Capitolo 13

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[Capitolo modificato]

CHARLOTTE'S P.O.V

Odio la notte.

La odio perché mi fa pensare troppo, la odio perché mi terrorizza, la odio perché non fa altro che ricordarmi di lui, la odio perché tutto ciò che la circonda è solo e puramente oscurità, dubbio.

Una delle notti più brutte che abbia mai passata in questo letto, non ho fatto altro che girarmi e rigirarmi sul materasso, ho provato anche a sdraiarmi al contrario ma nulla.

A notte fonda ho anche buttato il cuscino per terra e mi sono buttata a peso morto ma oltre a un dolore alla caviglia non ho ricavato nulla, infatti non sono riuscita lo stesso a prendere sonno.

Non riesco più a capire il motivo della mia insonnia.

Ho cominciato ad avere problemi ad addormentarmi due anni fa perché appena chiudevo gli occhi il buio mi spaventava, subito dovevo svegliarmi e accendere la luce per ricordarmi che non era reale.
Sfrego forte le mani sui miei occhi e qualche lacrima sfugge dal mio controllo, mi appoggio ad una parete della mia stanza e avvicino le gambe al mio petto, porto il viso sulle mie ginocchia e comincio a dondolarmi singhiozzando.

Cerco di farmi sempre più piccola come se in questo modo potessi scomparire del tutto, vorrei avere tanto uno di quei tasti dove basti cliccare un pulsante è magicamente tutto ritorna indietro.

Ma questo non è possibile.

In più adesso i miei pensieri sono rivolti a quel ragazzo, è vero che lo conosco da pochissimo tempo ma ha già smosso così tanto dentro di me. Riesce a far emergere sfaccettature che neanche io sapevo di avere.

Non dico che questo sia un bene, mi innervosisce, mi punzecchia, mi tenta in un modo quasi disumano.

Il suo respiro su di me, la sua mano sul mio fianco, la sua bocca a qualche centimetro dal mio orecchio.
Nessun ragazzo si è mai esposto così tanto come fa lui.

Sto impazzendo, cavolo.

Forse c'è da precisare che non ho mai fatto avvicinare nessuno, come permetto a lui di farlo.

"Sei la mia prossima preda bambolina. Stai attenta."

Per qualche ragione a me sconosciuta le sue parole mi continuano a tornare in mente.

Che cosa voleva dire con quella frase?.

Solo perché gli ho detto che non mi abbasserei mai ai suoi livelli non vuol dire che adesso mi deve provocare in tutti i modi possibili.

Mike. Mike. Mike.

Anche il suo nome mi incuriosisce maledizione!. Sono sicura di aver visto del dolore nei suoi occhi, non fà che ridere e prendermi in giro ma ho come la sensazione che la sua sia solo una corazza per nascondere il suo dolore, né sono convinta.

Asciugo le lacrime ormai svanite e prendo il mio diario.

Quando stavo con Derek non avevo bisogno di altre persone perché noi due ci bastavamo, parlavamo, ridevamo, scherzavamo e facevamo tutto quello che possono fare due migliori amici.

Benedico profondamente il giorno in cui l'ho conosciuto, maledico il giorno in cui l'ho perso brutalmente.

Mi guardo i polsi e sospiro, cosa avrei fatto se non fossi stata abbastanza lucida.? Non mi sarei mai fatta mettere le mani addosso da un ubriacone ma il solo pensiero mi intimorisce profondamente.

Quel ragazzo adesso è un'altro problema da aggiungere alla lista. Come posso stare tranquilla sapendo che ci sono ragazzi come lui in giro per il mondo?.

Il velo del doloreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora