Capitolo 12

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[Capitolo modificato]

La saliva della ragazza continua a mischiarsi con la mia e le sue mani iniziano a perlustrare la parte bassa dei miei jeans. Un verso strozzato fuoriesce dalla mia bocca quando mi morde il labbro inferiore con troppa forza e sento un sapore metallico invadermi.

Mi passo un dito e costatando che è proprio sangue la allontano e ringhio "sono io quello feroce non tu."
Stanco anche di ingoiare acqua mi tiro sú per il cornicione ed esco.

La ragazza mi guarda in cagnesco e mi urla un "vaffanculo stronzo" che lo ricambio con un leggero occhiolino soddisfatto.

Il mal di testa continua a peggiorare e il cranio sembra pulsarmi senza tregua perfino la vista sembra appannarsi e tutta questa musica non fa' altro che peggiorare la situazione.

Ripenso a quella ragazza di prima sotto le mani violente di Nick e mi guardo intorno, non vedo nessuno dei due e spero soltando che non l'abbia toccata contro il suo volere. Se non fosse stato per quella ragazza dentro la piscina, l'avrei allontanato io.

Ma ti sei fatto distrarre.

C'ho guadagnato una mezza sega.

Potevi comunque salvare una ragazza dall'essere violentata.

Un senso di paura si espande nel mio corpo e spero con tutte le forze che non sia andata come immagino, ucciderei tutti quegli uomini che si permettono di abusare di una donna. Compreso mio..

Fermo i pensieri nello stesso momento in cui vedo una ragazza piegata in un angolo della piscina.
La conosco né sono sicuro!.

Prendo una bottiglia che trovo su un tavolo e bevo un gran sorso d'acqua per schiarirmi le idee prima di avvicinarmi ed evitare di traballare.

Sussurra qualcosa giocherellando con l'acqua e la comincio a chiamare.

"Charlotte?"

Sono sicuro che sia lei, continua a parlare e non mi ascolta per niente.

"Charlotte?" ripeto sta volta più forte di prima.

Ammira i riflessi della luna sull'acqua con adorazione è sembra davvero una piccola creatura indifesa che è stata abbagliata dalla luce che emana quel grande corpo celeste che tanto vicino sembra, ma che invece è lontano milioni di chilometri.

L'unica cosa che non riesco a sentire è quello che dice visto che la musica sta uccidendo tutti i timpani delle persone ma considerando che siamo alla fine della piscina i suoni sembrano più sopportabili.

"Bambolina" dico stavolta avvicinandomi. Questa volta sembra sentirmi perché sussulta e lentamente solleva il viso verso di me.

Ha gli occhi lucidi e il labbro inferiore le trema leggermente.

"Non credevo ti presentassi veramente" le dico per aprire discorso, lei si guarda intorno un po' spaesata e riporta l'attenzione su di me.

"Si." Mi dice solamente.

Un attacco di nervosismo si attacca sulla mia pelle e sbuffo. Perché mi risponde sempre si, dannazione.!

"Hai per caso qualche mania con il si?. Non fai che pronunciare solamente quelle due lettere" e sollevo le mani in aria frustrato come se non fosse la prima volta che gli è lo dico.

Dal canto suo, lei non sembra dargli peso e abbassa le gambe, le incrocia al petto e si rimette vicino il cornicione ma stavolta comincia a fissare il vuoto.

Ma cosa le prende?.

Sono le due inoltrate e mi sorprendo di vederla ancora qui, non ha il coprifuoco?. È immersa nei suoi pensieri e non mi considera proprio, ma posso affermare che è diversa dalle altre.

Il velo del doloreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora