Capitolo 10

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L'allenamento con Camilla fu più duro di quello che provai alla villa dei Drake. Non si risparmiava e non ci pensava due volte a farmi andare gambe all'aria e culo a terra.
Passarono delle ore, che volarono come fossero secondi e all'ultimo atterramento che subii, rimasi a terra, con il fiatone, bagnata di sudore e dolorante in diverse parti del corpo.
Lei mi aveva insegnato le mosse, ma il mio problema era eseguirle e il fatto che non ci riuscivo contro una persona che nemmeno si stava sforzando come Camilla mi buttava il morale a terra.

"Per oggi può bastare" decise porgendomi la mano. La presi e mi feci aiutare ad alzarmi.

"Sono andata tanto male?" chiesi un po' preoccupata e Camilla mi diede il colpo di grazia con la sua risposta.

"Sì" disse avviandosi verso l'uscita, mentre io, dopo aver tirato un sospiro frustrato, decisi di seguirla.
Fuori il cielo si era oscurato e quello mi fece ricordare che non avevo informato i miei zii che ero con Camilla.
Tornai dentro e andai a prendere il cellulare dalla tasca, vedendo una dozzina di chiamate perse da parte di entrambi, perciò mi sbrigai a chiamare mio zio, che rispose quasi subito.

"Sterling, dove diamine sei? Stai bene?" dalla sua voce, capii subito che si fosse spaventato e questo mi fece sentire in colpa.

"Sì sì sto bene. Scusami tanto, mi sono dimenticata di avvisarti che ero da....un'amica" all'ultima parola, guardai Camilla in cucina e la vidi rivolgermi una veloce occhiata prima di girarsi e aprire il frigorifero.

"Un giorno mi verrà un infarto con te" disse con tono sollevato, anche se già sapevo che mi sarebbe toccata un'altra ramanzina delle sue e anche di mia zia.

"Scusami ancora...." vidi Camilla farmi un cenno, così abbassai il telefono e lei mi chiese di rimanere a cena e io mi ricordai anche del biglietto per la mezzanotte, perciò pensai subito a cosa dire a mio zio.

"Zio Paul, ti fa nulla se resto a dormire dalla mia amica?" gli chiesi e nello sguardo di Camilla vidi un'espressione che non seppi decifrare, sembrava quasi eccitazione, però tornò subito normale e dopo varie raccomandazioni da parte di mio zio, lui accettò e lo salutai. Misi il telefono sul tavolo in cucina e mi passai il dorso della mano sulla fronte per asciugare il sudore.

"Puoi farti la doccia se vuoi. Il bagno è di sopra" mi propose Camilla, ma io le ricordai che non avevo vestiti di ricambio con me. Tuttavia lei mi permise di usare i suoi vestiti se mi fossero andati bene.
Accettai e salii le scale.
Dal piano di sotto, Camilla mi indicò le due stanze in cui sarei dovuta entrare: camera sua, che era la prima porta a destra e il bagno, che era la prima a sinistra.
Entrai nella camera della ragazza e mi fermai a guardare cosa ci fosse dentro.
In fondo c'era un letto da una piazza e mezza proprio sotto una finestra, sulla sinistra un armadio e prima ancora una cassettiera, mentre sulla destra una scrivania e uno scaffale pieno di dischi di vari artisti e dei libri, tutti tendenzialmente horror. In terra, al centro della stanza, era posti un tappeto circolare, mentre sulle pareti notai alcuni poster appesi, ad esempio quello di 8 Mile di Eminem, Steven Tyler degli Aerosmith e uno con la band dei Linkin Park, il che mi portò a pensare che il genere musicale preferito di Camilla fosse tra il rap e il rock.

Un colpo di tosse improvviso mi fece sussultare. Mi voltai e vidi Camilla appoggiata con la spalla allo stipite della porta e le braccia incrociate.

"Vuoi analizzare anche il tipo di legname usato?" mi domandò usando un tono mezzo infastidito, perciò immaginai che non le piacessero molto le persone ficcanaso.

"No scusami, è che non ti facevo una tipa....così" le spiegai indicando la sua stanza, ma quella risposta provocò uno sguardo confuso nella ragazza.

"Così come?" mi chiese e dalla sua voce trasparirono chiaramente e implicitamente le seguenti parole: Stai attenta alle prossime parole che dirai.

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