Capitolo 17

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Davies mi iniettò un'altra dose di quella droga. Io ritornai a non riuscire neanche a dire il mio nome, mentre lui ritornò a fotografarmi da ogni angolatura.
Nel frattempo, però, Camilla giunse alle rovine di una antica villa nel bosco, esistita più di un secolo prima, a circa 10 minuti fuori Brightwood e lì notò delle scale che conducevano in uno scantinato, esattamente il punto in cui l'odore di Davies la stava conducendo.
Non aveva chiamato i suoi fratelli perché sapeva che le avrebbero impedito di fare qualcosa di avventato, ma era da quando ero stata rapita che aveva smesso di ragionare con lucidità.
Il legame che ci univa era più forte di quanto lei potesse immaginare.
Non le importava di nient'altro. Voleva solo che io fossi al sicuro e in quel momento non lo ero.
Scese le scale e si trovò davanti una porta in ferro chiusa a chiave. Troppo moderna per il luogo in cui si trovava.
Cercando di fare il meno rumore possibile, con la sua forza sovrannaturale ruppe la serratura. Entrò e si trovò delle altre scale che svoltavano a sinistra. Le percorse.
Arrivò in fondo sfruttando la sua capacità sovrannaturale di non farsi udire da un comune orecchio umano e ciò che trovò la lasciò di stucco per un attimo.
Sulla sua destra, erano appese delle foto di me, appena sviluppate da Davies nella sua camera oscura.
Camilla ne guardò una e mi vide legata ad una sedia, con lo sguardo totalmente assente e dentro di sé una grande rabbia aumentava.
Si voltò e avanzò. Superò una porta aperta e si ritrovò nella stanza in cui Davies mi fotografava. Vide me, sempre legata ad una sedia, e l'uomo, che non si accorse della presenza della ragazza.
Le iridi di Camilla si colorarono di rosso sangue. Scattò verso Davies e con tutta la sua forza lo scaraventò contro il muro dietro di me e l'impatto fu così forte da fargli perdere i sensi.

"Sterling" mi chiamò mentre il suo aspetto tornava normale, purtroppo però io non ero in grado di fare nulla. La guardavo, ma non sapevo neanche chi fosse quella ragazza davanti a me.
Mi scosse, ma ero come un guscio vuoto e Camilla se ne accorse, perciò ruppe le fascette che mi legavano, mi prese in braccio e scelse di salvarmi invece che vendicarsi.
Uscimmo da quella stanza e dall'intero scantinato.
Una volta all'aria aperta, Camilla mi guardò e si rese conto che ero troppo drogata perché potessi ricordare qualcosa, perciò corse con me in braccio fino alla strada principale che portava a Brightwood.
Si mise in mezzo e fece inchiodare un'auto che passava in quel momento.
Il conducente mi vide e scese per dare una mano, ma Camilla era di un altro avviso.

"Sparisci e lasciami la macchina" ordinò e così l'uomo se ne andò.
Camilla mi caricò sui sedili posteriori, dopodiché si mise alla guida e scheggiò verso l'ospedale, che non avrebbe potuto raggiungere con la sua velocità sovrannaturale.
Durante il viaggio, chiamò Damien per informarlo di ciò che era accaduto e il ragazzo, dopo aver rimproverato Camilla per aver ignorato ancora un suo ordine, mise giù e fece il passaparola con mio zio.

Passò circa un'ora da quella chiamata. Io ero in un lettino con dei medici che si prendevano cura di me, mentre fuori dalla stanza si erano radunati i miei amici e i miei familiari. C'erano i Drake, Hanna, Thomas e Luis, i miei zii e mio fratello.

"Come l'hai trovata?" chiese mio zio a Camilla, che era ancora mezza persa nei suoi pensieri. Una parte di lei voleva fare delle cose a Davies degne del peggiore dei film horror, mentre l'altra le imponeva di stare calma e di rimanere dove c'ero anch'io in modo che potesse proteggermi.

"Ho avuto fortuna. Ho visto le rovine di una villa e uno scantinato. Ho controllato e c'era lei con....quel bastardo" rispose con voce dura da cui traspariva ancora rabbia e intanto continuava a guardare la porta della stanza in cui ero.
Mio zio chiamò un paio di pattuglie alla radio affinché andassero in quel luogo, che aveva riconosciuto, ad arrestare Davies e mentre lo faceva una dottoressa uscì dalla mia stanza.

"Come sta?" chiese mia zia e la donna rassicurò tutti annuendo.

"Si riprenderà. Se volete vederla è sveglia, ma vi sconsiglio di andarci tutti insieme" rispose, ma, prima che qualcuno potesse muovere un passo, Camilla superò tutti ed entrò, chiudendosi la porta alle spalle.
Mi voltai con la testa e quando vidi la ragazza riuscii a riconoscerla. L'effetto della droga era svanito grazie a delle cure, ma la mia mente era ancora parecchio annebbiata.

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