Capitolo 52

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Ci dirigemmo verso la zona campeggio fuori città, la stessa dove parcheggiai la moto di Camilla la sera in cui scoprii della segheria.

La prima cosa che notai fu la striscia gialla della polizia che vietava l'ingresso alle persone, segno che era stato commesso un crimine e che si stava ancora indagando.

"Sterling, tu rimani in auto" mi ordinò mio zio e quando cercai di ribattere lui mi lanciò un'occhiata per dirmi di fare come diceva.
Sbuffai e accettai.
Camilla scese dall'auto con mio zio e li vidi addentrarsi nel bosco, passando sotto la striscia gialla.

"Paul, riguardo a Sterling...." mio zio fermò subito Camilla.

"Non ho intenzione di starti a sentire. Ti ho dato il beneficio del dubbio perché Sterling me lo aveva chiesto, ma ti sei giocata la mia fiducia con tutte le volte che mia nipote è tornata a casa in lacrime per causa tua" disse subito dopo e dalla sua voce traspariva chiaramente quanto fosse infastidito da Camilla.

"Però mi hai chiesto di darti una mano" obiettò la ragazza e a quel punto mio zio si fermò per voltarsi.

"L'ho fatto solo perché eri la prima disponibile e perché non volevo disturbare gli altri, non perché mi stai simpatica" quella risposta ammutolì Camilla e allora mio zio si girò e proseguì con la vampira al suo seguito.

Si addentrarono nella natura e prima ancora di arrivare l'olfatto di Camilla sentì l'odore del sangue.
Ciò che si trovò davanti, però, non fu solo un corpo, ma ben 5.
Cinque persone massacrate da una bestia feroce, alcune addirittura senza più un arto.

"Ecco qua. È questo ciò che volevo capire.
Questa mattina dei ragazzi hanno trovato questi campeggiatori dilaniati.
Non ci sono orsi in questi boschi, quindi non so quale bestia sia stata" disse lo sceriffo mentre Camilla, alla vista di tutto quel sangue, girò di scatto la testa e cercò di impedire che il suo lato vampiresco prendesse il sopravvento.
Mio zio notò però il movimento che fece.

"La ribelle Camilla Drake ha paura del sangue?" domandò perplesso, ma anche con un leggero tono da presa in giro che non sfuggì alla ragazza.

"Non ho paura del sangue" gli ringhiò a denti stretti e non appena la sete di sangue si placò si girò di nuovo.
Lanciò un'occhiataccia a mio zio e si accovacciò di fianco ad una delle vittime, un ragazzo di poco più di 20 anni con una grossa ferita sul petto provocata da degli artigli che avevano squarciato i vestiti.

Camilla iniziò a formulare le sue ipotesi e mentre lo faceva controllava anche gli altri corpi.
Alla fine, si rialzò e cominciò a parlare ad alta voce.

"Senza ombra di dubbio sono artigli, ma non sono quelli di un licantropo.
La distanza tra un dito e l'altro è troppo ampia e inoltre ieri non c'era la Luna piena" spiegò mettendo una mano sopra una delle ferite per mostrare a mio zio la differenza tra una mano normale, che era simile a quella di un licantropo, e quella di chi avesse causato la ferita.

"Che altra creatura può aver fatto una cosa del genere?" chiese lo sceriffo, ma Camilla non rispose, poiché il suo olfatto era stato attirato da un odore a lei familiare, infatti girò la testa e si avvicinò ad un albero macchiato di sangue.
Lo annusò solo per fare scena, dato che già sapeva a chi appartenesse.

"Questo è sangue di licantropo....e l'unico in zona ieri sera era Raylee" disse rialzandosi e capendo che in quel massacro era in qualche modo coinvolta anche la lupa.

"Però hai detto che non è stato un licantropo" le fece notare lo zio Paul e Camilla annuì.

"Infatti....e inoltre non c'è neanche il suo corpo, quindi è ancora viva da qualche parte" disse mettendosi ancora a pensare a che cosa potesse aver causato quella carneficina.

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