Chiudo il locale ed è sera inoltrata, le strade sono buie e non so che devo fare.
Afferro il cellulare e chiamo Charlotte.
Ma sì, riammetto che mi manca.
"Pronto?"
"Buonasera signorina" ridacchio leggermente e tiro in lontananza un sassolino.
"Ciao Mike" sussurra con voce tenera.
"Ti piace il mio lato da gentleman?" domando spensierato.
"Un po'..." fai la vaga?
"Lo so che ti piace" dico con tono deciso.
"Mantengo questo segreto tutto per me."
"Voi donne siete tutte così complicate" sussurro in modo teatrale.
"Si come no, tu che stai facendo comunque?" me la immagino alzare gli occhi al cielo mentre si infastidisce la pellicina delle sue dita.
"Ho finito il mio lavoro da vero gentleman, sai" cerco di provocarla e aspetto una sua reazione, vai Charlotte.
"Dici troppe volte questa parola oggi"
"E non ti piace la cosa?" svolto in una strada per accorciare visto che voglio arrivare il primo possibile da lei, la mano destra mi si congela dal troppo freddo e ricordo di indossare i guanti la prossima volta.
"Non è una parola che usi spesso."
"Che sei precisina, questa mi mancava"
"Quindi ti manco?" domanda troppo velocemente.
Io ho detto un'altra cosa.
"Char non fraintendermi"
"Ma ti manco? Non dirlo se proprio non vuoi, pensalo soltanto, mi va bene così"
"Fatto."
"Grazie, so che non intendevi quello e poi mi piace stuzzicarti un po'" imbroglia qualche parolina forse a disagio ma non la seguo neanche più, quando sono davanti al suo condominio, una signora apre leggermente la porta e io né approfitto per intrufolarmi.
"Vuoi essere mangiata come uno stuzzichino hai appena detto?" ammicco.
"Mike" urla.
"Si lo so, faccio questo effetto alle donne."
Sbatto le nocche e muoio dalle risate quando mi dice di aspettare in linea perché qualcuno sta bussando alla sua porta.
Quando apre la porta spalanca letteralmente la bocca ed è sul serio scioccata, ciao piccola.
Le prendo il cellulare dalle mani e chiudo la chiamata "mi vuoi far terminare i minuti?."
La sorpasso e lei continua a starsene immobile con la porta ancora spalancata.
Sul tavolo ci sono dei pacchi di patatine e ne apro subito uno.
"Hai l'intenzione di prestare tutta la tua attenzione all'uomo invisibile?. Qui hai l'uomo d'acciaio potresti approfittarti di me."
Finalmente si volta con occhi spalancati e io mangio le sue patatine disinvolto.
"Ma sono le mie quelle"
"Mmm" mi metto comodo sulla sedia e finalmente si avvicina.
Esce dal frigo delle bevande e afferra due bicchieri.
"Dammi un bacio"
"Perché?
"Così, dammi un bacio."
Mi guarda imbarazzata ma alla fine me lo lascia sulla guancia e mi sento realizzato. Si siede di fronte a me e a dividerci è solo il tavolo.
Mangiamo in silenzio e mi piace come si porta la patatina in bocca e la morde lentamente, è provocante eppure è solo innocente.
Mi sollevo e avvicino il mio viso al suo, mi sostengo con i gomiti e incrocio le braccia a qualche centimetro da lei.
"Stai bene?"
Annuisce e a disagio si tocca i capelli.
"Sono serio, stai bene? Sono stato in pensiero per te in questi giorni."
Lei fa' scivolare un dito sulla punta del mio naso e stringe le spalle.
"Con te sì, sto bene."
Evito di arrabbiarmi ma sa da morire quando queste dichiarazioni mi diano fastidio. Non mi piacciono non c'è un vero motivo.
Mi afferra dal gomito e mi blocca.
"Resta qui non allontanarti."
Sospiro annuendo e anche se sono praticamente sdraiato su metà tavolo prendo le patatine e le sgranocchio in questa posizione.
"Ora da bravo gentleman ti imbocco.." le faccio un occhiolino e continuo con questa storia.
Lei nega immediatamente diventando bordeaux e io a questa vista mi sento beato.
Prendo una patatina è l'avvicino al suo viso, la provoco un po' come quando la mamma da piccoli faceva l'aeroplanino, la tiro per la lunga ma alla fine riesce a mangiarla anche se a disagio.
"Un'alta" impongo, lo rifaccio e stavolta chiude subito intrappolando la punta del mio dito.
Lo esco ammaliato e il mio amico laggiù comincia a farsi sentire.
Poggio il viso sulla mia mano e la guardo inclinando il viso.
"Hai sete?" chiede smorzando l'aria, io me ne sto immobile a guardarle la bocca.
"Mike" dice.
Osservo molto attentamente come scandisce il mio nome, come le arcate dei denti si uniscono leggermente e le labbra facciano ovattare il suono.
"Hai dei bei canini" le sussurro, c'è li ha particolarmente a punta simili a quelli di un vampiro.
"Te ne sei accorto" si porta le mani alla bocca spaventata e io la guardo scioccato.
"Si qual è il problema?"
"Sono brutti" ripete.
"Non è vero, guarda" sollevo il mio labbro ed espongo il mio "io c'è l'ho pure così, solo che tu c'è l'hai ben delineati."
Arrossisce e non capisco perché con lei riesco a parlare di tutto, ho appena finito di parlare di canini.
Ma che diavolo mi prende?.
Lei porta l'indice sulla mia bocca e allunga l'angolo, capisco che vuole fare e sorrido.
Non ho mai avuto la forma propria e vera di una fossetta, ho solo una specie di fosso che si crea solo quando rido davvero.
"Siamo imbarazzanti" dico.
"Perché?"
"Queste cose sono da fidanzatini smielati che cazzo."
Mi rimetto a posto e smuovo i miei boxer, che caldo che fa' lo sentite?.
"Tu che hai fatto oggi?" le chiedo per distrarmi.
"Ho parlato con mamma e ho risettato casa."
"Continua a dirti di stare lontano da me?" annuisce e si morde il labbro.
"Si, continuo a dirle che non ti ho più rivisto da quella notte."
"Mmm..."
È più forte di me, il tocco di quella ragazza al negozio mi fa trasalire ancora.
Mi alzo e le prendo una mano "andiamo sul divano?. Voglio toccarti un po'."
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Il velo del dolore
RomanceCharlotte è una ragazza timida, gentilissima sempre verso tutti e responsabile a tal punto da negarsi qualcosa pur di fare felice i suoi genitori e chi le sta intorno. Quando viene a mancare il suo migliore amico il suo cuore si spezza, il mondo le...