Capitolo 62

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"Grazie Charlotte e a parte tutto, mi dispiace se per un periodo con te ho fatto lo stronzo, non mi fido della gente, sei arrivata così dal nulla, hai cambiato un po' le vite di tutti, dovevo solo capire che tipo di ragazza eri prima di potermi fidare."
"Non fa nulla Deniel è già passato, ero una sconosciuta per tutti voi era plausibile che avessi dei dubbi su di me."
"Non sono uno che parla molto ma sono contento che ci siamo chiariti, alla fine sei una brava ragazza Charlotte."
"Anche tu sei un bravo ragazzo Deniel."
Mi sollevo dal letto e senza pensarci lo abbraccio, lui con la mano mi accarezza la schiena e io sorrido leggermente.
"Deniel Jones così, chi se lo sarebbe mai aspettato."
"Non hai ancora visto nulla di me."

La porta si apre e io non faccio proprio caso a ciò che potrebbe sembrare, ancora abbracciata a Deniel mentre mi accarezza la schiena, io per come son fatta, sono sicura che ho le guance arrossate ma non per lui, perché è la situazione in sé.
Ma lì un Mike con quell'espressione, con quelle occhiaie, con quel viso così scavato e le mani tremanti, che mi lancia quello sguardo così arrabbiato mi distrugge.
Mi stacco da Deniel immediatamente e porto le braccia dietro la schiena sollevando le punte dei piedi, come se fossi colpevole.
E vorrei correre e abbracciare Mike, perché diciamoci la verità se son qui è solo per lui, ma non lo faccio, sto immobile con il suo sguardo incriminante addosso mentre io guardo per terra.
E magari nei film lei lo avrebbe fatto, dai, correre da lui e dirgli sottovoce che gli era mancato, che se era scappata da casa lo aveva fatto solo per lui, che quall'abbraccio era solo un stupido abbraccio che non contava nulla, ma no, questo non è un film, è io me ne sto in silenzio mentre penso a tutto quello che stavo cercando di creare con lui, si sta spezzando, ogni secondo che io sto così, lui nella sua testa distrugge, cancella, rinnega ogni momento passato con me.
Penserà che sono come tutte le altre, che tutte le volte che gli ho aperto il mio cuore non era vero, ma io non mento, voglio davvero che tu ti fidi di me Mike, ma tu non parli ed io non parlo, come fanno due persone come noi?.
E mi sembra di star cento passi lontana da te quanto basterebbe farne sei per raggiungerti.
E hai questi occhi azzurri così tristi... e le mani che ti tremano che cosa ti succede?.
E mentre io parlo con te nel mio cervello tu hai detto qualcosa perché hai mosso di poco le labbra e Deniel ha annuito a qualsiasi cosa tu abbia detto.
E vai via, si Mike sei andato via, ed è rimasto solo silenzio.
Sei andato via ma non mi hai nemmeno chiesto perché fossi lì, non mi hai nemmeno buttato qualche battutina infelice delle tue come fai sempre, sei andato via e basta, è così grave la situazione?.
"Io.. Io-"
"Seguilo, digli solo che mi stavi consolando, lui capirà."
"Deniel, io.. Io-"
"Charlotte va subito da lui. Sei qui per lui né sono sicuro, sta male non dar peso alle parole che ti darà.
Se tieni a lui è adesso il momento per dimostrarglielo."

Cerco di fare qualche passo ma le mie gambe sembrano attaccate al suolo, mi sento pesante, come se non controllassi il mio stesso corpo.
Non mi sono mai sentita così, mi viene da urlare perché non faccio niente per risolvere.
Tengo troppo a lui, tengo così tanto a lui da rischiare di perdere l'affetto dei mei, sono scappata di casa per lui e io adesso me ne sto immobile mentre nella sua testa passano pensieri immaginabili su di me.
Cazzo.
Scendo i gradini della scala velocemente non sapendo nemmeno dove andare, continuo a guardarmi intorno e apro la prima porta che incontro.
Grido il suo nome, ma nessuna risposta.
Continuo a scendere le rampe infinite di questo posto e alla porta successiva sento il suo profumo da fuori, mi batte forte il cuore.
Cerco di far frenare i miei battiti accelerati e senza bussare spalanco la porta.
Apparentemente la stanza è nuovamente vuota ma un singhiozzo mi blocca, osservo in giro e solo dopo mi accorgo che qualcuno dalla parte opposta è appoggiata al letto, quasi nascosto.
Chiudo la porta e immediatamente sono da lui.
La scena mi distrugge e lo avrei preferito in altre circostanze, in altre mille circostanze ma non così.
Non così.
"Mike.."
Mi piego sulle ginocchia e gli sposto un ciuffo dalla fronte.
Lui immediatamente si sposta come se il mio tocco lo bruciasse e io mi sento morire.
È sudato, ha tutti i capelli attaccati al viso e gli occhi rossi, grandi e indefiniti, in mano tiene una bottiglia di vino e sono sicura che abbia già bevuto molto altro per essersi ridotto così.
Non mi guarda e continua a bere
"Mike ascolta"
Lui nega con la testa e sposta il viso dalla parte opposta.
Mi infilo le mani nei capelli e comincio a piangere, quando anche lui singhiozza continuando a scolare alcool.
In un istinto afferro la bottiglia che tiene salda in mano è butto giù tutto in un sorso, so che si arrabbierà ma almeno non avrà altro da bere.
Getto la bottiglia sul letto e la mia gola brucia da morire.
Giro il suo viso per guardarmi, lui deve sapere che io ci sono.
Mi ubriacherò con te pur di farti capire che io ci sono, ed è completamente da pazzi questo discorso ma la testa mi dice di far così.
Mi infilo tra le sue gambe e porto le mie mani sul suo collo, tocco con delicatezza la sua mascella ma lui non si smuove, cazzo
Fissa per terra con sguardo assente.
Prova a parlare e ad allontanarmi, ma non riesce e come se anche la sua stessa voce lo abbia abbandonato.
Stringo le mani sul suo viso e finalmente lo faccio.
Unisco le nostre labbra e le tue sanno tanto di vino e lacrime Mike.
Sento che all'inizio non ricambia e mi stacco, per potermi ributtare su di lui come mai ho fatto nella mia vita.
Al contrario del secondo prima adesso lui ricambia è finalmente sto bene, siamo lenti, siamo tristi, siamo arrabbiati, le nostre bocche si muovono e si dicono quello che noi non diciamo.
Sposto i suoi capelli e lo avvicino più che posso a me, tiro lentamente il suo labbro e finalmente chiude gli occhi rilassando i muscoli del suo viso.
Il bacio sembra completamente diverso rispetto agli altri, è sempre lui eppure è così diversa come sensazione.
Quando mi stacco per poterlo guardare è lui a ribbuttarsi su di me e non so con quale forza mi attira facendomi sedere sulle sue gambe.
Io lo stringo forte e finalmente respira, sospira al mio orecchio e lascia andare un sospiro che secondo me trattiene anche da troppo.
Accarezzo la sua schiena e stiamo così, stretti l'un altro, con il respiro apposto addosso e i nostri corpi uniti, come se veramente io fossi in un film e abbia fatto la scelta giusta qualche secondo prima.

Il velo del doloreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora