Capitolo 56

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Qualche ora dopo metà di loro comincia a sbadigliare, guardo l'ora sul cellulare e sono già le due e mezza.
Io me ne sto sdraiata sul fianco destro con il viso rivolto alle spalle di Sam, lui dopo che mi ha lasciato un bacio e mi ha sussurrato la buonanotte è stato il primo ad addormentarsi.
Sento in sottofondo anche Wild e John russare.
Stavolta riporto l'attenzione al soffitto e sto in silenzio, mi lascio cullare dal leggero suono che proviene alla mia sinistra e faccio finta che tutto quello tra noi non sia mai successo.
È così brutto avere una persona a cui tieni, averla vicino e non poterle nemmeno parlare.
Mi distrugge il fatto che non ci rivolgiamo parola perché mi manca, mi manca lo stesso.
I secondi passano, i minuti passano e credo pure un'altra ora e io non faccio altro che ripensare a cosa facevo con lui.
Ho ricordato di quando siamo andati al luna park, quando mi ha stretto le cosce per non essere vista da sotto, quando ci siamo messi a correre, quando mi ha tolto la maionese dal viso e le sue mani poi erano su di me.
Stavo pensando che mi è piaciuto come si era comportato quella sera, prima che poi rovinasse tutto.
Stavolta anche Katy sprofonda nel sonno visto che borbotta qualcosa di incomprensibile. Fenice ha fatto di tutto per infilarsi con Mike ma lui non l'ha minimamente calcolata e sto ancora cercando di capirne il perché, la ragazza lo ha mandato a quel paese ed è ritornata al suo posto lontano da lui e da me.
Sotto le coperte sblocco il cellulare e sono appena le quattro e qualche minuto.
Non so come riuscire a rilassarmi, sono così in tensione, un sussurro mi fa arrestare.
"Dormi" sussurra serio.
Stringo forte il labbro e vorrei solo affondare nel suo petto, riprendere a respirare e sentirmi cullata un po'.
"Non riesco" sussurro dura.

Il fruscio delle coperte mi distrae è anche lui adesso è sdraiato a fissare il soffitto.
"sto odiando questa cosa" continuo.
"lo so" risponde.
Mi viene da urlare perché a lui non importa, non sembra per niente soffrire come soffro io.

Sta solamente riempiendo il silenzio.

Mordicchio la pelle del dito e sbuffa, so che a lui dà fastidio, ma non posso farci niente sono nervosa.
Perché devi essere così bello da farmi male, perché devi essere così complicato da farmi impazzire, perché sei tutto quello di cui ho voglia. Perché?
Io devo odiarti, io dovrei odiarti da impazzire e me ne sto qua a qualche centimetro da te a non desiderare altro che una tua carezza.
"Hai parlato con D."
Resto immobile e formulo una riposta sensata, so che D è riferito a Deniel, probabilmente non vuole dire il nome intero, perché potrebbe sentirlo e svegliarsi ma non so che rispondere e ripeto la sua stessa risposta "lo so."
Mi sento in colpa lasciarlo così e dopo qualche secondo sospiro, e riprendo a sussurrare.
"Ci siamo visti oggi."
Si volta di colpo e ho il suo viso di lato "che vuoi dire?"
"ci siamo incontrati per caso... non in quel senso. "
"ah ecco" dice "dove?"
"Acquario"
Non dice più nulla e ci divide troppo poco per cui io possa continuare ad ignorarlo, mi volto e mi reggo sul gomito.
"Mike" dico con tono ferito.
Solleva il braccio e nella penombra mi sistema il ciuffo.
"Shh, lo so."
"Non sai niente invece" mi abbassa il capo e si avvicina di qualche centimetro.
"Mike" ripeto, potrei scoppiare a piangere.
"Bimba lo so" ripete.
Stavolta sono io ad avvicinarmi e poso una mano sul suo viso. Muovo il pollice e finalmente riesco a toccare la sua pelle, percepisco la ricrescita dei peli sul viso e ripasso la forma delle sue labbra.
"Mi sei mancato da morire" mi lascio sfuggire "e uno strazio non parlarti."

Con un colpo secco il mio viso è schiacciato sul suo e le nostre labbra si scontrano.
Tutti i miei muscoli si rilassano ma prendo immediatamente fuoco, stavolta lui le muove e arrabbiata da morire ma troppo presa stringo i suoi capelli e seguo il suo ritmo.
Le nostre bocche si cercano, si intrappolano, si mordono e lo fa con una possessività che mi fa quasi male.
Però mi piace, mi piace come mi sento.
Un rumore ci fa bloccare ma restiamo con le labbra incollate.
Lui riprende ad acchiappare il mio labbro superiore e mi sento in paradiso dopo questi giorni bui.
La sua mano scivola sulla mia schiena e non ci sta molto a stringermi i glutei, di riflesso chiudo la bocca e riesco a sentire il sapore del sangue. Cavolo lo morso.
Di nuovo qualcosa ci ferma e stavolta capisco che è Lucy, ti prego torna a dormire.
Mi stacco contro voglia dalla sua bocca, nascondo il viso nel suo incavo e mi incastro completamente a lui, Mike ha il mento poggiato sui miei capelli e mi continua a stringere a sé, sento la sua erezione e sospiro debolmente.
Gli lascio dei baci sul collo e so che nessuno dei due c'è la fa' più a resistersi.
Lentamente mi abbassa il pigiama e anche se sono spaventata non mi ritiro "voglio sentire la tua pelle" dice con quel tono che farebbe impazzire qualsiasi donna.
Infatti fa sú e giù con il palmo sull'altezza della coscia e mi riscalda questo suo tocco, stringe la carne fra le sue dita e invece di gemere chiudo la bocca sul suo collo, avrà un segno rosso domattina.
La sua mano si sposta sul sedere, allontana di pochissimo i margini delle mutandine e palpa senza pudore.
"Ma che state facendo?" dice qualcuno.
Io mi immobilizzo ma Mike continua e non è facile stare zitta e soprattutto immobile.
"C'è qualcuno sveglio?" pensavo la sua domanda fosse riferita a noi ma forse cerca di capire che sono questi rumorini.
Capisco da come mi tocca che ha una voglia matta, dalla sua erezione che continua a pressare su di me e dai suoi sospiri pensanti che infiammano i miei.
Sono così persa che potrei fargli fare quello che vuole di me qui davanti a tutti.
"Ma sta zitta" risponde qualcuno.
Stavolta Mike capisce il pericolo e si blocca con la mano ancora chiusa a coppa sul mio sedere.
Con le mani mi afferro al suo braccio e sembriamo arrampicarci sui nostri corpi.
"Lucy ma che diavolo ti prende?"
"Sentivo qualcuno baciarsi"
"ma che dici sta zitta"
"okay" risponde lei.

Il velo del doloreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora