Capitolo 37

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Camilla venne portata in centrale in manette.
Arrivammo anche io e i Drake e il vicesceriffo, ovvero il padre di Hanna, ci fece accomodare dietro il vetro della stanza degli interrogatori.
All'interno vidi la mia ragazza ammanettata ad un tavolo, con mio zio davanti che le metteva degli oggetti sotto gli occhi.

"Riconosci questo coltello?" le chiese mettendo una mano su una busta di plastica per le prove, dentro la quale c'era un coltello a farfalla, ovvero l'arma dei primi delitti del killer.

"Sì, è il mio" confessò Camilla senza neanche un minimo accenno di preoccupazione.
Al posto suo mi sarei messa a tremare come una foglia durante un terremoto, invece lei era completamente impassibile.

"Oh, è il tuo? Sai che è stato usato per i primi omicidi del killer?" domandò mio zio e una parte di me era spaventata dalla serietà che stava mettendo in quell'interrogatorio.
Camilla era la mia ragazza e quindi aveva un motivo più che valido per voler far luce su quel mistero.

"Mi chiedevo infatti che fine avesse fatto" disse Camilla con la più totale tranquillità.
Mio zio perse subito le staffe e sbattè le mani sul tavolo, sporgendosi verso la ragazza.

"Smettila di scherzare! So che sei tu il killer di Brightwood" affermò puntando un dito in faccia alla mia ragazza, ma anche in quella situazione lei non battè ciglio.

"Se fossi veramente il killer di Brightwood, crede che sua nipote sarebbe ancora viva?" a quella domanda retorica, mio zio si bloccò per un'istante per riflettere.
Camilla avrebbe avuto tonnellate di occasioni per farmi fuori, se fosse stata il killer.

"E poi non è stato mica lei a dire che il killer era Kaleb?" chiese successivamente mettendosi comoda sulla sedia.

"So da una fonte affidabile che Kaleb era solo il burattino e sono abbastanza sicuro di aver appena messo le mani sul burattinaio....o burattinaia nel tuo caso" rispose, ma Camilla aveva già la sua risposta pronta.

"Per fonte affidabile, intende forse sua nipote Sterling?" chiese indovinando da chi mio zio avesse saputo della questione.

"È imbarazzante se ci pensa: una studentessa 18enne che scopre più di uno sceriffo. Sono sicura che le parole di sua nipote reggeranno molto in tribunale" continuò, ma mio zio non aveva intenzione di starla a sentire mentre lo prendeva in giro, perciò passò direttamente alle domande che aveva da fare.

"Dove ti trovavi agli orari degli omicidi?" chiese mettendo sotto gli occhi di Camilla un foglio con appuntati gli orari in cui indicativamente erano stati compiuti gli omicidi.
La ragazza però nemmeno lo lesse.

"Gliela faccio facile: sono sempre rimasta da sola, quindi non ho degli alibi che reggano.
Christian è il mio unico alibi per l'omicidio di Leah" disse, ma ad un certo punto sentii Damien sbuffare in parte a me.

"È ridicolo. Ho passato la maggior parte della mia vita al suo fianco. Se fosse stata una psicopatica me ne sarei accorto già da tempo" protestò prima di voltarsi verso il vicesceriffo, che assisteva all'interrogatorio insieme a noi.

"Convinca lo sceriffo che Camilla è innocente" ordinò usando l'ipnosi, ma qualcosa di strano accadde.
Il signor Roberts non si mosse di un millimetro.

"Sarà la legge a decidere se tua sorella è innocente o meno" decretò prima di uscire dalla stanza.
Guardai Mary e Christian ed entrambi avevano assunto uno sguardo allibito, così chiesi subito spiegazioni.

"L'ipnosi non ha funzionato ed esiste un solo modo per annullarla: la verbena" mi spiegò la vampira bionda, mentre in me si faceva strada un'ipotesi.

"Quindi è possibile che qualcuno abbia incastrato Camilla e abbia usato la verbena per impedirvi di liberarla" dedussi e i Drake mi diedero ragione.
Il più turbato era Damien, che iniziava già a formulare teorie sul possibile responsabile.

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