Capitolo 33

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Ballammo per delle ore su ogni canzone che usciva dalle casse.
Raylee mandò giù alcool come se fosse acqua, io invece molto di meno.
Mentre ballavo, di tanto in tanto, mi guardavo intorno nella speranza di vedere Camilla, ma purtroppo c'era tantissima gente e lei poteva essere ovunque.

"Ehi Sterling!" mi chiamo Raylee avvicinandosi a me intanto che ballava.
Mi mise le braccia attorno al collo e mi guardò dritta negli occhi.

"Non ti ho mai ringraziata come si deve per quella cosa" biascicò totalmente ubriaca.
Capii che l'unica cosa per cui mi potesse essere grata fosse l'arresto di Karl e della sua banda.

"N-Non serve. Sei m-mia amica e ti aiuterò sempre" dissi balbettando per via della sua vicinanza.
Qualche centimetro in più e mi avrebbe baciata.

"Invece sì che serve e so anche come ringraziarti" quelle parole uscirono con un tono malizioso al fine di provocarmi una reazione.
Raylee si avvicinò ancora, ma io le misi una mano sul petto.

"N-Non credo che....dovremmo" fui costretta a deglutire per mandare giù quel nodo alla gola che mi si era formato.
Il cuore prese a battermi più velocemente e in quel posto la temperatura sembrò aumentare.

"Perché no? Siamo due sexy lesbiche single. È giusto che ci divertiamo un po'" rispose e in effetti non aveva tutti i torti. Tuttavia il pensiero di Camilla aveva ancora un posto fisso nella mia testa. La amavo ancora come se fosse il primo giorno.

"Scusa. Non posso" Raylee si arrese e si allontanò, ma prima che potessi dirle qualcosa andò a ballare in mezzo agli altri.
Quel momento mi aveva fatto scendere la voglia di divertirmi, così decisi di fare ciò per cui ero venuta: trovare Camilla.
Iniziai a farmi spazio tra la folla per cercarla, chiesi anche a qualcuno dei presenti ma erano troppo ubriachi e strafatti per poter formulare anche solo un singolo pensiero.

Improvvisamente mi ricordai di avere il grimorio di mia madre nello zaino, perciò decisi di appartarmi dietro quella sottospecie di palco sul quale suonava il DJ, dove nessuno mi avrebbe vista.
Tirai fuori il libro e iniziai a sfogliarlo alla ricerca di un qualche incantesimo di localizzazione.
La fortuna fu dalla mia parte e ne trovai uno che faceva al caso mio. Tutto ciò che mi serviva era un oggetto che appartenesse alla persona che volevo rintracciare e così presi le chiavi della moto di Camilla, l'unica cosa sua che avevo.
Seguii le indicazioni sul libro.
Strinsi la chiave nella mia mano, chiusi gli occhi e mi focalizzai unicamente su Camilla.
Dopo qualche secondo, mi ritrovai proprio dietro di lei, come se fossi una specie di fantasma.
Mi guardai intorno e mi accorsi subito dove mi trovavo, infatti vidi dall'alto la folla ballare.

Riaprii gli occhi, misi di nuovo il grimorio nello zaino e uscii dal mio nascondiglio.
Guardai in alto e proprio dietro la folla, sopra l'ingresso, c'era una balconata alla quale si accedeva dalle scale che vidi nell'angolo bar.
Ripercorsi tutta quella grande stanza e uscii dall'area disco, lasciandomi alle spalle anche tutto quel casino.
Salii di corsa quelle scale e arrivai sulla balconata, che fungeva da mini privé. Davanti a me, vidi proprio Camilla, che mi dava le spalle e mi accorsi subito cosa stesse facendo: aveva la bocca attaccata al collo di una ragazza e non per baciarla.

"Camilla" la chiamai e a quel punto si staccò dal collo.
Ordinò alla ragazza di coprirsi il collo e di andare via e lei lo fece senza battere ciglio.
In seguito la vampira si girò verso di me.
A quella vista sussultai.
I suoi occhi erano rossi e la sua bocca sporca di sangue.

"Ma guarda un po' chi è entrata nella tana del mostro" disse con un tono particolarmente inquietante e io capii che il mostro fosse lei, ma anche che quella frase fosse una frecciatina diretta a me.

"Non ti ho mai considerata un mostro e tutt'ora non lo faccio" risposi guardando i suoi occhi rossi con i miei azzurri.
Anche in forma di vampiro era dannatamente attraente. Inquietante ma attraente.

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