Bloody Love

Capitolo 60

La sera arrivò e con essa anche l'ora dell'appuntamento, che si sarebbe tenuto in un ristorante di Northville.
Io e mio zio arrivammo sulla sua auto, la parcheggiò in parte al marciapiede e si voltò verso di me.

"Grazie del passaggio" gli dissi mettendomi la borsetta sulla spalla.

"Non mi sembrava il caso di farti venire in moto" rispose prima di darmi un bacio sulla guancia, cosa che mi provocò un grande sorriso.

"Buona serata" lo ringraziai e scesi dalla macchina, ma prima che potesse ripartire un clacson riecheggiò dietro di noi ripetutamente.

"Ehi Paul! Vai a far rottamare quel catorcio per favore!" esclamò Camilla a bordo della sua Range Rover, facendo sospirare mio zio.

"Ma quanto mi sta simpatica quella ragazza" commentò con palese sarcasmo, dopodiché mi salutò e ripartì, mentre Camilla parcheggiava dall'altra parte della strada.
Scese e venne verso di me nel suo vestito nero simile al mio ma senza spalline e invece dei tacchi come i miei indossava un paio di stivali bianchi alti fino al ginocchio.

"Ma guarda che pupa sexy che è stasera la mia bistecchina succulenta" commentò facendomi arrossire e allo stesso tempo sorridere per il nomignolo che mi diede, lo stesso con cui mi chiamò il primo giorno che ci incontrammo.

"Pupa sexy? Da te mi sarei aspettata qualcos'altro" ammisi data l'assenza di termini volgari a cui mi aveva abituata.

"Preferivi che ti dicessi Che bella figa che sei?" domandò retorica e il tono che usò mi fece ridere.

"Mi va benissimo pupa sexy" dissi prima di darle un bacio a stampo.

"Anche tu sei bellissima" le sussurrai a pochi centimetri dalle labbra provocandole un sorriso.

"Mi piace quando sottolinei l'ovvio" la sua risposta mi fece staccare con gli occhi rivolti al cielo.

"Sai che puoi rispondere anche Grazie ogni tanto?" le chiesi in modo retorico e divertito, ma lei scosse la testa con un'espressione di disgusto.

"Dubito che lo farò" disse e ormai la conoscevo troppo bene, perciò lasciai perdere e insieme a lei mi avviai verso l'entrata, ma appena mossi un passo persi di poco l'equilibrio, che però riacquistai subito e mi guardai intorno nella speranza che nessuno mi avesse vista, mentre Camilla tratteneva una risata e mi apriva la porta.

"Prima le donne" quella risposta mi fece corrugare la fronte.

"Tu cosa sei scusa?" le domandai con una nota di divertimento nella voce.

"Mi correggo: prima le donne che si comportano da donne" fece appena in tempo a finire la frase che dalla sua bocca uscì un rutto che neanche tentò di fermare.

"Scusa, ho bevuto l'acqua frizzante prima di venire qua" mi informò facendomi scuotere la testa e pensare che probabilmente quella serata non sarebbe andata come previsto.

"Comunque riguardo a prima non è divertente. Vorrei vedere te a fare l'equilibrista" le dissi mentre entravamo e aspettavamo dietro a due coppie.

"Negli anni 90, per una scomessa persa, sono stata costretta a fare la funambola e non me la sono cavata neanche male" mi informò lasciandomi di sasso come ogni volta che scoprivo qualcosa di bizzarro sul suo passato.

"C'è qualcosa che non hai mai fatto nella tua vita?" Camilla si mise a pensare con gli occhi rivolti in alto.

"Non che io ricordi" rispose e intanto arrivò il nostro turno, perciò mossi un passo in avanti e mi rivolsi al cameriere vestito molto elegantemente.

"Ho prenotato per due. Wyatt" lo informai e lui si mise a controllare la lista delle prenotazioni, trovando il mio cognome e spuntandolo dalla lista.

"Da questa parte" ci disse, perciò lo seguimmo attraverso i tavoli e mentre io ero troppo impegnata a stare in equilibrio sui tacchi, Camilla, senza dare nell'occhio, notava tutti quelli che fissavano sia lei che me, soprattutto per il fatto che il suo vestito le metteva molto in mostra il fondoschiena e il fatto che le arrivasse poco sotto faceva volare parecchio la mente.