Capitolo 60

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"Sei diversa Charlotte" mia madre mi guarda molto attentamente dallo specchietto retrovisore e io sollevo un sopracciglio sfidandola.
"Per cosa lo dici mamma?"
"Hai tagliato i capelli senza dirmi nulla."
"Lo so mamma"
"Ti sta bene questo nuovo taglio, ma se solo me lo avessi detto sarei venuta con te."
"Dovevo farlo da un po' oramai le punte erano quasi tutte rovinate è stata solo un'improvvisata."
"Anche il colore è stata un'improvvisata.?"
"Volevo qualcosa che mi facesse cambiare e poi non è un rosso acceso."
Lei guarda la strada ma sono sicura stia imprecando nella sua mente, non le è mai piaciuto essere avvisata all'ultimo momento.
È una maniaca del controllo.
Ogni cambiamento deve essere sempre lei a prevederlo è sta volta l'ho anticipata, sono stata dalla parrucchiera ieri pomeriggio e mi sono fatta accorciare i capelli, ha fatto un nuovo taglio scalato e delle belle onde rosse.
Ben ti sta, ridacchio.
"Tuo padre ha avuto una bellissima idea. Che dici se magari andassimo ad alloggiare in qualche motel per queste vacanze? andiamo fuori Italia se solo tu lo desideri."
"Non lo so mamma, non sembra una cattiva idea lo ammetto un Natale anche a Zurigo sarebbe fantastico, ma ho un pensiero fisso. Vorrei in realtà andar a trovare Derek e poi voglio andare anche dai suoi, mi manca parecchio la signora Carol."
Mia madre frena di botto è dalla paura mi porto una mano al cuore.
"Non penso sia una buona idea, possiamo stare a casa va bene, ma da loro-"
"mamma perché non dovrei andarci?" chiedo tristemente.
"Sono arrabbiati con te, con noi. Abbiamo sbagliato nei loro confronti, non so che reazione potrebbero mai avere nel vederti, abbiamo sbagliato."
"Possiamo andarci tutti insieme, parlargli e spiegare il motivo del perché non siamo più di andati a trovarli, capiranno mamma, io stavo male al solo pensiero di entrare in casa loro."
"Ci devo riflettere" sussurra debolmente. Mia madre quando si tratta di Derek crolla, per quanto possa essere sempre arrabbiata, polemica, per lui, lei si calma.
"E poi non mi sembra giusto divertirmi quando lui non c'è, insomma l'ultima vacanza c'era e adesso se penso solo che non sarà più a ridere con noi.." alzo gli occhi al cielo e mi mordo il labbro per non piangere.
"Lui è sempre con noi, non scordarlo."
Un'ora dopo sono a casa dai miei, non sono riuscita ad avvisare gli altri e spero che non vadano a cercarmi all'appartamento perché ovviamente non troverebbero nessuno.
"Scendi le tue valige e sistemale Charlotte, ci aspettano gli addobbi natalizi in magazzino."
"Yup, che spasso" sussurro ironica.
"Ti ho sentito."
"Che meraviglia."

"Che avete deciso quindi donne di casa?" chiede mio padre mentre affetta il pane.
"Tua figlia vuole stare in casa è stranamente sono d'accordo con lei."
Evito di fare qualche smorfia e mio padre mi regala un'occhiata.
"Niente gita in montagna o una settimana in un break and breakfast.?"
"Solo roast beef, cioccolata calda ogni sera, tv e plaid."
"A vent'anni ti accontenti di questo Charlotte.?"
"Né ho diciotto e sì papà, mi accontento solo di questo."

Mi butto sul mio vecchio letto e porto le braccia dietro la nuca, osservo le mura della mia stanza è sono praticamente sfoglie, mi tocca ridipingerle, l'ultima volta ho strappato tutti i post e la camera è tornata triste e soprattutto vuota. Ricordo che sotto il letto nascondevo sempre una cosa e con estrema abilità la tiro fuori. Ci stavo provando ad essere più coraggiosa.
Ho ripreso la scatola dei ricordi.
Durante il trasferimento, non sapevo se portarla o meno, alla fine l'ho lasciata qui dove tutto è cominciato. Non la guardo da due anni, da quell'istante.
Ho messo tutto quello che avevo di lui e con lui, dentro una scatola, tre mesi dopo la sua perdita. Me lo ripeto come un motto "due anni" che non la apro e che non lo vedo.
Oggi mi sento forte, posso riuscirci.
La poggio sul letto e incrocio le gambe, la cassa è di legno e con le mani tolgo lo strato di polvere che la circonda.
Prendo dalla mia borsa Teo e riacquisto la chiave che avevo nascosto al suo interno con estrema sicurezza. Il lucchetto si apre e una marea di ricordi mi vengono catapultati alla mente.
Trovo un piccolo mp3 e senza esitazioni collego le auricolari e mentre le noti metal della sua musica preferita mi fanno traballare, io me ne sto lì ad osservare ogni foto come se fosse un tesoro e a disperarmi sul perché in questa vita alla fine ciò a cui teniamo di più, ci viene tolto senza mai essere avvisati poco prima.

Il velo del doloreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora