35 capitolo - Lui

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Dopo essere partito per Montreal per me è stato molto difficile tornare. In tutto quel periodo che Elizabeth cercava di guarire le ferite esterne ma soprattutto interne, io non ho fatto altro che girovagare tra Montreal e Venezia. Sono rimasto perché c'era Natasha. Non potevo lasciarla, dovevo continuare a cercare di salvarla anche se sapevo che non avrei potuto fare nulla. Poi Jasmine mi ha avvertito che Eli sarebbe tornata a Montreal. Dovevo vederla, dovevo vedere come stava ma lei non doveva vedermi e così l'ho seguita in ogni dove. L'ho sentita parlare con lui, con Jake, l'aveva baciata. Non ero io, era lui che la teneva tra le braccia. Ed è li che ho capito. L'avevo persa, in fondo non è mai stata mia ma ci speravo ed era sbagliato.

Così sono partito per Venezia, la mia città. Dove ero nato e vissuto da piccolo per tanti anni, ancora me la cavicchio un po' con l'italiano.
Li ho potuto staccare la mia mente dal pensiero di Eli e ho cominciato a scrivere, scrivere e non la smettevo più. Mi chiedevo cosa volevo raggiungere con il mio comportamento. Mi comportavo come un umano smarrito, un umano ferito che aveva perso tutto. Ma l'unica cosa che ho saputo fare era stato scappare proprio come aveva fatto lei. Siamo poi così tanto diversi io e lei? Così decidi di tornare dopo aver parlato con la Sacerdotessa Dorothy Gognon, la nonna di Eli.

<<Quando l'ho rivista in quel bosco, lei aveva capito tutto e mi ha appiccicato ad un albero. Ho visto il potere che ha, è molto forte. Ho percepito il suo disagio ma, credimi, non era paura, era frustrazione, c'era rabbia nei suoi occhi. E lei non è così>> dissi ad Eric
<<ma lei non ha paura di noi, di te. È più forte di quanto pensi e io l'ho percepito. Oddio non è facile scoprire ciò che pensa, non potendo entrare nella sua testa ma di come parlava so che è una ragazza forte e da come ne parli credo che dovrai fare attenzione caro mio. I suoi poteri sono davvero potenti>>
Ed era così. Lei era forte.

Ero agitato all'idea di doverla rivedere. Era venuta a casa per parlarmi. Aveva avuto il coraggio di venire a cercarmi dopo tutto quello che mi aveva detto. Ne ero quasi sollevato ma cosa avrebbe voluto dirmi che già non sapevo? Ad un tratto viene mio padre con velocità da vampiro nel salone dove eravamo io ed Eric e accende la TV
<<ehi ragazzi ascoltate qui!>>
"Si attivano le ricerche per le persone scomparse e si cerca di trovare eventuali collegamenti con le aggressioni e uccisioni avvenute in questi giorni tra la cittadina di Hot Springs e New Orleans. Saranno attacchi di animali o qualcosa di più macabro? Aggiornamenti al tg della notte" -
la storia si ripete? Tutti ci guardammo esterrefatti

<<com'è possibile? Perché danno la notizia solo ora?>>.
La storia si infittisce. Erano arrivati fin qui? Ci avrebbero raggiunti?

Nel frattempo che escogitavamo un piano per prepararci le ore passarono e io non facevo altro che pensare che forse avrei dovuto fare qualcosa. E se pensassero..e se pensassero che gli artefici di questo massacro fossimo stati noi? E se lei lo pensasse?

I miei intanto uscirono per dei sopralluoghi e accertarsi di ciò che stava avvenendo. Eric uscì con Malia, la ragazza con cui si stava frequentando e Jasmine era indecisa se andare da Eli o andare a scopare da qualche parte con la sua tromba amica. Ah perché nessuno lo sapeva a parte la famiglia, ma lei era innamorata di una ragazza, Cheryl. Diceva che erano solo amiche ma quando parlava di lei, le si illuminavano gli occhi, diventava come una bambina. In fondo sapevo che lei la amava ma non voleva farle del male e avere una storia seria avrebbe significato rivelare ciò che eravamo proprio ciò che avrei dovuto evitare io con Elizabeth.

Così quella sera rimasi solo ma mentre mi dirigevo su in camera per scrivere suonò il campanello. Quel battito cardiaco lo riconoscevo, mi era familiare ma non potevo credere alle mie orecchie. Era proprio lei, Gabrielle Smith, la madre di Elizabeth.

Chosen - La Prescelta [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora