Harry's POV
Quando uscii dalla sala operatoria, salii immediatamente al piano di chirurgia per cercare Amethyst e chiederle come stesse. Per tutta la durata dell'operazione era stata concentrata sul paziente, non lasciando che le complicazioni la scombussolassero ed ero davvero orgoglioso di lei.
La cercai ovunque, ma non riuscivo a trovarla e nemmeno la sua amica bionda sapeva dove fosse. Iniziai a preoccuparmi non so per cosa, ma mi tranquillizzai quando la vidi nella stanza di un paziente.
Mi avvicinai e notai che il suo sguardo fosse strano, riuscivo a vederla di lato perché aveva lo sguardo fisso su qualcosa e quando la raggiunsi sentii delle urla.
«È un'incapace, ecco cos'è! Hanno lasciato che mio marito venisse operato da una ragazzina incompetente» vidi una signora gesticolare, rossa in viso, avanti ad Amethyst.
La mia Amethyst ragazzina incompetente?
«Calmati, mamma» le disse la figlia, ma lei non le rivolse uno sguardo.
«Non mi calmo, Alicia! Se tuo padre è morto è solo colpa di questa ragazzina incompetente-» avevo sentito abbastanza. Nessuno al mondo doveva permettersi di rivolgersi a lei in questo modo.
«Cosa succede?» sbottai entrando nella stanza e subito lo sguardo di Amethyst fu su di me. Mi bastò leggere la tristezza nei suoi occhi per seguire l'istinto, prendere la signora e buttarla giù dall'ospedale in meno di dieci secondi. Ma dovevo essere calmo.
«Mio marito ancora non è arrivato e l'operazione è finita ore fa. Questa ragazzina lo ha operato e non sa dirmi dove diamine sia!» urlò e iniziò a fare avanti e dietro per la stanza.
«Innanzitutto, si calmi perché non siamo al mercato di paese dove lei può assumere i toni che vuole» iniziai e lei si zittì, «seconda cosa, si sta rivolgendo ad una dottoressa qualificata, quindi, inizi a portare rispetto a chi ha operato suo marito e gli ha salvato la vita» mi avvicinai piano a lei. «Terza cosa, l'operazione non è finita da ore, ma solo da poche decine di minuti e sono salito in prima persona per dirle che è andato tutto bene» la guardai serio.
«Se è finita da dieci minuti, perché lei è qui da un'ora?» indicò Amethyst.
«Perché la dottoressa ha operato, io ho richiuso il paziente e ho aspettato che si svegliasse per controllarlo» spiegai, ricordandomi di mantenere la calma e di non risponderle male.
«E allora dov'è mio marito?» borbottò.
«Sta arrivando, se lei si calmasse le spiegherei le cose per bene. Ha finito di urlare inutilmente?» alzai di poco la voce e immaginai nella mia testa la voce della dottoressa Richards che mi sgridava per come mi stavo rivolgendo alla signora.
«Mi scusi» mi guardò.
«Deve scusarsi con la dottoressa Wilson, è a lei che ha urlato contro cose per niente gentili» indicai Amethyst.
«Mi scusi» la guardò e lei annuì piano, tenendo le mani nelle tasche del camice, come faceva sempre quando era in una situazione di disagio.
«Bene, ora si calmi e aspetti suoi marito. Sta arrivando» le rivolsi un'ultima occhiata e trascinai Amethyst con me fuori dalla stanza. Non dissi nulla e le dissi di entrare nel mio ufficio. Riuscivo a vedere dalla sua espressione quanto fosse mortificata dalle parole della signora.
«Grazie» mi sussurrò e chiusi la porta dietro di noi.
«Devi rispondere tu la prossima volta» le alzai il mento, «lo so che ci insegnano a non aggredire mai nessuno, ma quella signora di stava massacrando quindi avevi tutto il diritto di spaccarle una sedia dietro alla schiena» le accarezzai una guancia e lei sorrise piano.
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Amethyst | H.S. #wattys2022
ChickLitAmethyst Wilson vive a Los Angeles in un appartamento che condivide con la sua migliore amica Yemaly da più di sei anni, da quando lei si è iscritta alla facoltà di medicina e Yemaly a quella di economia. Amethyst sogna di diventare un chirurgo di f...