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Lara

Dio, questo aeroporto è infinito. Ero appena decollata alle Outer banks, ma essendo sola, mi ero già persa. Avevo un pessimo senso dell'orientamento, bastava lasciarmi a duecento metri da casa, che già perdevo la via per il ritorno. JJ mi aveva detto di aspettare all'ingresso, ma non avevo la più pallida idea di dove fosse. Il volo era stato un incubo: bambini che piangevano, un vecchio pervertito che mi guardava le gambe tutto il tempo, un signore che russava...che bello viaggiare in Economy.
Avrei dovuto essere ansiosa di ritornare nella mia isola, ma in realtà avevo sviluppato una sorta di menefreghismo riguardo tutto, e onestamente non mi dispiaceva, anzi, mi rendeva questa vita di merda più facile.
Con la valigia in mano, mi voltai non appena sento qualcuno urlare il mio nome. Ed eccolo lì il biondino, vestito come un barbone, così come me.
«Lara!»
Letteralmente gli saltai addosso, per poco non cademmo. Lui era cresciuto tantissimo, era quasi due metri, mentre io ero rimasta poco più che uguale. La prima cosa che notai è che puzza di erba. Solito suo.
«Mi sei mancato scimmione»
«Piccolina sei bellissima»
Gli baciai la guancia prima che lui mi stringesse più forte. Non avevo realizzato quanto mi fosse mancato. Ovviamente in questi anni ci eravamo sentiti via telefono, ma non era la stessa cosa. Eravamo gemelli, avevamo una sorta di connessione naturale, e percepivo che anche io gli ero mancata quanto mi è mancato lui.
«Puzzi di erba» Gli feci notare facendo una smorfia con il naso.
«E tu di fumo. Non avevi smesso di fumare?»
«Si, ho smesso» Ehm...bugia.
Mi guardò come per dire "lo so che menti" ed io gli sorrisi imbarazzata.
«Almeno io non mi fumo le canne, dovresti essere fiero di me!» Gli puntai il dito sul petto e lui roteò gli occhi, liberandomi della valigia dalle mani.

La casa era rimasta identica: un divano rotto, una cucina piena di cose da lavare da almeno un mese, lattine ovunque, due camere da letto (una per papà e una per me e JJ) e un bagno minuscolo.
«A che pensi?»
Mi guardò curioso appena posai lo zaino sul pavimento.
«A quanto questa casa faccia schifo. Dannazione JJ, sono allergica alla polvere»
Non fece in tempo a rispondere che dalla porta del bagno uscì Luke, con una birra in mano e una canna nell'altra. Lo fissai per un po' non sapendo cosa dire, e lui sembrò fare lo stesso.
«Ciao papà» Rimasi fredda. Non ero affatto felice di rivederlo. Certe cose non si scordavano mai. Lui si avvicinò e appena entrò in salotto, davanti a me di qualche metro, si fermò. Puzzava di birra.
Distolsi lo sguardo dal suo non appena iniziò a squadrarmi dalla testa ai piedi.
«Sei cresciuta»
Notai la tensione di JJ affianco a me. Lo stava infastidendo.
«Tu sei sempre uguale invece»
«Menonale, menomale» Disse avvicinandosi al frigo e porgendomi la sua birra. Feci cenno di no, e lui mi rise in faccia.
«Prendi la birra, ti ci vuole dopo aver vissuto con quella pazza sclerata»
Me ne sarebbero servite due allora.
Ero entrata da cinque minuti e già volevo andarmene da qua dentro. Volevo rivedere i miei amici.
«Andiamo via?»

«Ma io non sono così amica come te con loro»
«Che stai dicendo? Sei sempre stata parte del gruppo»
Camminando verso lo Chateau, ossia la casa del migliore amico di JJ, John B, ripensai a tutti quei momenti in cui lui e anche Pope e Kiara, membri del gruppo, cercavano di integrarmi il più possibile, ma dovevo ammettere che non sono mai stata molto loquace. Andavo alle feste dei kook e dei pogues, ma stavo sempre per i fatti miei. Non avevo fatto molta amicizia, tranne che con Kiara Carrera e Sarah Cameron. Eravamo migliori amiche all'epoca, stavamo insieme tutto il giorno e spessissimo dormivo a casa di una delle due, perché Luke era sempre a casa e JJ allo Chateau.
«Non siamo mai stati uniti, ammettilo»
«Beh, si, ma lo sai che puoi stare da John B quando vuoi.»
Non ci avevo pensato a questo. Lui si riferiva al fatto che non voleva che io fossi stata troppo vicino a nostro padre, poiché la sua dipendenza da alcol e droghe negli anni sono peggiorate. Quindi avrei dovuto trovare un posto alternativo dove avrei dormito.
«Posso stare da Kiara o Sarah»
«A Figure Eight?»
Lo guardai in modo per dire che problema ci fosse in questo, a me non era mai importato di questa distinzione tra kook e pogue e lui lo sapeva benissimo.
«Lo sai come la penso»
«Non stare troppo con Sarah Cameron, però» Se c'era una cosa che mi dava fastidio, era quando qualcuno mi imponeva qualcosa. Se avessi voluto visitare Sarah tutti i giorni, lo avrei fatto. Non stava a nessuno decidere con chi devo stare, punto.
«Sarah è la sorella di Rafe, lo sai?»
«Lo so idiota»
«Non avvicinarti a lui, è un drogato psicopatico» Questo già lo sapevo.
«Di chi parli?»
«Ma mi ascolti? Di Rafe»
«Ah, pensavo stessimo parlando di te»
«Oh, grazie Lara»
«Di niente, signore»

«E quindi hai vissuto la bella vita a Miami? Patrigno ricco, attico in centro...»
«Beata lei»
«Si John più o meno si.»
Mi avevano riempita di domande a cui io ho risposto con monosillabi, o frasi brevi.
"Si...no...forse...più o meno..."
Però me li ricordavo più noiosi. In realtà sono cresciuti un sacco e non erano male come pensavo. Non erano nemmeno drogati come JJ, d'altronde.
«Lasciamola stare ora, vorrà riposare»
Disse la mia ancora di salvezza, Kiara.
Il rapporto non credo sarebbe stato come quello di una volta, prima eravamo più unite, spensierate, meno ansiose. Ora vedevo tristezza negli occhi castani di Kie...non che nei miei occhi celesti ci fosse stata felicità oltre tutto.
«Si, forse dovrei. Il volo è stato devastante»
«Lara puoi dormire qui quando vuoi, non farti nessun problema. Sei di famiglia qui»
Le parole confortanti di John B mi scaldavano il cuore, ma in realtà avrei voluto visitare un'altra persona prima.
«Grazie, ma...prima vorrei andare da Sarah. Non l'ho ancora vista»
«Oh-oh» Pope disse in modo teatrale.
«Sarah Cameron?»
«Si Kie, hai ancora il suo numero?»
Tutti mi guardarono come se fossi un'aliena. Che avevo detto di sbagliato?
«Lara ti suggerisco di cambiare argomento» JJ non eri d'aiuto.
«C'è qualcosa che non so?»
Dissi mentre prendevo una sigaretta dal pacchetto Winston in tasca, e l'accesi con un accendino che avevo trovato in aeroporto.
«Fumi? Da quando?»
«Kie, fuma da quando aveva quattordici anni» Maybank 2.0 le risponde.
«Non cambiate argomento. Voglio sapere cosa è successo con Sarah»
Feci un tiro, e mi sentii subito più rilassata. Ecco perché non avevo smesso di fumare, non riuscivo a non vivere senza quella sensazione di leggerezza. Lo sapevo che queste sembravano le parole di una drogata, ma almeno non si trattava di cocaina. Era solo una sigaretta...una della venti che fumavo al giorno.
«Non ci parliamo più da quando sei andata via» Mi confessò Kiara.
«Cosa? Perché?»
«Lunga storia»
Nessuno sembrava volermelo raccontare, e onestamente non mi andava di insistere. Me lo avrebbe raccontato lei stessa.

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Reflections - Rafe CameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora