Capitolo 44

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Dopo mezz'ora di camminata, io e Camilla giungemmo ai binari fuori Brightwood e iniziammo a percorrerli per uscire dalla città.
Volendo provare una cosa che vidi nei film, salii su di essi e camminai restando in equilibrio dove passavano le ruote dei treni.
Invitai Camilla a fare lo stesso e lei accettò, così salì dall'altra parte.
Allungammo una mano a testa e ce la prendemmo, continuando a camminare verso una meta a me ancora ignota.
Quel momento con la mia ragazza mi portò a sorridere e quando la guardai vidi che anche lei sorrideva.
Notai inoltre che non aveva problemi di equilibrio a differenza mia che barcollavo ogni 2 secondi.

Dopo una decina di minuti di strada, vidi qualcosa ai margini dei binari e solo quando fummo vicine capii cosa fosse.

"Mi hai portata in una discarica di auto?" domandai perplessa vedendo decine e decine di automobili, alcune arrugginite, altre senza ruote, altre ancora incidentate.

"È un luogo abbastanza lontano ed è abbandonato" io mi fermai a guardare il posto, mentre Camilla proseguì, così feci lo stesso e la seguì.

"Abbastanza lontano per cosa?" chiesi e in quel momento mi spiegò per quale motivo avessimo fatto tappa alla sua baita, infatti estrasse una pistola dal giubbino.

"Perché nessuno senta i colpi" rispose facendomi capire che ci sarebbero stati dei colpi di pistola.
Io decisi di prenderla con sarcasmo.

"Oh, quindi è qui che mi ucciderai e che seppelirai il mio corpo tipo Rachel Amber in Life is Strange?" le chiesi citandole un gioco che lei ovviamente non conosceva, infatti mi guardò con perplessità.

"Se avessi voluto ucciderti ti avrei strangolata o spezzato il collo. Non avrei sprecato un colpo di pistola" disse con nonchalance, quasi come se stesse parlando dei suoi piatti preferiti.
Ci addentrammo nella discarica ancora per qualche metro finché Camilla non trovò il punto perfetto: un mucchio di assi di legno impilate sulle quali mettere le lattine di birra e qualche bottiglia di vetro trovata in terra.

"Tu sai difenderti con la magia e grazie a me sai farlo discretamente bene nel corpo a corpo, perciò ti manca un ultimo passo" mi informò sventolandomi davanti la pistola e in quel momento ogni cosa mi quadrò.
Camilla mi aveva condotta in quel posto per insegnarmi a sparare.

"Okay" accettai subito e andai da lei a prendere l'arma sotto il suo sguardo confuso.

"Tutto qui? Credevo avresti detto di no e che io avrei dovuto convincerti" ammise mentre mi rigiravo in mano quel letale pezzo di ferro freddo.

"Anche se avessi detto di no, sappiamo entrambe che saresti riuscita a convincermi....e poi mi interessa imparare ad usare una di queste" risposi e a quel punto a Camilla scappò uno sbuffo incredulo.

"Wow, hai paura ad andare in moto ma non a maneggiare una pistola....e poi sono io quella matta" commentò facendomi ridere e come risposta le misi una mano sulla spalla.

"Come si suol dire: tra simili ci si riconosce" dissi facendo ridere anche lei.

"Ma fottiti" rispose divertita dandomi una leggera spinta che mi fece ridere ancora.
In seguito Camilla iniziò a darmi solo alcuni consigli, visto che grazie a mio zio sapevo a grandi linee come usare una pistola.
Mi si mise dietro e in maniera particolarmente sensuale mi mise le braccia e le gambe nella corretta postura, soffermandosi un po' di più in alcuni punti per palparmi, cosa che mi sconcentrava e non poco.

"Prendi la mira e...." appena ebbi la lattina sotto tiro sparai, ma il botto prodotto dall'arma mi fece sobbalzare e il proiettile mancò il bersaglio.

"Perché fanno un rumore così forte? Nei film non fanno tutto questo casino" mi lamentai massaggiandomi un orecchio.

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