Lara
Una nuova giornata ebbe inizio.
Quella mattina mi svegliai molto tardi, ma non accoccolata a Rafe, come mi aspettavo.
Non c'era nel letto.
Pensai fosse in bagno, ma nemmeno. Decisi di scendere giù, rischiando però che qualcuno mi vedesse.
Di certo non volevo che sapessero che avevo dormito con Rafe quella notte.
Scendendo le scale, sentii delle urla provenire da fuori.
Sentii Ward gridare in veranda, così mi recai in cucina, per ascoltare meglio.
Passando di lì, vidi Rafe, seduto ad una poltrona, che cercava di parlare a suo padre.
Non capii bene di cosa stessero discutendo.
Ma gli insulti di Ward su Rafe di certo non mi passarono inosservati.
Rischiando, mi avvicinai di più alla porta finestra.
«Cosa? Papà ma che stai dicendo?»
Quella voce tremante era di Rafe.
«Dico sul serio! Fatti le cazzo di valigie e vattene via!»
«Ma»
«Ma un cazzo! Non ne voglio figli drogati, chiaro? Va via dalla mia cazzo di vista!»
Dopo secondi di silenzio, Rafe uscì dalla veranda, passandomi davanti.
Lo seguii, prendendogli il braccio.
Lui si girò, spaventato, e quando notò che ero io mi strattonò, liberandosi dalla presa e correndo su per le scale.
Arrivammo entrambi in camera.
Chiusi la porta dietro di noi.
«Che è successo?»
Rafe mi ignorò, prendendo uno zaino da sotto il letto, e aprendolo con furia.
«Rafe, parlami»
Non mi calcolava di striscio.
Prese a raffica vestiti, e li buttò all'interno dello zaino, per poi richiuderlo.
«Aspetta! Rafe aspetta»
Lo bloccai, mettendogli le mani sul petto.
Unimmo i nostri sguardi, per la prima volta quella mattina.
«Mi spieghi per favore quello che è successo?»
Sospirò.
Aveva gli occhi gonfi.
«Ti ha alzato le mani?»
Fece no debolmente con il capo.
«Okay...uhm...è per colpa mia?»
Di nuovo, scosse la testa.
«Lara»
Sorpresa, mi alzai in punte.
«Si?»
«Vattene»
Cambiò espressione.
Ora sembrava incazzato con me.
Feci mezzo passo indietro, ricordando le sue parole della sera prima.
"Se mi vedi di nuovo in questo stato, vattene"
Ma ricordavo anche le mie dichiarazioni.
«No»
Mi scavalcò, ignorandomi.
Aprì la porta e con lo zaino in spalle scese le scale con furia.
Non potevo seguirlo in boxer, senza aver preso il mio zaino, né sigarette.
Con me avevo solo il telefono.
Ma lo feci.
Corse fuori casa, ed io con lui.
Camminò verso la sua moto.
C'era un solo casco nel cruscotto.
Si girò a guardarmi.
«Stai qua Lara, chiama Sarah, stai con Wheezie. Puoi stare in camera mia»
Scossi la testa, senza pensarci.
Lui fu confuso.
«Rafe, dimmi solo dove sei diretto»
Sembrò pensarci su.
«Credo...credo Barry»
Annuii, prendendogli il casco dalle mani, e indossandolo.
«Vengo con te»
Lui fece per aprire bocca.
«Zitto e allacciami sto coso»«Si cazzo, mi ha cacciato di casa. Sta volta credo sia definitivo»
Rafe, più parlava, più sembrava disperato.
Eravamo nella roulotte di Barry, fuori seduti sul divano.
«Country Club, hai una bella gnocca, un divano su cui dormire e una moto. Più di questo che vuoi?»
Lo sbeffeggiai al "bella gnocca".
Rafe ignorò completamente le parole di Barry.
«Rafe» Si girò subito verso di me.
«Io...devo andare»
«Dove?»
«A casa di John B»
«Perché?»
«JJ non mi vede da molto. Non sa dove ho dormito, darà di matto»
Lui annuì, incerto.
«Infatti...il tuo fratellino non vorrà mica sapere che te la fai con Rafe Cameron»
Barry scoppiò a ridere.
«Non è successo mai niente»
Dissi arrossendo.
Rafe si alzò dal pavimento.
«Ti accompagno»
Scossi il capo.
«No, JJ ti vedrà»
«E quindi?»
«Potrei prendere in prestito la tua moto. Tornerei sta sera»
«Non devi lavorare?»
«Cazzo»
Imprecai.
Me ne ero totalmente scordata.
«Tornerò verso le due, allora.»
Lui si avvicinò, negando.
«No. Prima di andare vieni qui, ti accompagno e poi ti prendo io. Fine della discussione»
Sapendo di non poter ribattere, annuii.
Lo salutai con un bacio sulla guancia e, con la sua moto, andai allo Chateau.«JJ calmati cazzo! Non sono più una bambina»
JJ stavolta, non era stato così clemente. Mi aveva urlato contro che non potevo dormire di qua e di là senza quantomeno avvertirlo con una chiamata.
Io volevo farlo, ma non sapevo che scusa inventarmi.
«Invece ti comporti proprio come una cazzo di neonata!»
«Stai esagerando»
«Dove sei stata?»
«Non sono af-»
«Dove. Cazzo. Sei. Stata. Stanotte?!»
Indietreggiai, quando mi urlò addosso da vicino.
Non perché io lo temessi, ma perché si stava avvicinando lui.
Non risposi.
Sentendo le urla, gli altri non riuscirono a rimanere impassibili.
Intervenne John B.
«Amico, calmati»
Ora JJ si girò verso di lui, puntandogli un dito contro.
«Tu! Stanne fuori»
John B si passò una mano sul viso.
«Sto solo dicendo, che urlando così, non risolvi nulla»
«John sta zitto cazzo! Io so benissimo con chi è stata stanotte»
Ci girammo entrambi verso di lui.
Pope, Sarah e Kie entrarono in quel momento in cucina.
Stavano origliando sicuramente, e sentendo che la discussione si stava rendendo interessante, decisero probabilmente che ne sarebbe valuta la pena parteciparvi.
Guardai negli occhi Sarah.
Le chiedevo aiuto con lo sguardo.
Ma in quel momento lei mi sembrava lontanissima. Il rapporto si è spezzato da quando le ho raccontato di Rafe.
«Solo che voglio che lo dica lei, perché di certo non sono stupido»
«Più o meno» Lo prese in giro Kiara.
JJ la ignorò, continuando a fissarmi, per mettermi in soggezione ma soprattutto a disagio.
«Cosa vuoi che ti dica?»
Gli occhi iniziavano a bruciare e il mento a tremare.
«Lara. Voglio la verità, cazzo»
Proprio in quel momento, mi squillò il telefono.
Al suono della musichetta, tutti tacquero.
Presi il telefono dalla tasca, lessi il nome, e lo riposi di nuovo dov'era.
Quando guardai JJ, capii subito ciò che stava per fare.
Si avvicinò in un lampo, mi fece girare, e mi sfilò il telefono dalla tasca.
«JJ!»
Spalancai gli occhi quando lo vidi leggere il nome sullo schermo.
«Lo sapevo!»
Tutti si affacciarono per vedere anche loro. Adesso tutti e cinque mi fissavano.
Andai nel panico.
«Rafe Cameron! Lo sapevo cazzo!»
Feci passi indietro, finché non sbattei contro la parete.
Kiara, inaspettatamente, uscii dalla porta di casa, sbattendola dietro di sé.
Tutti la seguimmo con lo sguardo.
Sarah le andò dietro, uscendo dalla casa anche lei.
Ora eravamo io, JJ, John B e Pope.
«Rafe Cameron?» Disse Pope guardando John B, incredulo.
JJ si avvicinò a me.
«Ti rendi conto con chi hai a che fare?»
«Sta zitto»
Mi prese per il polso.
Io strattonandomi dalla sua forte presa, mi feci male.
«Ci sei andata a letto? Ti ha forzata?»
«Smettila! Lasciami stare cazzo!»
Mi liberai dalla sua mano, massaggiandomi il polso.
Non volevo che lo sapessero. Proprio per questo cazzo di motivo.
Ma era inevitabile.
Pope spinse via JJ, e mi mise una mano sulla spalla.
«Lara, ascoltami»
Alzai lo sguardo su di lui.
«Rafe non è una brava persona. Non ti merita. È un cocainomane, senza lavoro, prepotente e viziato. Tu non c'entri nulla con questo stronzo»
Che Rafe era tutto questo, lo sapevo.
Ma c'era qualcosa che mi legava a lui.
«Ogni sua relazione non è andata a buon fine. Cheryl, la sua prima cotta, non solo era violento con lei, ma l'ha pure tradita»
Quelle parole mi fecero male.
«Poi, la trattava sempre male. Davanti agli altri faceva quasi finta di non conoscerla, screditandola. Con lei invece si sentiva dominante, facendola sentire sempre inferiore. E questo tutto in qualche mese»
Abbassai la vista sulle mie scarpe.
«Poi, si dice che un periodo sia stato con Kie»Disse abbassando la voce.
«Cosa?»
Lui fece si con la testa.
«Non eravamo ancora amici molto stretti, ma comunque appena te ne sei andata tu, hanno iniziato a vedersi. Non sappiamo nulla, perché lei non ne ha mai voluto parlare, e nega sempre tutto ogni volta»
«Perché?»
Fece spallucce.
«Lo sa solo lei»
«Inoltre, si dice in giro che sua madre l'abbia abbandonati da piccoli, e che soffrisse di patologie mentali gravi, che molto probabilmente Rafe avrebbe potuto ereditare»
Scossi subito la testa.
«Smettila»
«Io ti ho avvisata. Poi la scelta sta a te»
Pope mi abbracciò.
Poi, se ne andò.
In cucina ora c'era solo JJ.
«Lara...io non so cosa dirti»
Feci passi avanti.
«Senti, JJ, tra me e Rafe non è nulla di serio. So solo che mi sto affezionando, e per quanto possa avere mille difetti, ha un grande cuore»
Sbuffò, mettendosi le mani nei capelli.
«Non appena fa qualcosa di sbagliato, sarai il primo a saperlo te lo giuro.»
Bugia.
«Però, non mi devi impedire di vederlo perché sai meglio di tutti che con me non funziona»
Mi guardò con disapprovazione.
«Ci sei mai andata a letto?»
«JJ...»
«Lara. Rispondi. Ci sei andata a letto?»
Onestamente, non sapevo nemmeno io la risposta a quella domanda.
Era un si, ma in realtà io non mi ricordavo assolutamente niente.
Quindi era un no?
Insomma, JJ in ogni caso non era tenuto a sapere la verità.
«No»
Espirò, come se avesse trattenuto il fiato.
«Non ti nascondo il fatto che in questo momento vorrei andare a spaccargli il setto nasale e spararlo in mezzo alle gambe, cazzo»
Chiusi gli occhi.
«Gli farei anche cadere tutti i denti se lo picchiassi con gli anelli. E poi gli taglierei la lingua, porca troia»
Li riaprii e avvicinandomi, lo abbracciai.
«Non farai nulla di tutto questo. Io so quello che faccio. Non sono mamma»
Mi accarezzò i capelli.
«Si...lo so»
Si sciolse nelle mie braccia, e così feci io.
La testa mi scoppiava e il labbro ancora tremava.
Ma adesso, mi sentivo meglio.
Libera, protetta.
E all'improvviso, mi sentivo meno sola.
Ero convinta di essere sola contro il mondo.
No, non era così.
Io e JJ proviamo lo stesso dolore, ci capiamo a vicenda solo guardandoci.
Io e lui contro tutti.
Era così e lo sarebbe sempre stato.
Anche se litighiamo sempre, ed essendo gemelli abbiamo un carattere molto simile, testardi ed orgogliosi entrambi, alla fine ci ritroveremo sempre perché nelle nostre vene scorre lo stesso sangue.
Mi era mancato così tanto il mio fratellone.Stellina tattica?🥰
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Reflections - Rafe Cameron
FanfictionLara Maybank, sorella gemella di JJ Maybank, è appena ritornata sull'isola delle Outer Banks dopo tre anni di assenza. Il rapporto burrascoso sia con la madre che con il padre la spinge con il tempo ad assumere un atteggiamento solitario, chiudendo...