Capitolo 18

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Passò una settimana.
Mary si era trasferita a casa mia con una valigia che aveva riempito il giorno stesso in cui mi chiese se l'avessi potuta ospitare.
Mio zio era un po' diffidente ad ospitarla per via della sua parentela con Camilla, ma sua moglie lo convinse a darle una chance e alla fine si dovette ricredere grazie alla gentilezza e simpatia della mia amica.
Ogni volta, dopo i pasti, Mary rimaneva ad aiutare mia zia a lavare i piatti, infatti lei la prese in simpatia da subito, evidenziando il fatto che nessuno di noi l'avesse mai aiutata a lavare.
In quanto a Travis: la mia amica sembrava ci sapesse fare. Lo faceva ridere ogni volta con degli aneddoti divertenti di persone che aveva conosciuto durante la sua vita.
Io e Mary, invece, passavamo gran parte del tempo in camera mia a fingere di studiare mentre guardavamo i social o ci raccontavamo qualcosa per ampliare la nostra conoscenza reciproca. Quest'ultima cosa la facevamo soprattutto di notte prima di andare a dormire. Addirittura la notte tra il Sabato e la Domenica andammo a dormire alle 4 del mattino a causa di una raffica di aneddoti da parte di entrambe.
Mary me ne raccontava uno che mi faceva ricordare di un altro mio e lo stesso accadeva con lei, perciò fu un continuo botta e risposta stracolmo di risate trattenute per non svegliare i miei zii.

In casa andava tutto a gonfie vele.
Di fuori un po' meno.

A scuola, c'era parecchia tensione con i Drake. Da una parte c'eravamo io e Camilla, che aveva ripreso la sua solita routine intitolata Ignoro Sterling senza un motivo, mentre dall'altra c'erano Damien e Mary, che a stento si parlavano.
Tutto ciò fece sentire Christian il quinto incomodo e quindi lo portò a farsi due nuovi amici: Thomas e Luis.
Ogni volta che avevano tempo libero, quei tre erano sempre al campo di basket per fare due tiri.

Per quanto riguardava Davies, la verità uscì allo scoperto e si venne a sapere che il preside Stevens fu ucciso poiché aveva scoperto la vera identità del docente.
Si venne a sapere anche del mio rapimento e molti si avvicinarono a me per chiedermi come stessi, ma Mary mi aiutò facendo girare tutti alla larga.
Aveva capito che l'ultima cosa che volevo fosse rivivere quel giorno e la ringraziai per il suo aiuto.

Tornando a quella mattina, avevo appena finito di mettere i libri nell'armadietto, quando una persona mi si avvicinò.

"Ehi" mi salutò una dolce voce femminile.
Mi voltai a sinistra e vidi una ragazza dalla pelle olivastra, capelli neri corti e occhi dello stesso colore.
Mi ricordò Camilla per il modo di vestirsi, ma per il resto erano due persone totalmente opposte.

"Ehi ciao" la salutai con un sorriso. L'avevo vista spesso in giro per la scuola, ma non avevo mai avuto l'occasione di parlarci.

"Mi chiamo Raylee" mi porse la mano e io gliela strinsi presentandomi a mia volta.
Sciogliemmo la stretta e lei si sistemò lo zaino in spalla.
Il suo sguardo trasmetteva una certa serenità e sicurezza visto ciò che stava per chiedermi.

"Le mie amiche mi hanno convinta a venire da te a parlarti" mi spiegò intanto che chiudevo l'armadietto.

"Di cosa?" le chiesi curiosa, visto che nessuna delle due sapeva qualcosa sull'altra, quindi non avevamo punti in comune su cui discutere.

"Volevo chiederti se ti andasse di uscire con me un giorno di questi"
La sua proposta mi lasciò attonita. Non tanto dalla proposta in sé, quanto dalla tranquillità con cui me lo chiese.
Mi sembrò quasi che mi stesse chiedendo che lezione avessi alla prima ora.

"Ecco vedi....ci sarebbe un'altra persona per cui ho una cotta....anche se non ho ancora capito se ricambi o no" le risposi con esitazione.
Tutto sommato mi sembrava una brava ragazza e non volevo ferirla.

"Oh....d'accordo....nessun problema" disse, ma anche se non lo dava a vedere era rimasta delusa dalla mia risposta.
Senza dire altro si voltò e tornò dalle sue amiche.
Mi voltai anch'io, ma mi bloccai appena mi trovai davanti Camilla con uno sguardo infastidito.

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