Capitolo 3

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Io, Hanna e Thomas arrivammo al parcheggio sul pick up rosso di quest'ultimo, mentre Luis ci avrebbe raggiunti sulla sua macchina, poiché in quella di Thomas non ci stavano più di tre persone. Era uno di quei vecchi pick up senza i posti dietro, ma alla sua famiglia mancavano i soldi per comprargli un'auto nuova, quindi, finché andava, avrebbe usato quella che usava suo papà anni fa.

Una volta arrivati, Thomas fece manovra per mettere il cassone verso il telo dove sarebbe stato riprodotto il film e appena si fermò, io presi la borsa termica con il thermos, mentre quella degli snacks era già nel cassone.
Uscimmo subito, poiché il film sarebbe iniziato tra pochi minuti e infatti c'erano già molte persone che riempivano quasi interamente il parcheggio.
Hanna, che stava morendo di fame, mi superò e salì subito sul cassone per accaparrarsi gli snacks, mentre io, che ero ancora di fianco al pick up, mi fermai e mi girai verso sinistra, guardando il bosco oltre le file di macchine senza vedere nulla.
Avevo avvertito la sensazione di essere osservata, ma pensai subito di essermelo immaginata, così ripresi a camminare e salii sul cassone dopo Thomas, vedendo che, oltre agli snacks, c'erano anche delle coperte, sebbene, per fortuna, quella sera non faceva particolarmente freddo.

Ci sedemmo tutti e tre, appoggiando le schiene contro l'abitacolo e rimanemmo in attesa dell'inizio del film.
Poco dopo, però, Thomas accese il telefono e si alzò.

"Luis è arrivato. Vado a prenderlo" ci disse prima di saltare giù dal cassone per portare qui l'ultimo del nostro piccolo gruppetto di amici.

Passarono pochi secondi e Hanna si girò nella mia direzione con uno sguardo preoccupato.

"Stai bene? Non hai aperto bocca per tutto il viaggio" mi fece notare e il mio silenzio era dovuto all'unico argomento che riusciva a buttarmi il morale sottoterra: i miei genitori.

Scelsi di non risponderle, poiché non avevo il coraggio di parlare di quell'argomento. Tuttavia Hanna capì il motivo del mio malessere e avvolse le mie spalle con un braccio, attirandomi a sé e facendomi appoggiare la testa contro la sua spalla. Intanto, con l'altra mano, prese la mia destra e la strinse.

"Siamo amiche Sterling, lo sai che puoi parlarmi di tutto" mi disse con un tono pieno di dolcezza che mi aiutò in parte a placare il mio malumore.

"Lo so....ma non ho il coraggio di affrontare questo argomento" la mia voce rotta fece capire subito ad Hanna che di questo passo sarei finita di nuovo in lacrime e lei, da stupenda amica quale era, si adoperò subito per migliorarmi la situazione.

"Spero allora che tu abbia il coraggio di vedere Twilight per la 600esima volta" disse con un tono di voce sarcastico che mi ricordò di tutte le volte che lei mi aveva costretta a guardarlo e riguardarlo. Lo avevo visto così tante volte che potevo quasi dire di conoscere tutte le battute a memoria.
Questo riuscì a farmi scappare un sorriso e gliene fui immensamente grata. Mi separai, la guardai e vedendo il mio sorriso me ne rivolse uno ancora più largo, ma il nostro momento venne interrotto dall'arrivo di Thomas seguito da Luis. Ci salutammo e anche l'ultimo membro si sedette. Io ero quella più a sinistra, poi c'era Hanna, Thomas e infine Luis.

"Ehi Ster, come mai il Sergente Wyatt ti ha permesso di uscire?" mi chiese quest'ultimo e l'attenzione degli altri due si spostò su di me.
Non sapevo se avessi dovuto dirli dell'arresto del killer, ma poi pensai che tanto domani sarebbe apparso come minimo in prima pagina sui giornali, così mi decisi a parlare.

"Mio zio ha arrestato l'assassino" rivelai e tutti e tre mi guardarono a bocca aperta, come se non mi credessero, perciò mi vidi costretta ad annuire per confermare le mie precedenti parole.

"È fantastico! Si sa chi è?" mi chiese Thomas, ma io scossi la testa, rispondendogli che mio zio non me ne aveva parlato.

"L'importante è che non farà più del male a nessuno" aggiunsi e ovviamente tutti mi trovarono d'accordo.

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