Capitolo 67.

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Dopo quasi una settimana, le cose continuavano ad andare bene. Io ed Harry ci eravamo visti solo in ospedale, ma andava bene così perché eravamo impegnati e il tempo libero preferivo che lui riposasse.

«Ma cos'è questo chiasso qui fuori?» il dottor Learn entrò improvvisamente in pronto soccorso e aprì le porte d'ingresso di scatto, rivelando un'orda di persone fuori l'ospedale mentre alzavano cartelloni e urlavano a squarciagola.

«Cos'è?» sussurrò Ava, mettendo a fuoco cosa stesse succedendo in lontananza.

Eravamo tutti in pronto soccorso per imparare ad "agire senza preavviso". Volevano vedere come reagivamo ai casi improvvisi d'urgenza senza esserne a conoscenza, quindi senza che potessimo prepararci al caso.

«Non ditemi che è l'annuale raduno di no-vax» borbottò Harry con lo sguardo fisso sull'uscita.

«I no-vax fanno raduni annuali?» aggrottai le sopracciglia e mi avvicinai leggermente al suo corpo.

«Sì, non chiedermi il perché» scosse la testa ripetutamente, «è la prima volta che vengono qui fuori, però. Solitamente li fanno a Santa Monica» mormorò guardando me, per poi riportare lo sguardo sulle persone.

«Cosa ci fate qui fuori?» urlò Learn sulla soglia dell'entrata del pronto soccorso.

«Dottoressa, cosa succede?» la paziente sul lettino afferrò la mia mano e la strinse forte.

Mi voltai verso di lei sorridendo, provando a darle conforto e non spaventarla, «è tutto okay, signora. Non ti preoccupi, è solo una manifestazione» strinsi la sua mano.

«C'è mio figlio fuori in giardino a giocare con la palla» il suo respiro iniziò a farsi più forte e dall'apparecchio a cui era collegata notai che le si stesse alzando la pressione.

«Vado subito a prenderlo» annuii freneticamente, «com'è fatto?» le chiesi.

«Ha quattro anni, maglia rossa e capelli castani. Il pallone è rosa» spiegò brevemente ed io annuii.

Appena mi voltai per uscire, la mano di Harry mi bloccò i fianchi e mi appiattì la schiena contro il suo petto per impedirmi di camminare, «Thys, tu fuori non esci» mormorò al mio orecchio.

Voltai la testa per leggere la sua espressione, e capire se dovessi ridergli in faccia per avermi imposto qualcosa o dargli un pugno in un occhio, ma lessi preoccupazione quindi capii lo avesse detto per proteggermi.

«Sono solo persone ad una manifestazione, non c'è nulla di pericoloso» scossi la testa, non capendo perché stesse reagendo così.

«Non sai mai quali persone possano esserci ad un raduno. Molto spesso ci vanno anche persone che non sanno nulla di quello che diranno all'incontro, ma ci vanno solo per fare chiasso e mettere scompigli inutili. Non sappiamo nemmeno se hanno armi con loro» sussurrò.

«C'è un bambino di quattro anni fuori in giardino da solo, Harry» insistei.

«Ma che razza di madre è lei per lasciare suo figlio di quattro anni a giocare fuori ad un ospedale dove arrivano autombulanze ogni dieci minuti che potrebbero investirlo? Ma in generale, lasciarlo da solo a quattro dannatissimi anni!» si voltò di scatto verso la signora e le rivolse un'occhiata di fuoco. «Vado a prenderlo io e appena torno chiamo gli assistenti sociali» borbottò e andò verso l'uscita.

Istintivamente lo seguii, non volendo parlare con la signora dato che, sebbene fosse stato rude, Harry aveva perfettamente ragione. Non doveva lasciare un bambino così piccolo lì fuori.

«Maglia rossa e pallone rosa, capelli castani» dissi al suo fianco e lui si voltò di scatto non essendosi reso conto che lo stessi seguendo.

«Thys, resta qui per favore» mi bloccò il braccio, ma io lo ritrassi.

Amethyst | H.S. #wattys2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora