Bloody Love

Capitolo 42

Presi una fetta della mia pizza ai frutti di mare con le mani e le diedi un bel morso, degustandomi la bontà del cibo che faceva Vito.
In parte a me, Camilla e lo zio Paul avevano iniziato a parlare di motori, quindi decisi di non intromettermi, ma non potei che essere felice nel vedere come sembrassero andare finalmente d'accordo.
Mi voltai verso mia zia e la vidi che aiutava Travis a tagliare le fette di pizza in bocconi più adatti a lui, ma prima che potessi intavolare una conversazione con lei, Camilla attirò la mia attenzione.

"Come sta andando con la tua patente?" mi chiese prima di addentare la sua fetta di pizza piena di salamino piccante.
Rimane un mistero capire come potesse mangiare tutto quel piccante e non fare neanche una smorfia.

"Bene in realtà. Ho l'esame teorico settimana prossima, quindi, se tutto va bene, dovrei avere la patente prima del tuo compleanno" risposi facendo dei calcoli molto approssimativi.

"E sai già che moto vuoi?" mi chiese in seguito e a quella domanda seppi rispondere, visto che mi ero informata un po'.

"Stavo pensando alla MTT 420 RR, ma 200mila dollari di prezzo sono molto fuori dalla mia portata" Camilla si mise a ridere, mentre i miei zii mi guardarono allucinati.

"Non credo che il problema sia solo il prezzo. Quella moto lì da ferma raggiunge i 100 km/h in meno di 2 secondi e ho letto che la velocità massima che ha raggiunto è poco più di 400 km/h. Va veloce almeno quanto la mia Lamborghini" disse la mia ragazza che ovviamente ne sapeva più di me e quei dati bastarono ai miei zii per negarmi la gioia di sfracellarmi contro un muro così forte da ridurmi ad un atomo.

"Okay, sceglierò qualcosa di meno letale" decisi con il sorriso che rimase nel vedere i volti allucinati dei miei zii.

"Sì, e magari anche più economica" aggiunse mio zio.
Guardai Camilla e la vidi con uno sguardo perso nel vuoto, come se stesse pensando di fare qualcosa, ma non lo avrei scoperto ancora per un bel po' di tempo.

"Ao bella gente! Come procede?" domandò Vito distogliendo la nostra attenzione sulla scelta della mia moto.
Mio zio gli fece i complimenti per la pizza e noi altri concordammo con lui.
Il proprietario prese una sedia da un tavolo vuoto e si sedette a capotavola tra mio zio a sinistra e Camilla a destra.

"Ah Paul, ma tu te ricordi come ce siamo conosciuti?" a quella domanda, mio zio si passò una mano in faccia per l'imbarazzo di quel ricordo e visto che lui non disse niente fu Vito a raccontarci la storia.

"Ce stava lui che aveva l'età de Travis, suo fratello e i suoi genitori.
Sua madre gli disse di smetterla de giocà col cibo e lui, mortacci sua, che fece? Prese un wurstel e lo tirò alla madre, ma canò completamente la mira e m'arrivò a me....in un occhio....mentre portavo altre pizze!" tutto il nostro tavolo scoppiò a ridere. Cercai di tapparmi le risate con una mano, ma fu del tutto inutile.
Camilla era nella mia stessa situazione e mentre noi eravamo piegate in due dalle risate nell'immaginarci la scena, la zia Bethany gli passò una mano sulla schiena per consolarlo.

"Eri davvero una peste tesoro" gli disse, ma subito intervenne Vito.

"Madò Bethany, ma proprio tu parli? Li mortacci tua se m'hai fatto dannà quel periodo" commentò l'uomo e noi cercammo di placare le risate per sentire un altro aneddoto.

"Tu c'avevi anche meno anni de tuo nipote.
Ce stavo io in cucina che tagliavo il prosciutto da mette sulla pizza, me giravo, ma proprio 2 secondi de numero, e sta qua sgattaiolava in cucina pe rubammelo, ma era na cosa spaventosa, una mano lesta così se ne vedono poche nella vita" ci mettemmo ancora a ridere per l'imbarazzo causato a mia zia.

"Fortuna che lo faceva con il prosciutto e non con i soldi, sennò eri sul lastrico già da un po'" commentò Camilla facendo unire anche Vito alle nostre risate.
Dopo qualche altro minuto, una cameriera chiamò il proprietario e così fu costretto a lasciarci per tornare a fare il suo lavoro.
Noi riprendemmo a mangiare e la prima persona a finire chi fu? Camilla ovviamente.
Quella con la pizza più grande e più difficile da mangiare fu la prima a finire.