Capitolo 9

620 34 11
                                    

Come per magia, passarono anche le vacanze invernali. Passai Capodanno a casa con i miei zii e Travis, anche se mio zio era quasi sempre concentrato sul lavoro.
Giunse il 2023, ma nulla cambiò.
La notizia del nuovo killer non era trapelata. Lo sceriffo voleva che tutti credessero che il preside Stevens fosse l'ennesima vittima del Nightwalker. Se si fosse saputo che c'era un secondo assassino in circolazione sarebbe scoppiato il panico e quella era una cosa che si voleva evitare.
La scuola ricominciò quasi normalmente. Il primo giorno ci fu un momento di silenzio per il preside, così come era accaduto per Leah e in seguito le lezioni si svolsero come da programma.
Nei corridoi, soprattutto la mattina, incrociavo spesso i Drake, li salutavo volentieri e alcune volte mi fermavo anche a parlarci, ma solo con Damien e Christian, visto che con Mary c'era il polo nord per quanto fosse diventata fredda e distaccata, mentre con Camilla era più complicato. A volte mi faceva un cenno con la testa, altre mi ignorava palesemente, ma fui soddisfatta quando mi salutò verbalmente un paio di volte, anche se il suo era più un Ciao levati dalle palle che un Ciao che bello vederti. Tuttavia a me bastava.
I giorni passarono e arrivò il Venerdì. Era l'ora di storia. Mi accomodai al mio solito posto e appena suonò la campanella la professoressa iniziò a spiegare l'argomento. Io ed altri iniziammo a prendere appunti e la prima mezz'ora circa passò tranquillamente, ma come si suol dire: A tutto c'è una fine.

"Signorina Drake, la sto per caso annoiando?" domandò la professoressa guardando nella mia direzione, ma visto che non ero io la persona con la quale ce l'aveva, mi voltai e notai con stupore Camilla seduta dietro di me, con una gomma da masticare in bocca e una posizione quasi sdraiata sulla sedia.
La cosa che mi lasciò senza parole fu il fatto che quando entrai in classe quel posto era vuoto e non mi era parso di averla vista entrare. Era come se si fosse materializzata dal nulla.

"Abbastanza" rispose Camilla con tono annoiato prima di abbassare lo sguardo sulle sue unghie.
In classe calò un silenzio tombale, poiché la professoressa di storia era considerata la più severa, per non dire stronza, di tutta la scuola.
La docente infatti si avvicinò a me, mi superò e si fermò davanti al banco di Camilla.

"Che ne dici se ti faccio un'interrogazione a sorpresa su tutto l'argomento e non solo?" domandò la donna con un tono quasi minaccioso, ma già sapevo che Camilla non avrebbe battuto ciglio e infatti fu così.

"Faccia pure. Sono abbastanza sicura di saperne più di lei sulla storia" rispose la ragazza sfidando la professoressa e nel frattempo noi altri eravamo allibiti da come Camilla non avesse per niente paura della professoressa. Io lo ero di meno perché sapevo già com'era fatta, ma comunque mi lasciava sempre perplessa il modo che aveva di non farsi intimidire da nessuno.

"Bene, allora alzati e vieni alla lavagna" le ordinò la professoressa e la ragazza si alzò con nonchalance. Passò di fianco a me e mi lasciò un pezzettino di carta sul banco. Lo presi e lessi un messaggio sopra:
A mezzanotte a casa mia.

Rimasi perplessa da quel messaggio, ma già immaginai che fosse qualcosa come la notte alla casa Hudson. Ripiegai il foglietto e me lo misi in tasca, dopodiché rivolsi la mia attenzione all'interrogazione imminente di Camilla, che sembrava essere la persona più calma al mondo. Tenne lo stesso mood anche mentre la professoressa le faceva delle domande, alcune anche di argomenti che non c'erano sul libro, ma la ragazza le rispondeva subito, senza nemmeno dover pensare troppo. Era un continuo domanda e risposta, come se avesse avuto il libro stampato nella testa.
Come se avesse vissuto quei momenti sulla sua pelle.

L'interrogazione andò avanti finché non fu la professoressa a fermarsi per mancanza di domande e anche se le dava fastidio, fu costretta a rimandare Camilla al proprio posto senza poterle dire nulla.
I nostri sguardi si incrociarono e lei mi fece un occhiolino prima di superarmi e tornare al suo posto, anche se ci restò per poco, visto che la campanella suonò dopo neanche due minuti.
Tutti ci alzammo e data l'ora, ci dirigemmo in mensa per mangiare.
Le varie compagnie si riunirono ai propri tavoli e io feci lo stesso con Thomas, Luis e Hanna per mangiare il mio panino con dentro il petto di pollo e l'insalata.

Bloody LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora