Capitolo 26

6.5K 309 11
                                    

[Capitolo modificato]

MIKE'S P. O. V

"Cos'è successo amico?" Mi chiede Sam mentre si scola la birra aspettando una mia risposta. Lo guardo sott'occhio e continuo a sbuffare mentre i nervi mi riaffiorano.

"Potresti evitare di sbuffare?. Sembri un toro incazzato." Sbotta dopo qualche secondo.

Mi alzo di scatto dal divanetto su cui sono seduto e mi precipito su di lui. "Che sembro eh? Ripetilo se ne hai il coraggio."

Il suo viso a poca distanza dal mio sembra arrossarsi sicuramente dovuto alla paura ma non si scompone più di tanto.

"Un toro incazzato" scandisce di nuovo.

Sa che non lo posso toccare, sa fottutamente che quando perdo il controllo non sono più io. Perché mi provoca?.

"Fanculo" sbotto e senza che possa rispondere prendo la birra che tiene in mano e la getto dall'altro lato della stanza.

Il rumore dello schianto mi fa caricare di adrenalina ma quando capisco che la bottiglia per metà era ancora piena e il divano è praticamente ricoperto di cocci e letteralmente bagnato, impreco da solo.

"Sto impazzendo." Urlo non capendo più nulla.

John corre in preda al panico è quando capisce la situazione si avvicina e mi da una piccola pacca.

"Ancora problemi?" sussurra tentennando.

Vorrei spaccare tutto..ogni singolo oggetto di questo fottuto posto ma mi riprometto di non toccare più nulla.

Non è solo casa mia.

"Sistemerò tutto" dico scazzato.

Sento Sam e John bisbigliare qualcosa ma sono troppo incazzato per intromettermi nei loro discorsi.

"Perché non ci racconti che ti succede?" Riprovano insieme ma con più calma.

Vorrei provare a confidarmi ma il nervoso mi impedisce anche di parlare.

Senza pensarci due volte afferro le chiavi della macchina ed esco da quella cazzo di stanza. Solo quando arrivo al parcheggio un John preoccupato sbuca dal nulla. "Stà attento" mi dice serio.

"Quanto non lo sono papà?" Lo schernizzo, ma neanche lui sembra dell'umore adatto.

Con un movimento monotono mi getta il giubbotto di pelle addosso e scoppia in una risata quando mi finisce in pieno viso.

"Fa freddo figliolo" mi dice adesso lui.

"Fottiti stronzo" urlo e prima che possa rispondermi salgo in macchina e sfreccio per le strade notturne.

Controllo l'ora e mi stupisco che ancora siano le dieci, così inverto la direzione e vado dall'unica persona che mi può fare calmare veramente.

Scendo dall'auto e dopo il piccolo beep che mi assicura che il mio gioiellino è chiuso mi incammino.

Apro la porta e come sempre è tutto buio. Accendo l'interruttore e mi stupisco di non vedere vetro a terra o mia madre sbronza sul tavolo.

Mi avvicino al frigorifero e assicurandomi che c'è ancora qualcosa afferro una lattina di sprite e mezza torta.

"Sei sveglia ricciolina mia?" Sussurro mentre lentamente apro la porta. Lei esce il viso da sotto le coperte e con un salto che quasi credo impossibile si getta su di me. "Aspetta mi cade la torta" le dico ridacchiando.

Il velo del doloreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora