CHARLOTTE'S P.O.V
"Torniamo a casa?."
"Vuoi già tornare?" ribatte Mike.
"Che senso a stare qui, ti fai solo del male."
Lui annuisce e dandosi una spinta con le braccia, riesce ad alzarsi e restare in perfetto equilibrio.
Mentre i miei passi superano i suoi per tornare al cancello, con i miei numerosi pensieri, un tocco mi fa saltare.
Mike dietro di me comincia a farmi il solletico sui fianchi e io non faccio che muovermi come una medusa.
"Dai, ti prego Mikee"
Ridiamo entrambi e con una spinta mi fa voltare e porta il mio corpo attaccato al suo.
"Te lo racconterò okay?"
Annuisco è come la prima volta, che ho sentito la necessità di toccarlo, il mio viso finisce dritto nel suo petto.
Nessun movimento e come se entrambi stessimo trattenendo il fiato. So quando per lui un abbraccio valga più di qualsiasi altro gesto e sono nuovamente contenta che non mi stia allontanando.
Ridacchio un secondo quando noto il braccio sinistro di Mike fare strani movimenti nell'aria senza sapere dove poggiarlo.
Così prendo la sua mano libera e la poggio sulla mia schiena.
"Puoi lasciarla lì" sussurro.
"Riesco a fare tutto lo sai, ma quando si tratta di stringere qualcuno."
"Lo so hai più difficoltà, non fa niente."
Ci sciogliamo da quel abbraccio meraviglioso dove preciso che non mi sentivo più così da anni, così bene, così protetta e un piccolo rossore spunta sulle sue guance.
"Sei arrosito" sussurro debolmente e mi allontano, neanche il tempo di completare la frase che con la mano libera mi tira nuovamente a s'è e tutto mi passa in un secondo. Non riesco nemmeno a ricordare di che colore siano i miei capelli.
Che cosa indosso?.
Oh mio Dio adesso so quello che si prova.
La sua mano afferra il mio viso e non ci sta neanche un secondo ad unire due pezzi di legno che non siamo altro in unione, due pezzi di puzzle completamente diversi ma apparentemente uguali.
Il suono delle sue labbra a contatto con le mie sarà il mio nuovo tormento.
È solo un contatto ma adesso tutto cambia per me.
Come schiocchi le dita e lui ha stampato la sua bocca sulla mia, come le rischiocchi e lui e già a qualche passo da me.
"Sei rossa tu adesso."
Cosa è appena successo?.
Mi ha baciato veramente?.
In macchina cerchiamo entrambi di non far calare il silenzio, perché parliamo a moto senza nemmeno riuscire a fare un discorso di senso.
Non ci guardiamo neppure di sfuggita e mi chiedo se tutto questo può essere considerato così bello.
Una nuova sensazione giuro di averla provata, una nuova speranza giuro di averla vista, una nuova delusione giuro di non poterla supportare.
Non posso pentirmi di una cosa che non ho avuto neanche il tempo di realizzare.
Non posso negare di sentire lo stomaco fremere, le gambe tremare e un nodo alla gola che evita anche all'aria di entrare.
È sbagliato.. lasciare a lui la convinzione di non essermi arrabbiata perché l'ha fatto?.
È sbagliato..che io dimentichi cose che non mi andrebbero mai bene, solo perché è lui.?
È sbagliato credere e fidarmi di un ragazzo come Mike?.
Sto sbagliando?.
MIKE POV'S
Il motto che mi ripeto sempre è: fai, qualunque cosa il tuo cervello ti dica.
E io lo faccio sempre anche se la metà delle volte sbaglio e poi ne pago pure le conseguenze ma non mi importa.
L'unica cosa che non seguo mai invece è il cuore.
Ed era andato tutto bene fino al quel momento.
Sono nato in una notte fredda, dove la pioggia scendeva rapida mentre si univa alla neve. Dove il vento muoveva gli alberi e la tempesta peggiorava man mano.
C'erano pochissimi gradi e l'unica cosa da fare era stare a casa al calduccio quella notte.
Eppure mia madre sapeva che era quella la mia notte.
Mancava qualche settimana alla mia nascita, ma lei doveva partire, doveva andare all'ospedale in quel preciso momento.
Sono nato il 27 gennaio alle 2:36 del 1996.
La mia infanzia me la ricordo vagamente, ero un bimbo scontroso e impulsivo ma il mio obbiettivo è sempre stato quello di stare al centro dell'attenzione e non so come ci riuscivo sempre.
Ricordo anche che ero un po' chiuso, non mi piaceva esternare facilmente i miei sentimenti o le mie emozioni. Ricordo anche che da piccolino giocavo sempre con un soldatino, mi piaceva trascorrere il tempo con lui.
Poi un giorno è scomparso.
Tutti mi chiedevano perché avessi quel carattere, da chi avevo preso se i miei erano tutto il mio contrario?.
Lo sapete voi con che tempo sono nato? usavo come scusa.
Freddo, come alla corazza che mi sono creato man mano negli anni simile alla compatticitá della neve. Dove le parole degli altri smuovevano qualcosa ma che dentro di me non avevano i risultati sperati.
Dove la mia amica ancora era la solitudine.
Con gli anni però ho capito che non giovava a niente questo carattere o almeno il mio atteggiamento.
Con gli anni ho cercato di migliorarmi, di essere diverso da quello che ero da piccolo.
Ho capito che devo essere contento di quel che sono e che sono diventato.
Ho cominciato inoltre ad andare in palestra, mi sfogavo con gli attrezzi invece che stare sempre chiuso con me stesso.
Ho acquisito una nuova sicurezza, una sicurezza che adesso mi ha fatto diventare ancora più freddo.
E mi andava bene fino al quel momento.
Potevo avere tutte le ragazze che volevo, avevo le giuste di persone accanto.
Mai una parola di troppo, mai un gesto affettuoso se non si parlava di mia sorella, mai un sentimento forte.
E lo ripeto mi andava bene fino al quel momento.
Fin quando una ragazzina mora aveva deciso di prendere i miei stessi biscotti.
È stato lì che ho avvertito qualcosa che non avevo mai sentito, ho dato retta per la prima volta a qualcosa che non era la mia ragione. Ho seguito il mio cuore.
***
Scusate se il capitolo è corto, ma ci tenevo a farvi arrivare esattamente i loro pensieri anche se brevemente.
Un bacio e come sempre commentate se vi va'.
~Domy
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Il velo del dolore
RomanceCharlotte è una ragazza timida, gentilissima sempre verso tutti e responsabile a tal punto da negarsi qualcosa pur di fare felice i suoi genitori e chi le sta intorno. Quando viene a mancare il suo migliore amico il suo cuore si spezza, il mondo le...