Lui è John Griver.
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[Capitolo modificato]
Un'ora più tardi sono sotto la doccia in cerca di relax, spalmo il bagnoschiuma al miele sul mio corpo e sfrego un po' più forte per provare a togliere la frustrazione dal mio corpo.
Guardo la mia pelle ed è leggermente arrossata quindi è ora di smetterla.
Mi copro con l'asciugamano e lego i capelli, entro in stanza rovisto un cassetto alla ricerca dell'intimo e lo indosso.
Mi metto dei leggins, una t-shirt a maniche lunghe e le mie vans. Dopo che asciugo i capelli cerco di dargli un ordine ma restano sempre e comunque gonfi. Sbuffo e applico solo un po' di correttore per coprire le occhiaie.
Guardo l'ora e sono già le cinque meno dieci e se non comincio a sbrigarmi arriverò in ritardo.
Sul ripiano dello specchio ci sono parecchie boccette di profumi marcati, regali di mia madre nel tempo. Non dico che non mi piacciano i profumi ma non li utilizzo in quanto uso molti prodotti profumati sul corpo quindi quell'odore in più farebbe contrasto; mia madre ovviamente non conoscendomi me ne regala in quantità senza sapere che faranno tutti la stessa fine, sulla mensola.
Indosso il giubbotto e assicurandomi che tutto sia spento, chiudo la porta alle mie spalle e faccio un paio di scatti con la chiave, metto tutto all'interno della borsa e scendo le scale.
Quando arrivo al posto concordato non c'è traccia di Katy, provo un po' di vergogna a starmene qui da sola, quindi spero che si sbrighi, poi ricordo che mi aveva spoilerato di essere una ragazza sempre in ritardo e quindi aspetto impaziente.
Super giú dieci minuti dopo vedo Katy correre come una pazza con la sua sciarpa che sventola dietro di lei.
Quando è davanti a me si piega sulle ginocchia e comincia a riprendere fiato."Scusa sono in ritardo" sussurra prendendo grandi boccate d'aria.
"Ho notato" dico scherzando "ma non fa niente."
Subito scoppio a ridere alla sua espressione ma ricevo un piccolo pizzicotto sul braccio.
"Aglio" dico spostando il braccio dalla sua vicinanza e strofino il punto colpito scioccata.
"Non mi piace molto l'aglio" dice mentre sventola le mani in aria.
"Ho capito non devo sfidarti."
Con un occhiolino da parte sua cominciamo a dirigerci verso il bar ed è lo stesso dove ho fatto colazione qualche mattina fa', entrando ci sediamo e aspettiamo che qualcuno si avvicini per ordinare.
"Mi hai aspettato molto?" chiede appena posiziona la sua borsa vicino a sé.
"Un dieci minuti circa, niente di preoccupante."
Annuisce e la cameriera prende i nostri ordini, mettendoci a nostro agio.
"Come mai non ti ho mai vista da queste parti.?"
"Mi sono trasferita in questa città da poco, quest'estate ho deciso di non só cambiare aria?. È quindi ho preso un appartamentino qui e sto in questo quartiere da qualche giorno."
Lei riflette qualche secondo e poi annuisce.
"È quindi suppongo abiti da sola?"
"Si."
"E non hai paura a stare sola, non ti annoi?. Anche se pensandoci bene non sarebbe male come idea" prosegue dopo.
"No dai bisogna solamente farci l'abitudine."
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Il velo del dolore
RomanceCharlotte è una ragazza timida, gentilissima sempre verso tutti e responsabile a tal punto da negarsi qualcosa pur di fare felice i suoi genitori e chi le sta intorno. Quando viene a mancare il suo migliore amico il suo cuore si spezza, il mondo le...