Rafe
«Sei sicuro di non volere niente? Nemmeno un po' d'erba?»
Ero passato da Barry per finire di pagare l'ultimo pacchetto della settimana prima.
Di solito, quando andavo a pagare, poi tornavo a casa con altra roba.
Adesso, non ne sentivo il bisogno. Avevo tutto ciò che desideravo.
Ero spensierato, per una volta.
«Nah»
Dissi allacciandomi il casco alla testa e camminando verso la mia moto.
Feci un cenno di saluto a Barry e senza dire null'altro, sgommai via.
Topper e Alex mi stavano aspettando al Golden Cup, dove proprio in quel momento Lara era di servizio.
Mi aveva detto di avere il turno dalle 19 alle 23:30 e quindi proposi a quei due coglioni di andarci a bere una birra, con la scusa di controllare Lara.
Mi sembrava un'ottima idea.
Quel pub non mi piaceva per niente, soprattutto in un venerdì sera quando tutti, stanchi dalla settimana di lavoro, si sfogano sull'alcol e potrebbero aver dato fastidio alla mia bionda.
Anche se dovevo ammettere che le ronzavo sempre intorno.
Non le davo un attimo di tregua ma so che a lei non dispiaceva, anzi.
Sembrava la confortasse questa cosa.
Avere qualcuno che si preoccupasse per lei.
La capivo perfettamente. Non aveva mai avuto qualcuno che si prendesse cura di lei, quindi ha imparato a farlo da sola.
Mi sentivo di doverla proteggere, tenermela stretta.
Ma a volte sentivo proprio come se non volessi lasciarla respirare: doveva stare solo con me perché il pensiero di lei insieme ad altra gente in mia assenza mi faceva impazzire.
Questo, a lei non piaceva.
E so anche perché: proprio l'esser cresciuta da sola, la portò a sviluppare quella sua autonomia e indipendenza.
Odiava sentirsi dire cosa fare.
Ma io lo facevo comunque.
«Ah c'è Lara stasera?» Entriamo nel locale e noi tre notiamo subito la presenza raggiante di quella testa bionda.
Ha i capelli legati in una coda di cavallo alta, vestita con un jeans nero attillato con il grembiule da cameriera in vita e una maglietta a maniche corte del medesimo colore, con una scollatura a V che non lasciava spazio alla fantasia.
Era splendida.
Sorrideva servendo dei panini caldi a due donne motocicliste, per poi girarsi verso di noi dopo aver sentito la campanella della porta d'entrata.
Appena lo fece, incrociò lo sguardo con il mio e la sua reazione istintiva alla mia presenza mi fece sorridere.
Le si erano illuminati gli occhi.
Stava camminando a passo spedito tra i tavoli, per raggiungerci.
Mi abbracciò.
L'accolsi subito afferrandole la vita e baciandole la testa, appoggiandoci il mio mento.
Le accarezzai i capelli, senza che nessuno dei due dicesse qualcosa.
Non sentii più ai miei fianchi la presenza di Topper e Alex, quindi pensai che avessero già preso posto.
Lei affondò le mani nei miei capelli e unendomi meglio al suo corpo, mi venne subito duro e quindi mi allontanai guardandola negli occhi.
Se fosse stato per le mie intenzioni, mi sarei chiuso nel cazzo di bagno di sto posto di merda e l'avrei scopata adesso subito in quel momento.
Feci qualcosa che lei non si aspettò.
Mi avvicinai al suo viso, abbassandomi, e la baciai.
Unii le nostre labbra con dolcezza e poi le baciai la fronte.
Era sorpresa e sentivo addosso lo sguardo dei miei amici.
Non me ne fotteva niente.
Abbassai lo sguardo sulla sua scollatura e mi incazzai subito. Le afferrai la maglietta al punto del taglio a V e lo alzai fino a che le sue belle tette non erano più in mostra.
Lei cambiò espressione: se prima era felice ora era incazzata.
«Che fai?» Chiese stranita.
«Troppo scollato. Non ce l'hai una maglietta decente?» Chiesi arrogante.
Lei guardò il mio petto e poi abbassò lo sguardo.
Le alzai il viso dal mento, e sembrava triste.
«Piccola ti sta benissimo e sei bellissima. Però lo sai che gente di merda c'è qui, non mi fido»
Le afferrai la guancia accarezzandogliela.
«Non ti fidi di me?» Chiese dolce.
«Si che mi fido, Lara. È degli altri che non posso fidarmi»
Lei roteò gli occhi e fece un lieve sorriso quando lei baciai la fronte.
«Siediti, stronzo. Vi porto una birra»
Annuii e camminò fino al bancone, sparendo in cucina.
Andai a sedere vicino a Topper, difronte Alex.
Avevano delle facce strane.
«Sei ufficialmente l'uomo più fortunato al mondo» Disse Alex scandendo ogni singola parola.
Girai lo sguardo verso il bancone, cercandola.
«Quella ragazza è perfetta» Scattai la testa verso Alex.
«Stai zitto rincoglionito, prima che mi incazzi»
«Intendo dire...che se questa è una cosa seria, allora buon per te amico. Se non lo è, cazzo, sarà la scopata della vita con quella»
Sbattei il pugno sul tavolo, facendo rovesciare il contenitore di bustine di olio e sale.
«Figlio di puttana non ci provare»
«Alex la smetti?» Mi aiutò Topper.
Lui alzò le mani in segno di resa, con un sorriso sulle labbra.
«Giuro che ti ammazzo se la nomini un'altra volta» Dissi puntandogli un dito addosso.
«Calmati amico. Dicevo solo ciò che penso»
«E cos'è che pensi?» Lara subentra nella discussione servendo le tre birre Corona al limone, ghiacciate.
Noto dalla sua maglietta, che: o le si è scesa dinuovo, o se l'è abbassata lei di proposito.
«A quanto sei bella stasera, cara»
«Alex giuro su dio che stasera ti sparo in bocca, cazzo!»
Lara mi mise subito una mano sulla spalla, portandomi a guardarla.
«Rafe»
«Alzati sta cazzo di maglietta»
«Rafe»
«Che vuoi?»
«Possiamo parlare un attimo? Ho la pausa»
Mi stranii il suo tono di voce.
Scattai in piedi e le presi la mano.
Andammo fuori, sul retro.
Una volta lì, le presi la vita e la incollai a me.
«Che c'è?» Chiesi dolce.
Lei sospirò non guardandomi.
«Lara»
Lasciai la mano sulla sua vita per alzarle il viso dal mento.
«Che devi dirmi?» Anche se poteva essere una cosa banale, avevo una fottuta ansia perché il suo viso non mi trasmetteva tranquillità in quel momento.
«Devi accompagnarmi in un posto»
In un posto?
«Dove?»
Lei strizzò gli occhi, abbassando il capo.
«A casa di Luke»
Feci un passo indietro.
Ero incredulo.
Perché mai avrebbe voluto andare lì da lui?
«Perché?» Chiesi cercando di essere calmo nel tono.
Lei mi guardò.
«Papà mi ha scritta»
«Che ti ha detto?»
Lei si avvicinò, cercando del contatto.
«Che ha bisogno di me, ora»
Aggrottai le sopracciglia, allontanandomi di nuovo.
«E tu hai intenzione di andarci?!» Alzai la voce.
«È mio padre, Rafe. Se il tuo ti scrivesse una cosa del genere, tu correresti da lui subito»
«Non c'entra un cazzo quello che farei io. Tuo padre è un tossico»
Lei si allontanò, aveva gli occhi lucidi.
«Smettila»
«Lara, è un violento di merda! Io non ti porto in quel posto» Scossi la testa «te lo scordi»
Lei sembrava arrabbiata con me.
«Grazie Rafe. Grazie mille per la tua disponibilità e vaffanculo»
Si girò, mettendo la mano sulla maniglia della porta per rientrare dentro il locale, ma io le bloccai il polso.
Non mi resi conto di quanto glielo stessi stringendo finché lei si lamentò.
Glielo lasciai, e vidi lei massaggiarselo mentre mi guardava storto.
Non diceva niente.
Vidi solo una lacrima scorrerle sul viso, e poi la scacciò via entrando nel pub.
La lasciai andare.
«Cazzo» Dissi portandomi indietro i capelli.
Sbuffai e rientrando dentro, mi sedetti al tavolo dov'ero prima.
«Che fine avevi fatto?»
«Zitto»
Presi la birra e me la scolai in un colpo.
Cercai Lara con lo sguardo dappertutto, ma di lei, nessuna traccia.
Forse era ancora in pausa e si era chiusa da qualche parte o semplicemente era in bagno.
Chiamai una cameriera e ordinai un whisky, in attesa di vederla sbucare da qualche parte.Un'ora dopo, Topper e Alex se n'erano andati ad una festa a Figure Eight, e di Lara invece, nessuna traccia.
Mi avvicinai al barista dietro il bancone, chiesi se Lara Maybank avesse finito il turno e lui mi rispose che proprio adesso stava coprendo il suo turno, e che se n'era andata prima.
Non l'avevo vista uscire.
E se...
Nah non penso.
E poi con quale mezzo?
Aveva la bici.
«Merda»
Uscii di tutta furia da quel locale di merda.
Salii sulla moto e sgommai via.
Andai ad una velocità massima fino a casa di quel gran figlio di puttana di Luke Maybank.
Mentre l'agitazione saliva, pregavo tutti i santi che Lara non fosse davvero andata in quella casa di merda.Capitolo concluso! Commentate plss, adoro rispondervi♥️
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Reflections - Rafe Cameron
FanfictionLara Maybank, sorella gemella di JJ Maybank, è appena ritornata sull'isola delle Outer Banks dopo tre anni di assenza. Il rapporto burrascoso sia con la madre che con il padre la spinge con il tempo ad assumere un atteggiamento solitario, chiudendo...