Capitolo 55

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CHARLOTTE POV'S

Una settimana dopo.

Cammino per le strade inquinate e sporche della città. Poggio i piedi in sequenza delle mattonelle colorate quasi fosse un stupido gioco per passare il tempo.
Alzo il viso e nel semaforo eccheggia il rosso pedone, scatto, attraverso la strada con il divieto.
Cosa ho da perdere io?.
Solo un'uomo rimprovera il mio atto coraggioso e io in tutto questo mi ripeto che è stato elettrizzante.
Riprendo a giocare con le mattonelle ed è l'unica cosa interessante che faccio ultimamente. Oggi niente biblioteca, giornata libera.
Giro ad un incrocio ed esploro angoli di questa città mai visti, c'è un'insegna enorme colorata in alto e mi pietrifico a guardarla.
Acquario marino.

Con un alzata di spalle mi convinco, che male può farmi?.
Dopo un susseguirsi di scale, biglietti e gente strana comincio ad essere nel vero cuore di questo posto.
Ci sono acquari enormi con centinaia di pesci diversi.
Ohw sussurro ad ogni passo. Che spettacolo, che vita che c'è qui dentro.
Poggio l'indice nella vasca trasparente e diversi pesci scappano, lo sposto per qualche altro centimetro ma stavolta questo pesciolino non va via. Anzi si posiziona proprio dietro il dito e sembra intenzionato a guardarmi, cavolo ho pure terrore di un pesce.

Davanti alla vasca dei crostacei c'è un ragazzo con i capelli neri, di spalle sembra ricordarmi qualcuno ma non ho proprio idea di chi sia.
Osservo i granchi e il loro strano modo di fare.
"Sapevi che i granchi non nuotano? al contrario dell'aragosta e del gambero?. Hanno un piccolo addome muscoloso che usano per spingersi all'indietro quando devono fuggire e nelle femmine serve per trattenere le uova."
Il ragazzo comincia a parlare e io né resto sorpresa.
"Non lo sapevi vero?" mi chiede.
Faccio cenno di no e Deniel si avvicina ad un'altra vasca.
Lo seguo.
"Questo che tipo di pesce è?"
"Non lo riconosci il pesce pagliaccio arancio rosso, strisce bianche ragazzina. Nemo? non ti fa pensare a nulla?."
Nuovamente faccio di no e mi fissa strano.
"Sono sconvolto, sono cresciuto con quel cartone."
Lentamente continua a parlarmi delle loro caratteristiche, perché hanno le pinne così, perché il loro nome non è adatto a tale specie e io rido prendendolo in giro, sembra un biologo marino.
"Ti piacciono tanto gli animali o hai voglia di parlare oggi?" mi guarda di nuovo male e mi ricordo che con lui le battutine non funzionano.
C'è un'altra persona che mi sta facendo diventare davvero squallida.
"Scusa non volevo risultare così presuntuosa.."
"Figurati" risponde solamente.
Nel mezzo di un'altra sala all'interno di un piccolo recinto c'è una tartaruga gigante.

"Prova a toccarla"
"e se si arrabbia? mordono le tartarughe?" chiedo sconvolta.
"Sfiora appena il guscio non ti mangerà."
Lui se n'è sta dritto, precisamente con la colonna vertebrale perfetta e le mani in tasca.
È un po' inquietante a dire la verità.
Ci provo ma scatto subito all'indietro. "Che fifona" mi sussurro da sola.
"Riprova di nuovo" dice e facendomi le spalle si allontana.
Stavolta riesco a toccare il guscio è ruvido e duro, subito comincia a muoversi e io la guardo l'ultima volta.
"Ciao Tracy di 98 anni."

"Mi racconti qualcosa sulle farfalle?"
La stanza dove siamo adesso è ricoperta da insetti.
"Sai come si riproducono?"
"Si, credo di aver capito qualcosa alle medie" dico più sincera che mai.
Stavolta sul suo viso vedo un accenno dei denti.
Ha l'aria simile a Mike, quell'aria da intimidatore, i soprannominati "stronzi" ma loro due non sono uguali proprio per niente.
Mike è ironico di tutto ne fa' una battuta, ride spesso e provoca il più delle volte, invece Deniel no, ha quell'espressione da quando l'ho visto.
Fronte aggrottata, occhi seri e bocca serrata.
"Le farfalle non vivono molto, varia da qualche giorno a una o due settimane, poche riescono a raggiungere un mese di vita. Tranne una specie che riesce a stare in vita per due stagioni ma è complicato."

Il velo del doloreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora