Capitolo 82.

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Harry's POV

Quella mattina il pronto soccorso era zeppo di inutili specializzandi che cercavano di imparare qualcosa. La Richards credeva che il migliore insegnamento fosse quello pratico, e sarei stato totalmente d'accordo con lei se loro ci fosse stata una base di teoria che li preparasse.

Cosa che la maggior parte di loro non aveva.

Motivo per cui avevo fatto di tutto per avere Amethyst con me, ma avevo dovuto accollarmi anche i suoi amici per non dare nell'occhio.

Per fortuna si era fatta degli amici quantomeno decenti lavorativamente parlando, quindi non mi dispiaceva averli attorno. O meglio, non mi davano eccessivamente sui nervi ogni volta aprissero bocca.

«A giudicare dalle ferite è stata afferrata per il collo, vedete i segni viola» Amethyst indicò il collo della ragazza, «successivamente, credo sia stata spinta e la testa avrà battuto contro qualcosa di appuntito, si guardi la nuca» le alzò i capelli sul collo, «ad ogni modo, sono supposizioni quindi aspettiamo la polizia per un'indagine più approfondita. Da quel che è riuscito a dire la ragazza prima che svenisse, tutto ciò sarebbe stato causato da una lite con suo padre» tutti annuirono e si misero al lavoro.

Si allontanò dal lettino e si avvicinò a me, alle sue spalle.

«A breve mi licenzieranno» le dissi e lei mi guardò con le sopracciglia aggrottate.

«Perché?» mi chiese preoccupata.

«Ormai ci sei tu che sei dieci volte più brava di te, non vedo perché dovrei restare» dissi e lei mi sorrise, arrossendo leggermente.

«Oh, ma sai essere anche romantico... non lo avrei mai detto» quel coglione di Logan si avvicinò e appoggiò un braccio attorno alle spalle di Thys.

«Togliti» borbottai, ma in risposta Thys appoggiò la testa sulla sua spalla facendolo apposta. «Siete simpatici» borbottai.

«Non pensavo fosse un romanticone» mi derise, parlando con Amethyst.

Lei sorrise e infilò le mani nelle tasche del camice, da cui capii fosse leggermente a disagio. «A giorni alterni» rispose.

«DOV'È MIA FIGLIA?» un urlo disumano ci fece voltare di scatto e vidi Amethyst avvicinarsi all'uomo, mentre Logan andò dai bambini per distrarli da quel deficiente.

«È il padre di Tamara?» gli chiese Thys e lui annuì freneticamente.

«Dov'è mia figlia?» ansimò guardandosi attorno. Avrei tanto voluto prenderlo a testate per come si stesse comportando. Non solo aveva fatto del male alla sua stessa figlia, ma aveva anche la faccia tosta di preoccuparsi e di presentarsi in ospedale in preda ad un finto panico.

«Mi segua, per favore» lo afferrò delicatamente per il braccio e lo condusse fuori.

«Mia figlia... non posso lasciarla» l'uomo cercò di fermarsi.

«Lo so che è difficile, però deve allontanarsi altrimenti sua figlia si innervosisce e i medici non riescono a curarla» gli sorrise, ma lui la guardò male.

«Non si permetta mai più di dire che faccio innervosire mia figlia» scostò bruscamente la mano dal suo braccio ed io alzai un sopracciglio. Se si permetteva di rivolgersi ancora così, poteva giurarci che gli avrei fatto bene l'acqua del gabinetto.

«Lo vuole un caffè?» tentò con la sua infinita gentilezza, vanamente.

«Non voglio un cazzo da lei, voglio mia figlia!» urlò.

«Si calmi e non urli, non siamo al mercato, quindi mantenga un certo ritegno. Sua figlia non sta bene e penso che lei lo sappia fin troppo bene, quindi aspetti fuori» notai dal suo sguardo che si stesse innervosendo.

Amethyst | H.S. #wattys2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora