Capitolo 28

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Passarono due giorni da quel pranzo in famiglia a casa dei Drake e di Camilla nessuna traccia.
Le avevo mandato dei messaggi per accertarmi che stesse bene, ma non li aveva neanche letti, così come non rispondeva alle mie chiamate.
A scuola non si vedeva neanche l'ombra.
Dopo la dura lite che ci fu a quel pranzo, pensai che avesse bisogno di spazio e tempo per riflettere e fu per questo che non mi comportai con troppa insistenza.
Quella mattina arrivai a scuola senza Hanna, che era tornata a casa sua con una pattuglia a controllarla, e all'esterno vidi, seduti ad un tavolo, Damien, Mary e Christian.
Mi avvicinai a loro e la prima cosa che notai furono gli sguardi cupi e pensierosi, soprattutto quello di Damien.

"Buongiorno" li salutai con un attimo di timidezza. Loro mi guardarono e mi salutarono, dopodiché mi sedetti in parte a Mary.

"Di Camilla non hai saputo niente?" mi chiese Damien e io fui costretta a scuotere la testa. A questa risposta Damien sospirò sconsolato.

"Mi piacerebbe almeno sapere dove cavolo si è cacciata. Se sta bene oppure no" disse pensando ad alta voce.
Avrei voluto dire a tutti loro della casa segreta di Camilla, ma le avevo promesso che non ne avrei fatto parola con nessuno e non volevo deluderla.

La campanella suonò, perciò ci dividemmo per andare nelle rispettive classi e così iniziò la giornata scolastica.
Tra una lezione e l'altra ebbi il tempo di informare Thomas e Luis che avrei iniziato a studiare per la patente, dopo aver convinto mio zio, che non era per niente sicuro di farmi girare in moto.

"Ti vorrò proprio vedere a fare le impennate" commentò Luis facendo ridere tutti.
Dato che avevo una lezione che frequentavo solo io, mi separai dal mio gruppo e andai verso l'aula.
Per arrivare prima uscii nell'atrio interno della scuola, ma quando notai dei movimenti sulla mia sinistra mi fermai e vidi Raylee che litigava con un ragazzo che mi sembrava troppo grande per frequentare il liceo.
La ragazza sembrava in difficoltà, ma non volevo intervenire e peggiorare una situazione che non conoscevo, perciò, visto che nessuno dei due mi aveva vista, mi nascosi e origliai la loro discussione.

"Credi che questi bastino, Morgan?" domandò il tipo con tono minaccioso.

"Certo che no, ma mi serve tempo. 5000 dollari non piovono mica dal cielo" rispose Raylee con tono basso e spaventato, mentre io rimasi allibita dalla cifra che doveva al tipo.

"Sarà meglio che Karl abbia quei soldi entro Domenica, altrimenti potremmo fare un'altra visitina ai tuoi cari nonni" la minacciò di nuovo e mentre sentivo quelle parole mi si contorceva lo stomaco nel realizzare in che brutta situazione si fosse ritrovata Raylee.
Quel tipo se ne andò dall'uscita sul retro della scuola, così uscii dal mio pseudo nascondiglio e vidi Raylee che si passava le mani nei capelli, seduta sul muretto con la testa bassa.
Era disperata e io non volevo fingere che non fosse successo nulla, perciò mi avvicinai e appena sentì i miei passi alzò la testa, ma dal suo sguardo capii che non fossi molto gradita da lei.

"Che hai?" sapevo cosa avesse, ma mi sembrava brutto dirle che avevo origliato quella spiacevole conversazione.
Raylee si asciugò gli occhi e si rialzò.

"Nulla che ti riguardi" mi rispose con voce aggressiva, pensando che me ne sarei andata, invece non mossi un passo.

"Chi era quello? Non mi sembrava uno studente" domandai usando un tono di voce più serio e meno dolce.
Volevo risposte e volevo aiutarla.

"Stanne fuori se non vuoi farti male sul serio" mi avvisò, ma io non mi feci scoraggiare.

"Mi preoccupa di più che sia tu a farti male sul serio" risposi, ma questa volta Raylee non ebbe il coraggio di ribattere.
La paura di quel tizio ritornò a galla e non riuscì a ricacciarla indietro, perciò si sedette di nuovo sul muretto.

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