Capitolo 26

718 36 1
                                        

Io e Camilla uscimmo sotto il diluvio e corremmo verso una tettoia situata al lato della casa, sotto la quale era parcheggiata una Range Rover nera e argento.
Salimmo entrambe e Camilla mise in moto premendo il tasto dell'accensione.

"Da dove hai tirato fuori questa macchina?" le chiesi dato che non l'avevo mai vista e Camilla mi spiegò che la sua famiglia aveva diverse macchine sparse nelle varie residenze e la Range Rover se l'era fatta portare da un amico di famiglia poco dopo il suo arrivo a Brightwood.

"Chiamo mio zio" dissi prendendo il telefono, ma Camilla me lo strappò di mano e lo buttò nei sedili posteriori.

"Non farlo se non vuoi avere delle morti sulla coscienza" mi avvisò con un tono serio che mi fece preoccupare.

"Per quale motivo?" le domandai sperando di non ricevere brutte notizie.

"È possibile che si tratti del killer di Brightwood" rispose ma senza darmi troppi dettagli.

"Appunto per questo devo chiamare mio zio. È lo sceriffo, ricordi?" insistetti e fu questa mia insistenza a far perdere le staffe a Camilla.

"Cazzo Sterling, non chiamarlo e basta!" sbottò alzando la voce e io mi zittii. Mi ferì il modo brusco con cui mi rispose, ma decisi di assecondarla.
Il resto del viaggio fu in totale silenzio, con solo il rumore scrosciante della pioggia che picchiava sulla macchina e il rombo del motore a farci da sottofondo.

Arrivammo a scuola. Camilla salì sul marciapiede con la macchina e si diresse fino all'ingresso. Scendemmo e io provai ad aprire la doppia porta, ma non ci riuscii. Era bloccata.
Mi voltai per cercare qualcosa da usare e in quel momento la mia ragazza usò la sua forza da vampiro per rompere la serratura e aprirla. Mi voltai e rimasi perplessa da ciò che aveva fatto, ma, come risposta, Camilla alzò le spalle.

"Non è colpa mia se hai meno muscoli di un barboncino" mi disse prima di entrare con me al suo seguito.
Ormai aveva già fatto buio e l'interno della scuola era completamente all'oscuro. I corridoi venivano illuminati dai lampi, il che rendeva l'atmosfera ancora più da film horror.

"HAN-" provai a chiamare la mia amica, ma Camilla mi tappò la bocca in tempo.

"Sei stupida? Vuoi che il killer sappia che siamo qui?" mi domandò a bassa voce e così mi accorsi che stavo per fare una grande cavolata.
Camilla tolse la mano e io mi voltai verso di lei.

"Come sai che è il killer di Brightwood?" le chiesi quasi in un sussurro. Camilla ancora non sapeva che si trattasse del Nightwalker, lo sospettava ma non ne era certa, perciò mi rifilò una risposta molto vaga.

"Me lo dice il mio istinto e raramente sbaglia" disse prima di incamminarsi lungo i corridoi della scuola a passo felpato. Io cercai di imitarla, anche se la paura giocava un ruolo fondamentale in quella situazione, dato che scattavo ad ogni rombo di tuono o a qualsiasi altro rumore che la mia mente percepiva come sospetto o pericoloso quando in realtà erano rumori del tutto innocui.
Presi il telefono e scrissi ad Hanna che mi trovavo a scuola con Camilla, in modo che mi dicesse quale fosse la sua posizione.
Lei guardò il telefono e mi informò che si trovava nell'aula di chimica, perciò andai da Camilla e le mostrai il messaggio.
Insieme ci dirigemmo in quella direzione, ma ad un certo punto avvertii qualcosa dietro di noi. Mi voltai ma non vidi nulla. Pensavo di essermelo immaginato, ma così non era, poiché il Nightwalker aveva avvertito la nostra presenza prima che potesse raggiungere Hanna e ci stava seguendo in modo tale da averci tutte e tre nello stesso punto.
Camilla lo aveva avvertito, ma sapeva che se una delle due avesse fatto una mossa avventata come correre lui ci sarebbe piombato addosso, perciò prese il suo telefono e mi scrisse un messaggio. Io presi il mio e lo lessi.

Bloody LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora