Capitolo 40

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CHARLOTTE POV'S

"Cosa stai facendo?" mi chiede Katy dall'altra parte del telefono, mi guardo intorno e mi stringo la coda.

"Sto facendo una corsetta, mi dovevo rilassare" gli dico aspettando una sua risposta.
Metto il telefono tra l'incavo della spalla e l'orecchio.

"Ma fa un freddo terribile" grida lei.

"Lo so, lo so Katy ma avevo voglia di correre" gli dico ridendo.

"Bhe mentre tu sudi e puzzi ovviamente, io sono sotto al plaid a bere cioccolata" me la immagino in questo momento e scoppio a ridere.

"E stai guardando un film triste, vero?" chiedo sapendo già la risposta.

"Fino a un dieci minuti fa', poi ho avuto la fantastica idea di chiamare la mia amica del cuore e mi sono già ripresa."

Mi fermo immediatamente al sentire le sue parole.. "la mia amica del cuore".

Non ho mai sentito nessuno chiamarmi così. Mai. Da una ragazza soprattutto.

In un secondo mi tornano come dei flashback tutte le umiliazioni ricevute dalle ragazze e nego con la testa per scacciare quei pensieri.

"Amica del cuore?" sussurro.

"Si Charlotte, amica del cuore ho detto. Perché tutta questa incredulità?.

Ovviamente lei non sa del mio passato ma sono contenta di averla conosciuta.

"Comunque ti ho anche chiamato per sapere se ti andava di pranzare a casa mia, mi sento tanto sola" dice cercando di farmi commuovere.

E io sto che sempre sola? chi pensa a me.

"John verrà anche dopo?" chiedo ingenuamente.

"No" dice subito "è impegnato."

"Cosa avrebbe di meglio da fare che passare il tempo con la sua ragazza.?"

La sento sospirare forte e trattenere un singhiozzo.

Capisco la situazione ancor prima che la senta parlare la fermo.
"Katy sto arrivando, vado a farmi una doccia e arrivo di corsa."

Sussurra un debole "si" e chiude la chiamata. Credo che abbia bisogno di me.

Inverto la direzione e riprendo a camminare per tornare il prima possibile a casa mia. Riavvio la musica ed imposto la riproduzione casuale.

Continuo ad essere immersa tra i miei pensieri è mi distraggo soltanto quando noto una bambina per terra che piange.
Mi avvicino lentamente per non spaventarla e subito il suo viso si solleva, mi osserva e noto subito che sta veramente piangendo, forse spaventata frettolosamente si asciuga le lacrime e ritorna a guardare per terra.

Non so che fare ma non posso lasciare questa bambina da sola piangere in un gradino.

"Piccolina?" chiedo dolcemente avvicinandomi.

Si irrigidisce e mi do uno schiaffo mentale. Non ti conosce e tu già la chiami piccolina, grande sbaglio mi deride la coscenza.

Non ho fratelli quindi non so come comportarmi.

E quando sarai madre che farai?.

Stai zitta.

Qualsiasi cosa pronuncerei sarebbe inappropriata, quindi escogito un piano.

"Ti va un pò di zucchero filato?" le chiedo dolcemente mentre la bambina inizia a guardarmi, ho attirato la sua attenzione, perfetto.

"Se ti va seguimi lì" le faccio un sorriso dolce e mi incammino verso la postazione di quell'uomo.

Il velo del doloreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora