"Ho atteso per una vita che qualcuno si accorgesse di me.
Che qualcuno mi tenesse con sé."MIKE POV'S
Mi dirigo deciso alla sua porta, prima di bussare e far scatenare la terza guerra mondiale sospiro e faccio autocontrollo a tutta la pazienza del mondo.
Butto la cicca di sigaretta e mi sistemo i jeans impanicato.
Mi sento un coglione.
Il rumore delle nocche al contatto con la porta mi insordisce e so già che lui mi ha sentito. Fisso le mie scarpe a disagio per momenti infiniti e quando sto per andare via la porta si apre.
Samuel si risiede sul letto con i capelli tutti corrufati e la barba troppo lunga per il suo solito.
Tossisco e cerco di riportarlo alla realtà.
Sono giorni che sta chiuso in questa stanza, penso non faccia un vero pasto da allora.
Scalcio con non chalance alcuni vestiti gettati per terra e lo richiamo facendogli notare il casino che c'è.
"Allora" inzio "volevo parlarti."
Lui solleva lo sguardo fissandomi ma poco dopo lo riabbasa sorpreso, si porta le mani sugli occhi stremato, finendo poi stringendosi forte i capelli.
Ho ancora un livido sull'occhio e il labbro inferiore abbastanza mal ridotto e capisco che è dovuto a questo il suo atteggiamento.
"Sono sempre stato una testa calda e probabilmente lo sarò per sempre."
Mi passo una mano sui capelli ancora bagnati e sospiro.
"Ho bisogno che tu mi perdoni.
Scusa la mia pura sincerità."Sam non è abituato a questo me e credo veramente faccia fatica a credermi. Risolleva gli occhi da terra e finalmente prende parola.
"Ti ho distrutto la faccia, dovrei essere io a chiedere il tuo perdono.
Nemmeno dovresti essere qui, non lo merito proprio.
Tra qualche giorno andrò via, voglio scomparire dalle vostre vite.""Questa è una grandissima cazzata" esulto.
"Non devi andare da nessuna parte devi solo sollevare quel cazzo di culo, abbracciarmi e perdonarmi perché ti ho mancato di rispetto."
"Non era la mia ragazza Mike, in questi giorni ho pensato moltissimo alle cose succese.
Cosa diavolo mi è passato per la testa.?
Come ho potuto alzarti le mani.?
Perché cazzo non ti sei difeso, mi avresti buttato al tappeto con un pugno.
Come cazzo ho potuto credere di impedire ad una ragazza di voler te.?""La stavi proteggendo Sam "
"No non è vero. La stavo trattando come un oggetto, come se lei fosse di mia proprietà e non potesse affezionarsi ad altri.
Mi sento solo un meschino.""Cerca di pensare meno e agire di più. Non vai a lavoro da giorni ormai, non mangi e non ti lavi da Dio sa' quanto.
Non è la fine del mondo Sam, chiarisci con lei e vedrai che andrà tutto bene."
"Chi diavolo sei?" mi dice serio, troppo serio.
"Si, si sto cercando di migliorare non ti affezzionare troppo. Vieni qui e fatti stritolare."
Si solleva e strascinando i piedi mi abbraccia, soddisfatto gli do due piccole pacche sulle spalle e si lamenta.
"La prossima volta che hai intenzione di sfogarti magari lo facciamo su un campo o in palestra" ridacchiamo e lui annuisce d'accordo.
"Adesso ho alcune cose da fare, penso che per un paio d'ore sparirò. Voglio vederti senza barba al mio ritorno, mi raccomando."
Lo indico sfidandolo e lui alza le mani spaventato.
"Ah Mike"
"Si?"
"Mi accorgo soltanto adesso di quanto tu sia cambiato, di come la rabbia non si nutra più di te come una volta, non so perché io non l' abbia notato prima ma da quando la conosci hai fatto molti passi avanti."Continuo a premere il piede sull'acceleratore, aumentando la musica dello stereo. Sfreccio tra le strade vuote e sbuffo al secondo semaforo rosso.
Dopo quasi cinquanta minuti sono alla mia meta.
Fuori diluvia e c'è buio, sono le nove di sera e mi chiedo che cazzo ci faccio qui. Osservo la casa enorme davanti ai miei occhi e mi domando in quale fottuta camera si trovi lei.
Vorrei scendere dall'auto e suonare il campanello, ma ho il terrore che la signora Emily mi denunci.
Ormai qui però devo scendere.
Cazzo che reggia che hanno, se solo sapesse che noi andiamo avanti con il mio unico stipendio ed è un casino.
Prima che io possa suonare il citofono il mio telefono inzia a squillare.
"Demente sei tu qui fuori sotto questa pioggia.?"
Scoppio a ridere e mi guardo intorno in cerca del suo viso sbalordito.
"Mike che cosa fai qui? Ma sei impazzito.?"
Scoppio nuovamente a ridere e lei sbuffa.
"Sei fatto?"
"Un po'" le rispondo onesto.
"Volevo stare un po' con te e visto che non ti decidi a tornare all'appartamento sono venuto io."
"Riesci a scavalcare il cancello? Ho litigato con mamma farebbe un casino se sapesse che sei qui. Ti apro la porta sul retro riesci a salire senza farti notare?"
"Ci provo" le sussurro e stacco la chiamata.
Mi sento un coglione per la seconda volta lo stesso giorno.
Riesco a saltare il cancello e una porta dal lato posteriore si apre, cerco di non sentirmi un ladro e quando entro noto subito le rampe di scale, quindi mi ci fiondo ma sbianco subito quando noto alle mie spalle suo padre è poggiato al divano.
Cazzo.
Sgocciolo da ogni parte e penso sia un piano veramente di merda.
Giunto all'ultimo gradino prima ancora di realizzare mi sento afferrare e strascinare violentemente dentro una stanza.
Penso sia suo padre che è pronto ad uccidermi ma è solo una Charlotte con una maglia e le cosce nude.
Realizzo che Charlotte è con le cosce nude e spalanco la bocca.
Lei mi abbraccia forte e io rimango ancora impalato come un coglione.
Lei mi dà una spinta e io mi risveglio.
"Sembri strano che hai?" mi sussurra lei con quella voce fantastica.
"Sono fradicio piccola" la sposto e lei mugula offesa.
Non importava mima.
Si volta tornando a letto e io sono costretto a non far trasalire nessuna emozione visto che mi sta offrendo il panorama più bello che abbia mai visto.
Mi porto le mani sugli occhi e lei mi guarda arrossendo.
"Mike vuoi cambiarti o mh..ti spogli direttamente.?"
Chiudo la stanza a chiave e lei ride "non capire male scemo"
Tolgo le scarpe di fretta seguito dalla maglietta e dai jeans e in un salto sono da lei.
La sgretolo tra le mie braccia e mi faccio sedurre dal suo profumo.
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Il velo del dolore
RomanceCharlotte è una ragazza timida, gentilissima sempre verso tutti e responsabile a tal punto da negarsi qualcosa pur di fare felice i suoi genitori e chi le sta intorno. Quando viene a mancare il suo migliore amico il suo cuore si spezza, il mondo le...