Poiché la settimana prima avevamo tenuto gli esami, di cui ancora non conoscevamo i risultati, il dottor Learn non era riuscito a darci i nuovi turni il venerdì com'era solito fare, infatti appena arrivai in ospedale ricevetti la sua chiamata dove mi disse di raggiungerlo entro quindici minuti. Ne approfittai per cambiarmi l'assorbente dato che era arrivato il ciclo, indossare la divisa e, dopo una decina di minuti mi affrettai a raggiungere l'ascensore e arrivai in poco tempo al quarto piano piano, dove si trovavano gli uffici. Bussai alla porta del dottor Learn e dopo qualche secondo mi concesse di entrare.
«Dottoressa Wilson, prego entri» esclamò sorridendo.
«Mi cercava?» sorrisi ed entrai.
«Si accomodi» mi indicò la sedia dinanzi a lui, «volevo dirle che il dottor Green è stato davvero orgoglioso del tuo lavoro in pediatria, per cui vorrebbe che questa settimana fosse di nuovo con lui. Io, però, credo che lei debba prima ampliare il tuo spettro visivo ad altri reparti per cui ho accolto la richiesta del dottore, ma ho preferito accantonarla e assegnarla a chirurgia generale» spiegò.
«Va bene» annuii, cercando di mascherare l'eccitazione di essere finalmente assegnato ad un reparto che mi piacesse davvero.
«Lei preferisce pediatria o chirurgia generale? Sii onesta, ne vale del suo futuro» mi guardò dietro ai suoi grandi occhiali tondi.
«Chirurgia generale» dissi, «è quello che ho sempre voluto fare, anche se lavorare con i bambini mi è piaciuto davvero molto» sorrisi.
«Perfetto, allora comunico al dottor Styles che per le prossime due settimane sarà con lui. Cerco di farvi ruotare ogni settimana, ma quando si tratta di quello che preferite vi assegno sempre per due settimane» disse, passandomi un foglio con i turni.
«La ringrazio, allora vado» gli strinsi la mano e arrivai al piano di chirurgia generale con l'ansia a palla e le gambe che non riuscivano a sostenere il resto del corpo. Chirurgia generale? Con mister – non saluto nessuno e mi credo Gesù Cristo sceso in terra – Styles? Mandai un messaggio nel gruppo per dire loro del pranzo e composi il numero di Ava per raccontarle a chi fossi stata assegnata, ma da come lessi nel gruppo anche lei e Connor erano con me.
Appena uscii dall'ascensore cercai con lo sguardo il dottor Styles e lo vidi intento a discutere animatamente con un'infermiera. Era una ragazza della mia età, all'incirca, aveva lunghi capelli rossi e occhi castani da cerbiatto, era bellissima.
Lui, poi... era stupendo. Nonostante avesse sempre un cipiglio sulla fronte, i suoi occhi erano meravigliosi. In realtà, era tutto bello.
Aspettai da lontano che smettessero di parlare e quando fu il momento mi avvicinai.
«Dottor Styles» dissi timorosa, vidi il suo sguardo duro incastrarsi con il mio. «Questa settimana e la prossima sono con lei» mormorai, non riuscendo a sostenere il suo sguardo.
«Lo so, me lo hanno comunicato» annuì senza esprimere alcuna espressione, «mi segua» iniziò a camminare. Se questo avesse dovuto essere il suo umore avrei preferito stare con il dottor Green in pediatria a subirmi i pianti dei bambini. «Dottoressa!» sentii urlare. Mi resi conto solo in quel momento di essere caduta a terra per essere inciampata sul giocattolo di un bambino. Il dottor Styles mi tese la mano e mi aiutò ad alzarmi, nel preciso istante in cui le nostre mani si toccarono sentii una scossa elettrica percorrermi la schiena ed incastrai lo sguardo nel suo, il suo verde vacillava ma la sua presa era salda. Mi riportò con i piedi per terra e lasciò la presa. «Stai bene?» domandò, visibilmente preoccupato. Era la prima volta che mi dava del tu.
«Si, un po' di dolore alla schiena, ma tutto okay» sorrisi e sistemai una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Allora andiamo» ordinò. Mi spiegò come funzionava il reparto di chirurgia, mi presentò ad alcuni dottori e come era solito, facemmo il giro di visite mattutino. La giornata divenne intensa quando una signora, alla quale era stato asportato un tumore al colon tre giorni prima, si sentì male e il dottor Styles mi aveva permesso di curarla dandomi le giuste indicazioni teoriche, ma senza interferire praticamente. Mi ero sentita importante, in quel momento, perché a differenza del dottor Norman, il dottor Styles nonostante non mi avesse mai visto all'opera aveva creduto in me. E lo apprezzavo davvero molto.
«Lei fa meno pena dei suoi colleghi» mi disse quando uscimmo in corridoio.
«Grazie?» dissi, retoricamente e notai come tutti lo guardassero di sottecchi. Non ero sicura se con timore o ammirazione, ma mi infastidirono leggermente.
«Non faccio complimenti, questa è la cosa più gentile che abbia mai detto a qualcuno» mi guardò intensamente e andò via, senza ovviamente salutarmi.
«La prima volta che fui con lui, mi disse che le mie mani tremanti erano buone solo per sbattere le uova con il sale prima di cucinarle» mi disse Connor, avvicinandosi a me con le mani nelle tasche del camice.
«Gentilissimo», commentai e mi voltai verso di lui, «a te com'è andata?» gli chiesi.
«Se far cadere un bambino per terra rischiando di quasi sfondargli un occhio si può definire bene, allora è andata bene» rise.
«Che?» esclamai. «Sta bene?» mi allarmai.
«Sì», rise, «dovevi vedere come rideva, la mamma stava per picchiarmi e anche il dottor Styles» sorrise, «io me la ridevo con il bambino» alzò le spalle.
«Sei pessimo» scossi la testa, «hai fame?» chiesi.
«Ho sempre fame, bella» disse ovvio, «vediamo se gli altri hanno finito, così andiamo a pranzo insieme.»
«Ed anche gli altri possono insultarti per aver quasi reso un bambino cieco.»
«Ah ah ah» rise fintamente e circondò le mie spalle con il braccio, «posso farti una domanda?» mi chiese mentre percorrevamo le scale e scendevamo in mensa.
«Certo» annuii, ormai tutti mi facevano domande.
«Secondo te perché Ava non mi ha mai detto che le piace Luke?» mormorò e quando mi voltai con il viso verso di lui, lessi grande confusione e tristezza nei suoi occhi.
«Ava non si confida con te?» iniziai, provando a farlo arrivare da solo alla risposta.
«Sì, si confida con me» sospirò e capii che fosse confuso anche lui sulla sua risposta.
«Sicuro? Non ti vedo sicuro» scossi la testa.
«Ora che mi ci fai pensare non si confida molto» mormorò, guardando per terra.
«Ti sei mai chiesto il perché?» provai a fargli capire da solo cosa non andasse.
«No, insomma è la mia migliore amica... quando hai detto che a lei piace Luke mi sono sentito un cretino, come se l'avessi persa» sospirò, «è stupido, lo so, però mi sono sentito così» si passò una mano tra i capelli.
«I sentimenti non sono stupidi» lo interruppi, «se ti sei sentito così è perché tieni molto a lei» dissi.
«Sì, è come una sorella» sorrise piano, «però, forse lei non mi considera un fratello» mormorò.
«Ti considera un fratello, questo è certo. Ti vuole un bene nell'anima» provai a consolarlo.
«Allora perché non si confida con me?» mi guardò.
«Non lo so, Con» scossi la testa mentendo, «forse non si sente ascoltata?» provai.
«Dici?» mi guardò serio. «Io la ascolto...» mormorò.
«La lasci parlare quando prova a sfogarsi, o le dici subito che non deve preoccuparsi e che è tutto ok?» tentai.
«Cazzo» si passò una mano tra i capelli e capii che avesse capito, «la blocco subito, ma non perché non voglio ascoltarla. Perché non voglio vederla triste e le dico subito cosa penso» si passò una mano sul viso.
«Prova ad ascoltarla senza interromperla... Ava è davvero insicura e se anche tu non la ascolti, lei con chi dovrebbe parlare?» dissi con calma in modo tale che non si sentisse colpito.
«Sono un coglione! Ecco cosa sono. Non ho mai pensato che questo mio modo di fare potesse allontanarla, pensavo che la convincesse su quanto sia perfetta» sospirò.
«Sabato passate del tempo insieme, magari uscite e fate qualcosa insieme. Lasciala parlare, ma senza farle capire che abbiamo parlato» gli feci l'occhiolino e notai che fossimo arrivati al piano terra. Mostrammo i badge all'entrata della mensa e ci dirigemmo al bancone per prendere i vassoi.
«Grazie, davvero» mi diede un bacio sulla guancia.
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Amethyst | H.S. #wattys2022
Chick-LitAmethyst Wilson vive a Los Angeles in un appartamento che condivide con la sua migliore amica Yemaly da più di sei anni, da quando lei si è iscritta alla facoltà di medicina e Yemaly a quella di economia. Amethyst sogna di diventare un chirurgo di f...