Due giorni dopo Chris e Jasmine non si erano ancora fatti sentire e né fatti vedere. Iniziavo a preoccuparmi. A New Orleans gli attacchi animali di quei giorni ancora continuavano ma qualcosa mi diceva che non erano animali.
Tornando a casa con la mia Jeep, un giorno ebbi un piccolo incidente. Un cervo è balzato letteralmente sul mio parabrezza. Correva per strada e non feci in tempo a frenare che lo presi in pieno. Incominciai a gridare essendomi trovata faccia a faccia con quell'essere. E in più la mia vecchia Jeep era distrutta. Ma che era successo? Perché correre e schiantarsi sull'auto? Uscì di corsa dall'auto e mi allontanai verso gli alberi ma d'un tratto mi sentí prendere per un braccio e trascinare dall'altra parte della strada dove si trovava l'auto. Qualcuno mi scagliò contro l'auto con violenza ma proteggendomi la spalla. Solo una persona avrebbe potuto farlo, a quella velocità. E mentre lo faceva vidi una mandria di cavalli sfrecciare con violenza dal bosco diretti verso la città. Qualcuno mi sposta una ciocca davanti al viso, ero ancora confusa e irritata ma quella voce era inconfondibile
<<Stai bene? Spero nulla di rotto! Come ti senti?>> mi chiede preoccuparto
Non potevo non riconoscerla era Chris! Alzai lo sguardo e lo guardai con un sorriso quasi sforzato
<<Chris! Sei qui!? Ma che cosa è successo a quel cervo e ai cavalli? Cazzo la mia macchina!>> gridai poi girandomi verso il parabrezza.
<<Ti ho chiesto se stai bene! Quante sono queste? Hai sbattuto la testa?>> Disse mostrandomi tre dita della mano
<<3. Sto bene, sto bene non ho sbattuto la testa. Anche tu non hai risposto alla mia domanda. Che ci fai qui?>>
<<Stavo venendo da te ma ho visto che gli animali stavano impazzendo e son venuto a controllare. E meno male altrimenti saresti quasi morta. Di nuovo!>>
<<Oh grazie sei molto confortante. E comunque mi stavi seguendo!>>
<<Volevi parlarmi no? Dai vieni ti accompagno in ospedale stai perdendo sangue dalla fronte non si sa mai>> disse senza guardarmi
<<Scusami! No, non..non ti preoccupare ce la faccio. Mi medico in casa>>
<<No, perché ti scusi?>>
<<Il sangue!>> dissi con tono pacato
<<Davvero ti stai preoccupando per quello che io posso sentire adesso vedendo il tuo sangue? O sei..>>
<<No è che..>>
<<Stai tranquilla non ti farò del male se è questo che vuoi sapere. Non potrei mai!>> disse guardandomi negli occhi e io abbassai lo sguardo sorridendo
<<Dai fatti accompagnare almeno a casa via per i boschi, farò venire un carro attrezzi e te la riporterà a casa>>
<<Va bene>> dissi io. Per un po' di strada rimanemmo in silenzio. Dopo qualche minuto ruppi io il silenzio
<<Ho sentito il tg, che sta succedendo a New Orleans? Sembra molto preoccupante>>
<<Eli, è meglio che tu non lo sappia ma voglio essere sicuro che tu non creda che noi..noi non facciamo quelle cose>> mi fermai un istante e lui si girò di scatto
<<No, no aspetta io..io non volevo dire questo, so che non sei stato tu..che non siete stati voi ma so che sapete qualcosa>> dissi imbarazzata
<<Sono i licantropi, si stanno avvicinando alla città. Alla nostra città. Ma non sappiamo come combatterli sono in molti e noi siamo solo 5. Abbiamo chiesto i rinforzi>>
<<I licantropi? Non è possibile>>
<<Già, ora starai pensando..non bastavano in vampiri eh? Ora anche i licantropi>>
Ricominciammo a camminare e dopo un po' Chris mi chiese
<<Non me l'aspettavo venissi a casa. Hai avuto il coraggio di entrare in un covo di vampiri. Mi sorprendi sempre Elisabeth Montgomery>>
<<Beh..tu stesso hai detto che non mi avresti mai fatto del male no? Volevo parlarti e alla fine ho parlato con Eric. Non male tuo fratello>>
<<si è la persona migliore che io abbia mai conosciuto. Sono pronto a tutto. È arrivato il momento. Chiedimi ciò che vuoi>> disse fermandosi e poggiandosi su di un sasso in mezzo alla radura e io mi misi al suo fianco. Era forse la prima volta che gli ero così vicina a parlare senza litigare dopo quella sera in cui l'ho visto nella sua vera forma
<<Ti sembrerà una strana domanda ma..te la devo fare. È mia nonna che ti ci ha mandato a sorvegliarmi? La verità per favore>> si girò di scatto terrorizzato
<<Ma come..te lo ha detto lei?>> disse con tono sorpreso
<<No ma a quanto pare ora me ne hai dato la conferma>> si morse il labbro e forse voleva mordersi anche la lingua
<<Ok, si mi ci ha mandato tua nonna ma..credimi non mi ha detto di conoscerti. Quello l'ho voluto io. Anzi non dovrà assolutamente saperlo altrimenti potrebbe anche uccidermi!>> disse sarcasticamente.
<<La mia missione era solo ed esclusivamente seguire ogni tuo passo. Lei sentiva che il tuo..insomma le tue abilità stavano fuoriuscendo e così mi sono trasferito da un po' di anni qui>>
<<Anni? Come anni?>>
<<Si, ma sta tranquilla giuro che quel giorno che ci siamo conosciuti è stata la prima volta che ti ho vista. Ti ho cercato per molto tempo prima di trovarti>>
<<E perché mi hai avvicinata se mi stai dicendo che non avresti dovuto>> ad un tratto mi squilló il telefono. Era Jake. Cosa avrei dovuto fare? Rispondevo o facevo continuare il discorso? Chiusi la chiamata e feci cenno di continuare.
<<Ecco..io..io non lo so. È come se avessi avvertito la tua presenza, ho sentito il tuo battito appena hai varcato quella porta. E mi sono detto che dovevo conoscerti per riuscire nella mia missione. Ma aspetta, non pensare che sia stato tutta una finzione perché io con te sono stato davvero bene, sono stato me stesso non ho mentito di voler avere la tua presenza al mio fianco..>>
<<Beh non del tutto te stesso direi>>
<<E su questo hai ragione e non ho scusanti ma..come avrei potuto dirti che.. dirti ciò che sono, ciò che è la mia famiglia? Era presto, non trovavo mai il modo e il momento per dirtelo>>
<<Chris, si ma..abbiamo condiviso tante cose insieme e vederti così quella sera..credimi non ti disprezzo ma non me l'aspettavo>>
<<Hai paura di me vero? E sei arrabbiata>>
<<Senti Chris forse è meglio che adesso io torni a casa, mia madre si starà chiedendo perché non sia tornata>> dissi alzandomi ma lui mi prese per mano e io sobbalzai.
Sentire di nuovo le sue mani tra le mie, mi fece rabbrividire. Era una sensazione che ancora oggi mi faceva tremare il cuore.
<<Elizabeth per favore, rispondimi. Ho bisogno di sapere. Ti ho detto le cose come stanno e ne ho tante altre da dire ma se tu hai paura di me, me lo devi dire e io ti starò lontano. Te lo giuro>> disse guardandomi con il cuore in mano e quegli occhi verdi con qualche sfumatura di azzurro.
Io non avevo paura di lui, ero furiosa con lui.
Ti starò lontano disse ma in quel momento il mio cuore batteva come non avrebbe mai dovuto battere, non ora che sapevo che lui poteva sentire il mio cuore battere. La mia testa diceva che non l'avrei voluto vicino. Che c'era Jake e che non era giusto, non era lecito volerlo vicino ma il mio cuore diceva e faceva tutt'altro
<<Chris, io..non v..non ho paura di te>> dissi singhiozzando e guardandolo negli occhi e lui finalmente si rilassò
<<Ecco vedi non era poi così difficile>>
<<Si ma non pensare che la passerai liscia. Non voglio che mi stai attorno, posso cavarmela da sola>>
<<era troppo semplice, lo sapevo! Eli è difficile per me lasciarti..>> si blocco e poi continuò <<sola..non è fattibile per tua nonna>> si corresse
<< Ve ne dovrete fare una ragione>>
<<Eli, tu ancora non controlli i tuoi poteri ma io posso darti una mano>> replicò con tono vivace
<<Assolutamente no!>> risposi continuando a camminare
<< A meno che..il tuo ragazzo non sia geloso>>
<<Il mio ragazzo non è geloso e non sono affari tuoi!>> replicai arrivata di fronte casa
<<addio Chris!>> tagliai chiudendo la porta di casa alle mie spalle. Addio Chris? Ma che..in fondo sapevo che non era un addio. Perché l'avrei rivisto il giorno dopo e il giorno dopo ancora.
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Chosen - La Prescelta [COMPLETATA]
FantasyElizabeth Montgomery, quasi 19enne, estroversa ed intelligente, a volte sexy, frequenta, inizialmente, la scuola superiore a Deadwood. Poi si trasferisce all'università di Ràpid City. Figlia di genitori colti e benestanti lega subito con le persone...