Capitolo 64

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Un tonfo, un eco lacerante, il disastro.
Voci, paura, sirene.
Lacrime amare sul viso, confusione, disperazione.
Fu l'ultimo attimo in cui lo vidi.

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Due anni prima.

"Si papà sto uscendo adesso dalla biblioteca, no non tardo, tranquillo. Si a dopo."

Muovo un piede dopo l'altro e al mio solito faccio poca attenzione a ciò che mi circonda.
Controllo di non finire sotto qualche macchina e attraverso velocemente le strisce pedonali.
Nelle cuffie rimbomba una delle mie canzoni preferite di Pink e la contemplo in silenzio, non volendo perdere nemmeno una parola del testo.
Manca un'ora per cena e già il sole è tramontato, in giro c'è poca gente.
La canzone finisce e la rivoglio sentire, mi fermo sotto un albero e riclicco il tasto indietro.
Qualche secondo dopo riparte è stavolta sorrido spensierata.
Riprendo a camminare, giro ad un incrocio mi guardo attorno e vorrei non averlo mai fatto.
Mi giro di colpo di schiena e mi porto le mani tremanti al viso, la bocca ha preso la forma di una O è non riesco a fermare il mio respiro.
La mano mi trema e non so, non capisco che dovrei fare adesso?.
Mi sento confusa, disorientata quasi offesa io.
Mi rivolto è confermo che è lei. È proprio lei.
Julia la ragazza di Derek, il mio migliore amico.
È posso dire di aver visto male ma quei capelli ricci non sono di Derek, a chi devo ingannare ancora?.
E vorrei urlare a quella brutta stronza che è finito per lei il tempo di stare con un ragazzo d'oro come lui, ma potrebbe non credermi Derek, devo provarglielo questa volta.
Provo a scattare una foto ma sono lontani, mi tramano le mani, tutto non me lo consente.
Lo chiamo.
1..2..3.. squilla.
"Nana?"
"Ohh gigante-"
"Che succede stai respirando a fatica. C'è qualcuno che ti inportuna.?"
"No no, io non c'entro ."
"Che vuol dire che tu non c'entri, che succede?"
"Io-io credo sia meglio dirtelo... Non facciamo che litigare su questa cosa è adesso, si è cattivo da parte mia ma voglio dimostrarti di avere ragione."
"Non ti seguo Char, puoi spiegarmi per favore?"
"Ti prego devi venire immediatamente al ponte vecchio, è urgente."
"Sto un po' arrivo a piedi, dieci minuti e sono lì."
"No no non hai capito prendi macchina di tuo padre e arriva subito. C'è Julia con un ragazzo Derek, si stanno baciando."
"Cosa sta facendo Julia?"
Scoppia a piangere e io trattengo le mie lacrime.
"Derek potrebbe vedermi e potrebbe scappare. Ti prego, fai tu la scelta che vuoi ma incastrala adesso che puoi. Non permetterle di farti ancora del male."
La chiamata si interrompe e io non ho notizie per altri 9 minuti che mi sembrano infiniti, dove non faccio altro che sbloccare e ribloccare il cellulare in attesa di messaggi.
Sento da dietro il muretto dove sono nascosta la sua risata e mi si chiude lo stomaco al male che sta facendo al mio migliore amico.
Finalmente un ronzio di un motore che conosco sfregia davanti ai miei occhi.
Sappiamo sia io che lei che è lui e guardandola lei ha già l'espressione sconvolta.
"Derek, Derek ascolta.." corro verso di lui per provare a parlargli, voglio sentirmi meno in colpo ma sto così male ad aver fatto questo gesto.
Ho sbagliato. Ho sbagliato. Ho ragionato con la rabbia non dovevo dirglielo così, cazzo.
"Derek ti prego" quando me lo trovo di fronte ha gli occhi rossi e lo sguardo perso. Guarda dietro di me e con la mano mi sposta di lato.
"Avevi ragione, cazzo, così tante liti e non non sono mai riuscito ad aprire gli occhi su chi veramente fosse questa ragazza. Ma la storia si conclude qui. Aspettami."

Vedo solo braccia che si smuovono, urla e Julia che scoppia a piangere.
Il ragazzo se n'è va correndo anch'esso sconvolto e Derek poco dopo crolla a terra.
Io mi immobilizzo alla scena e capisco veramente il male che gli ho appena fatto.
Ho appena spezzato il cuore al mio migliore amico.
Provo ad avvicinarmi ma sempre lei comincia ad urlarmi, comincia a dire che sono un impicciona, che sono solo gelosa del loro rapporto e sto zitta.
Tutti e tre con le lacrime agli occhi e la rabbia sul corpo. Derek si alza, butta un urlo e scappa via.
Lo conosco so che ora si darà la colpa, che è tutta colpa sua, inizio a correre per stargli dietro ma ad un tratto mi trovo per terra, un dolore fortissimo alla testa e una caviglia dolorante.
Comincio ad urlare e nemmeno sento gli schiaffi che Julia mi dà in viso.
Le sue lacrime si mischiano alle mie e sto inerme, immobile ai suoi schiaffi doloranti.

Il velo del doloreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora