55 capitolo

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Quella notte dormii poco. Dal divano me ne andai a letto. Mi giravo e rigiravo e non feci altro che pensare a Chris. A quanto mi mancava. A cosa era servito tutto questo? Lui era morto per me, era morto per salvarmi la vita. Come sempre, le persone morivano per colpa mia. Che senso aveva quindi continuare questa faida? Mi sentivo persa, vuota, senza alcuna meta.
Passarono due giorni che eravamo rifugiati li, in quella casa nel bosco. Era una casa molto grande, carina ed accogliente. Era lontana dalla città e dispersa nel bosco, era difficile trovarla e soprattutto arrivarci, di fronte si vedeva in lontananza, ma non così tanto lontano, il Milk River, fiume della Glacier Valley. Attualmente era una lunga lastra di ghiaccio in scioglimento.

Io e Nick, rovistando, tra vecchie foto di Chris trovate nella mia stanza, trovammo una foto di famiglia. C'erano i genitori biologici di Chris e Jasmine quando erano molto piccoli. Chris si riconosceva subito, era un bimbo bello e sorridente. Ma dopo qualche foto, quel bimbo sorridente cresceva e rideva sempre meno.
Eric, tornando dalla perlustrazione entrò in casa e si sedette a terra al mio fianco
<<Oddio, e queste? Dove le avete trovate?>>
<<Le ho trovate nella stanza dove dormivo, cercavo una coperta per coprirmi, sentivo freddo. Scusami forse non avrei dovuto>>
<<No, no tranquilla non preoccuparti, mi fa piacere vederle>> disse Eric.
Ad un tratto Nick trovò una foto piu recente.
<<guardate!>>
Era Chris con Jasmine e Gwen. Erano felici. Ciò presupponeva che era stata scattata qualche anno prima.
<<Quanto erano felici qui>> dissi tristemente
<<Già, credo che questa foto sia di 5 anni fa, prima di trasferirci a Deadwood. Noi vivevamo già tutti insieme da anni ma eravamo tutti a Montrèal. Decidemmo di trasferirci ma Chris e Jasmine dissero che prima avevano da sistemare alcune cose di famiglia e che sarebbero dovuti andare via per qualche giorno. Suppongo siano andati a Venezia e poi passati di qui>>
<<Sicuramente. Gwen sapevo che qui, in America, non c'aveva mai messo piede>>
<<Già ma mi chiedo come abbiano avuto il coraggio di rimetterci di nuovo piede qui dentro>> disse Nick
<<Perché?>> replicai io
<<Beh..vedi Chris e Jasmine non hanno avuto una bella infanzia e a Jasmine non piaceva venire qui perché le riaffioravano brutti ricordi. Questa è la casa ereditata dal padre. Lui era americano e la madre italospagnola>> disse Eric
<<Già, so che i genitori li hanno persi in un incendio>> Eric e Nick si guardarono indispettiti <<giusto?>> dissi io capendo l'antifona.
<<Si e no. Vedi il padre di Chris era un padre padrone, esigeva rispetto in qualsiasi modo lui lo pretendeva e non ha fatto cose decisamente lecite>>
<<Beh si vede, ha una faccia un po' burbera>> dissi facendo spallucce e zittendomi subito dopo.
Ad un tratto mi squillò il telefono. Era Jake. Erano giorni che non gli rispondevo. Dal funerale di mia madre, giorno in cui mi ero distaccata dal mondo.
Eric mi guardò con disapprovazione. Aveva paura che le telefonate potessero essere rintracciate.
<<Ci metterò poco. Ti prego!>>
<<È il tuo fidanzato?>> disse Nick
<<Tecnicamente>> feci per dire. Io e lui non stavamo più insieme anche se lo feci credere e lui ancora mi stava dietro.
Eric fece cenno di si con la testa
<<ma non ti azzardare a dire dove sei!>> disse e io annuii

<<Jake, ciao>>
<<Oh Santo D... Elizabeth sono giorni che chiamo. Sono persino stato a casa tua ma nessuno mi ha risposto. Dove sei? Che è successo?>>
<<Ehi ehi calmati. È tutto ok. Sono fuori con mio padre. Abbiamo deciso di passare qualche giorno fuori per risolvere alcune cose di famiglia. Tu come stai?>>
<<Eli, sicuro? Non hai avvisato nessuno, sei sparita così. E poi.. anche Jasmine e Chris non ci sono, sono spariti anche loro? Sei con loro per caso!?>> disse con un filo di sospetto
<<Ah ma dai? No non sono con loro, Jake. Se mi hai chiamata per indagare se io e Chris stiamo insieme è meglio che chiudo, sei fuori strada>>
<<No no, d'accordo non insinuo nulla. È solo che mi manchi, Eli non faccio altro che pensare a te e so che tu non mi volevi tra i piedi ma sento che tu ora abbia bisogno di qualcuno che ti sostenga>> e aveva ragione, avevo messo in secondi piano tutta la mia vita e la mia sofferenza per poter salvare tutti nonostante la colpa fosse stata mia.
Ho voluto fare tutto e subito ed ho sbagliato. Ho perso.
<<Senti Jake, adesso sono fuori ma ti prometto che appena torno passo a salutarti e staremo un po' insieme ok? Scusami però adesso devo andare>>
<<Ok ok va bene però sentiamoci eh che ne dici?>>
<<Certo!>> dissi e chiusi il telefono.
Mancava tanto anche a me ma era un periodo un po' particolare non c'era spazio per gli affetti. Non più. E poi dall'ultima volta che siamo stati insieme, a come si era comportato, non mi fidavo più di lui.
Visto che tutti i miei affetti stavano scomparendo. Nat, mia madre e poi anche  Chris.
Chi altro si farà del male? Mi mancava persino Gwen, che l'avevo conosciuta poco.
Continuammo a guardare foto. C'erano delle foto di compleanno dei gemelli, erano così carini insieme. Chissà Jasmine come si stava sentendo. Avrei voluto starle vicino e confortarla.
Lei era con mio padre a Montrèal da mia nonna.
Quando la sentii era triste ma Jasmine era come Chris, difficilmente faceva vedere o sentire le sue emozioni.
Le mandai un messaggio.
<<Jasmine come stai? Mi manchi>>
<<Sto bene dai, vado avanti, anche tu mi manchi. Sei più vicina ad una sorella più che amica. Ci vediamo presto. Papà sta bene, sai andiamo molto d'accordo. Pensa a proteggerti e tutto andrà bene>>
<<Niente andrà più bene, niente è più come prima>> risposi esausta
<<E niente è come sembra adesso>> rispose.
Io le mandai un cuore e la buonanotte e mi andai a coricare pensando che avrei voluto vedere mio padre, mi mancava. E avrei voluto vedere Chris. Erano il mio sostegno e ora mi era rimasto solo papà e avevo una paura costante di perdere anche lui.

Chosen - La Prescelta [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora