Capitolo 24

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Non trovandomi a casa, Camilla incontrò Teresa che stava uscendo e scoprì che, mentre lei e Mary erano fuori a parlare, io, Travis e i miei zii ci eravamo recati in Chiesa per la cerimonia commemorativa.
Ero seduta in prima fila, con mio fratello a sinistra e i miei zii in parte a lui.
Dietro di me c'erano i miei tre migliori amici e tutto il resto della Chiesa si era riempito di persone che conoscevano i miei genitori e altre che non avevo mai visto.
Il prete recitava dei versetti religiosi, ma io non avevo il coraggio di starlo a sentire. Il dolore aumentava sempre di più, così come i battiti del mio cuore. I miei occhi si bagnarono e intanto iniziavo a sentire l'aria mancarmi. La Chiesa non era piccola eppure a me sembrava di essere rinchiusa in un minuscolo sgabuzzino.
Tuttavia, una mano prese la mia, la strinse e tutto si placò di colpo. Avevo riconosciuto la stretta, infatti mi voltai a destra e vidi Camilla, seduta di fianco a me che mi guardava con uno sguardo che esprimeva due sole parole: Mi dispiace.
Le sorrisi, per quanto mi fu possibile farlo, lei fece altrettanto e la sua presenza mi aiutò a resistere fino alla fine della funzione.
Una volta finita, io e lei uscimmo per prendere una boccata d'aria fresca.

"Non credevo venissi" ammisi alzando gli occhi su di lei e prima di rispondermi mi prese per mano.

"So di fare schifo ad essere empatica e so anche di essere stata una totale idiota egocentrica a casa tua, ma io ci tengo davvero a te, anche se a volte non lo dimostro. Tu avevi bisogno di me, perciò eccomi qui" rispose e la dolcezza di quelle parole, unita al tono dispiaciuto che usò, mi fecero sorridere.
Alzai una mano e la posai sul suo viso.

"Ora sei qui ed è tutto quello che conta per me" dissi prima di alzarmi in punta di piedi per raggiungere le sue labbra e darle un dolce bacio.

"Sterling" sentii la voce di Hanna e quando mi voltai vidi lei, Thomas e Luis scendere la gradinata della Chiesa.
Dallo sguardo stupito dei tre capii che mi avessero visto baciare Camilla.

"Ehi....ecco....ve lo avrei voluto dire in un momento migliore. Io e Camilla stiamo insieme da circa 10 giorni" rivelai prendendo la mia ragazza per mano e vedendo gli sguardi dei miei migliori amici passare da stupiti a scioccati, ma ci pensò Thomas a spezzare quella tensione che si era creata.

"Oh, se ti piacevano le ragazze potevi dirlo subito tesoro" disse avvicinandosi a Camilla. Tentò di metterle un braccio attorno alle spalle, ma la mia ragazza glielo prese prima che lo potesse fare.

"Chiamami ancora tesoro e invece che appenderti ad un albero ti farò fare paracadutismo senza paracadute" lo minacciò mollando il braccio di Thomas, che fece subito un passo indietro spaventato.

"Solo io posso chiamarla tesoro" intervenni, ma Camilla si girò per guardarmi e dal suo sguardo capii che nemmeno io l'avrei potuta chiamare tesoro. Tuttavia non mi feci intimorire come Thomas e le rivolsi un largo sorriso.

"Noi stavamo pensando di andare a Northville a fare un po' di shopping per svagarci. Volete venire?" chiese Hanna invitando anche Camilla solo per cortesia, non perché le stesse simpatica.
Northville era una cittadina abbastanza grande che distava una decina di minuti in macchina da Brightwood e nella quale c'era un centro commerciale in cui ero stata spesso con i miei amici.

"Non sono molto in vena, mi dispiace" risposi dispiaciuta, ma i miei amici mi rassicurarono e mi salutarono uno ad uno con un abbraccio.
Quando rimanemmo sole, Camilla prese la parola.

"Credo di non piacere particolarmente a quella tua amica bionda" dedusse. La guardai e la vidi che osservava ancora i miei amici mentre se ne andavano.

"Si chiama Hanna e vuole solamente il mio bene" le spiegai e allora lei si girò verso di me.

"E io no?" domandò, ma io annuii subito.

"Certo che sì, però diciamo che in sua presenza non ti sei mai comportata molto bene. Ad esempio quando mi hai quasi pugnalato la mano al grill, il giorno della nostra intrusione in casa Hudson" cercai di spiegarle meglio e lei mi diede ragione con uno sguardo.

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