Capitolo 44

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"Possiamo parlare?"

"Si, cazzo parliamone."

***

La gente mi passa accanto e io faccio lo stesso con loro, non preoccupandomi delle spallate che lascio.

Il mio respiro e un po' accelerato e le mie mani sembrano non trovare un punto dove fermarsi, non nego che mi tremino.

Sam davanti a me, cerca di fare largo e senza obbiezioni lo seguo per uscire da quel posto .

L'aria fredda mi fa riprendere ma allo stesso tempo rimango paralizzata.

Fa freddo, cavolo.

"Charlotte che ti prende?"

"Cosa?" chiedo non capendo.

"Sembravi strana lì dentro."

Il suo braccio si allunga e poggia una mano vicino alla mia spalla.

"Sicura di stare bene?"

"Certo. Ti do per caso l'impressione del contrario?"

"Un po'."

"Ah" la mia bocca resta così per secondi finché non capisco che sono imbarazzante.

Un gruppetto di amici ci superano ed entrano nel locale fumando qualcosa che nell'aria si disperde.

"E pensi sia perché..?" richiedo.

"Non perché hai bevuto, neanche si nota. Penso per quello che hai visto."

"Quella coppia di lesbiche che si davano da fare su un angolo della casa.? Si mi ha un po' sconvolta."

"Ma no quelle ahh. Però niente male vero?"

"Spero tu stia scherzando."

"Si certo che lo sto facendo."

"Meglio un'orgia gay."

Il suo sguardo sbigottisce e la mia risata risuona nell'aria.

"Okay ritiro tutto...si nota e anche di molto che hai bevuto" precisa mentre si porta una mano in fronte.

"Sembri quelle faccine che adesso ci sono su whatsapp."

"L'abbiamo persa, ripeto l'abbiamo persa."

"Stupido" ridacchio "accompagnami a casa."

"E le buone maniere dove le hai lasciate.?

"Puoi accompagnarmi gentilmente a casa signor pazzo per le lesbiche?."

"Ti ricordo che non c'è uomo a cui non piacciano."

"Perché stiamo parlando di questo?

"Ma le hai nominate tu."

"Sam tu hai continuato."

"Okay sto perdendo alla grande."

"Ti ritenevo molto più bravo, sei un pervertito."

"Sono pur sempre un ragazzo e con un po' di tasso di alcool nel mio corpo."

"Che sei precisino."

"Dote."

Ridacchiamo mentre le strade scure, vengono illuminate dai fari della macchina su cui siamo e un po' di vento svolazza, rompendo i soliti schemi.

"Prima mi riferivo a quando Mike e Fenice hanno cominciato a baciarsi."

Di nuovo la realtà dei fatti mi vengono riportati, ma io fingo, come faccio sempre.

Il velo del doloreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora