Bloody Love

Capitolo 13

"Okay, fammi capire bene: vuoi riarredare la tua casa segreta e vuoi la mia opinione su questi oggetti?" chiesi perplessa dall'assortimento di oggetti che Camilla mi aveva messo davanti sul letto, ognuno per un differente utilizzo e senza alcun collegamento tra di loro.
C'erano delle posate, una collana, uno specchio e una piantina tra le altre cose.

"Esatto" rispose Camilla, ma io la guardai con la fronte corrugata.

"Da quando ti importa di ciò che penso?" le chiesi stranita, poiché era più probabile che scegliesse lei il suo arredamento invece che chiedere consiglio a me.

"Vuoi darmi una mano o no?" domandò stufa della mia esitazione e così annuii, non sapendo quali fossero le sue vere intenzioni.

"Iniziamo da queste: posate in argento" decise prendendo una forchetta in argento e porgendomela. Mentre allungavo la mano per prenderla, il suo sguardo era concentrato sulla reazione che avrei avuto, ma, quando la presi come se nulla fosse, Camilla spuntò dalla sua lista le voci Licantropo e Mutaforma, entrambi allergici all'argento.

"Sono carine. Le approvo" dissi e allora lei prese il telefono per fingere di scrivere ciò che avessi approvato, invece di cancellare le due specie sovrannaturali di cui non facevo parte.

"Andiamo con la prossima" decise prendendo la piantina di verbena dal vaso per poi darmela. La presi e lei mi incitò a sentire il profumo e la consistenza dei fiori. Io lo trovai abbastanza strano, ma feci come voleva e anche in quel caso non ci fu alcuna reazione da parte mia, perciò Camilla spuntò la parola Vampiro dalla lista, anche se era abbastanza scontato che non lo fossi.

"Io ti direi che un po' di natura ci starebbe nella tua casa, ma dubito tu sia una da pollice verde" le dissi e infatti lei mi diede retta, perciò fece finta di segnare la mia decisione sul cellulare.
Continuammo per diverso tempo con questa ricerca camuffata. Non ero uno spettro dato che ero tangibile e neanche un wendigo visto che non mi veniva voglia di sbranare qualche essere umano.
Passò circa un'ora quando qualcuno venne a bussare alla porta. Camilla andò ad aprire e dietro di essa vidi Kristen.

"Scusa per il disturbo, ma devo parlarti in privato. È urgente" le disse la ragazza castana e così Camilla, di malavoglia, accettò e uscì dalla stanza.
Si chiuse la porta alle spalle e Kristen iniziò a parlare a bassa voce.

"Ho un grosso problema e mi serve il tuo aiuto" le spiegò, ma Camilla la fermò subito.

"Da quando ho la scritta Faccio favori stampata in fronte?" chiese lei incrociando le braccia. Kristen però aveva davvero bisogno di Camilla e perciò non si lasciò scoraggiare dalla sua antipatia.

"Dico davvero. Il nostro segreto potrebbe essere a rischio" al suono di quelle parole, Camilla si fece seria e si decise ad ascoltare la ragazza che iniziò a spiegarle il problema.

"Qualche mese dopo che voi Drake ve ne siete andati da New York, ho conosciuto questo ragazzo, Sebastian, con cui ho legato molto. L'ho trasformato in un vampiro, ma ora è arrivato ad un punto in cui si è stancato di vedere le persone a lui care invecchiare e morire...." le parole di Kristen non confortarono per nulla Camilla, che già temeva cosa avesse fatto quel ragazzo. Per sicurezza fece la domanda alla vampira e lei confermò i suoi timori.

"Ha trasformato in vampira la sua pronipote Sarah....senza il suo consenso" rivelò e la mora chiuse gli occhi, serrò le labbra e imprecò mentalmente contro la stupidità di certe persone.

"So che non sei la persona che aiuta gli altri, ma sei la vampira con più esperienza disponibile al momento, quindi ti prego, aiutami" la supplicò Kristen e intanto Camilla pensava a cosa avrebbe dovuto fare.
Una persona trasformata contro la sua volontà o senza consenso era pericolosa, poiché avrebbe potuto rivelare il loro segreto per ripicca e Camilla, vista la sua anzianità, aveva l'obbligo morale di evitarlo, o perlomeno di aiutare a farlo.