Capitolo 43

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[capitolo modificato]

CHARLOTTE'S POV'S

Mi porto le braccia sulle spalle e cerco di riscaldarmi con dei leggeri movimenti, con tutto il giubbotto che indosso sento ancora abbastanza freddo.
Continuo a seguire Mike mentre titubante scende i pochi gradini.

Ogni tanto i suoi piedi si fermano, come se volesse ritornare indietro e rimangiarsi tutto, ma poi muove la testa, forse per scacciare il pensiero e ritorna a camminare. Io dal canto mio sembro inseguirlo soltanto.

Esce dalla tasca anteriore dei jeans un piccolo telecomando e con un leggero suono l'auto si sblocca, anche lui sembra avere freddo e come sempre accende il riscaldamento.

Vorrei tanto sapere perché è venuto da me o almeno sapere dove mi sta portando.

"Dove stiamo andando?" chiedo in ansia mentre torturo la pellicina del mignolo.

Non ricevo una risposta.

"Sicuro di stare bene?" richiedo ancora più insicura.

Lui mi lancia un'occhiata di fuggita e senza preavviso stringe il manubrio con forza, controlla dallo specchietto se ci siano auto dietro di noi e continua ad accelerare.

"Mai stato meglio, guarda" ribatte istanti dopo.

Ci credo, sai.

"Sto cambiando idea. Sei ubriaco e stai andando troppo veloce" sussurro spaventata mentre le case mi passano davanti quasi fossero fantasmi.

Vengo interrotta da un colpo secco che mi fa zittire all'istante.

"Porca troia ma riesci a stare zitta una buona volta?" ringhia e sembra quasi voglia esplodere. La vena del collo sembra gonfiarsi a dismisura e di rimando anche una sulla fronte appena visibile si estende.

Non avevo mai fatto caso a questa particolarità, non avevo mai visto una cosa del genere. Quando si arrabbia ogni parte del suo corpo cambia...e qualcosa di strano, non nego mi faccia ancor più incuriosire, anche se dovrebbe farmi spaventare.

"E ti ho già detto che non ho bevuto."

Evito anche di guardarlo per non farlo arrabbiare ancor di più.

Combatto con me stessa per non mettermi a gridare e sfidarlo, se non ha bevuto perché ha gli occhi così rossi?.

"Che cosa hai fatto allora?" contrabbatto ormai senza pazienza.

"Mi piacevi di più quando stavi zitta."

"Gentilissimo." Esclamo e incrocio le braccia al petto.

"Sempre."

"Dove stiamo andando?" richiedo.

Si ferma davanti al McDonald e collego ormai spazientita.
Cazzo è fuso.

"Ho fame."

Ordina il menù più ricco e senza che io gli dia approvazione, ordina e paga per entrambi.

"Non mi pare di aver detto di avere fame."
Lui alza le spalle e con un gesto fa alzare l'unico ragazzo seduto da solo in quel posto.

Il velo del doloreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora