicinai a lui, non sapendo se preoccuparmi o ridere per la sua reazione.
«Harry, respira» mi inginocchiai avanti al divano e gli accarezzai il viso.
Ero io quella incinta in preda al panico ed IO dovevo consolare LUI. Assurdo.
«Oh, Dio» ripeté ancora e si soffiò con una mano, «non...» si voltò a guardarmi e poi lo vidi chiudere gli occhi e non rispondere più ai miei richiami. Era svenuto davvero?
«Harry» gli diedi qualche buffetto sul viso, ma non rispondeva. Non ci potevo credere... era svenuto davvero.
Sospirai e chiusi gli occhi, non sapendo cosa fare nel mentre si riprendeva.
Mi alza in piedi ed afferrai il telefono dal bancone, componendo il numero di Yemaly. Al terzo squillo, per fortuna rispose.
«Glielo hai detto?» domandò subito.
Abbassai lo sguardo sul corpo inerme di Harry, steso sul divano e scossi la testa, «è svenuto» risposi.
Ci furono tre secondi di silenzio, prima che sentissi una risata, «stai scherzando, vero?»
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Amethyst | H.S. #wattys2022
ChickLitAmethyst Wilson vive a Los Angeles in un appartamento che condivide con la sua migliore amica Yemaly da più di sei anni, da quando lei si è iscritta alla facoltà di medicina e Yemaly a quella di economia. Amethyst sogna di diventare un chirurgo di f...