LaraSiamo tutti e quattro nella macchina dei genitori di Kiara.
«Ma con quale intelligenza avete fatto una cosa del genere?!»
«Kie mi scoppia la testa, non urlare»
«Non sa chi è stato, non possono fare niente»
«Invece possono eccome JJ. Siamo sospettati, potrebbero denunciare tutti e tre»
«Pope, stiamoci calmi. Sfrutterò Rafe per non far sporgere denuncia, ci proverò»
«In che senso sfrutterai?»
«JJ non in quel senso, santo Dio»
«Ora scendete dalla macchina, non voglio più vedervi» Dice Kie esausta.
Io e JJ scendiamo dall'auto, mentre Pope rimane per essere accompagnato a casa anche lui.
Appena entro in casa, cerco dei cerotti, che applico sulla fronte di JJ, lacerata dalle botte di Rafe.
«Tu ti sei fatta male?»
Faccio cenno di no, stappando il tappo di una birra.
Questa volta Rafe me l'ha pagherà grossa.
Toccami tutto ma non mio fratello, cazzo.
«Vincono sempre maledizione»
JJ sbatte il pugno sul tavolo, sedendosi su una sedia.
«Tieni, bevi» Gli offro una birra, quando sento il mio telefono vibrare in tasca.
Leggerò dopo.
«Lara, siediti»
Ogni volta che mi dice così, è perché è serio e vuole parlarmi. Niente di buono, allora.
Faccio comunque come chiede, sedendomi difronte a lui e sorseggiando una birra con una mano, e fumando una sigaretta con l'altra.
«Io e te siamo gemelli, dobbiamo essere sinceri l'uno con l'altra, okay?»
Guardo ovunque tranne che lui.
Ho capito dove vuole andare a parare.
«Quindi devi dirmi la verità. Che succede tra te e Rafe?» Mi alzo non appena lo nomina.
«Ancora con questa storia?!»
Lui fa lo stesso.
«Si cazzo»
Sbuffo e cammino verso la veranda.
«Lara, qualsiasi cosa ci sia, finiscila adesso. Non fa per te»
«Non c'è niente e anche se ci fosse, a te non deve fregare un cazzo, chiaro?»
JJ annuisce sarcasticamente
«Oh si certo, io mi faccio picchiare e tu te lo scopi. Mh mh si certo, mi sembra logico»
«Ma ti senti quando parli?»
«Tu?!»
Butto la sigaretta a terra, spegnendola col piede.
«Per me la conversazione finisce qui.»
Entro dentro casa, e mi chiudo a chiave nella camera da letto.
Ne ho abbastanza.
Di tutti.~~~
Lara
La mattina dopo la prima cosa che faccio è controllare il telefono.
Ricordo che la sera prima mi arrivarono dei messaggi, quindi apro l'app, e vedo che sono da parte di Rafe.
Mi viene voglia di bruciare il telefono, ma la curiosità mi ucciderà prima o poi, quindi, decido di leggerli.Rafe C.
-Lara
-sei ferita?
-lo so che non sei stata tuLeggo e rileggo per in migliaio di volte; non so come sentirmi, cosa provare...rabbia, tristezza, sollievo...
Alzo gli occhi sullo schermo e vedo l'orario: le otto del mattino.
Mi alzo subito e vado in cucina.
«Oh Lara sei sveglia. Noi andiamo a dare una mano a mio padre col negozio, vieni anche tu?»
«Oh si certo. Mi vesto e arrivo»
Pope dice che mi aspettano in macchina di Kie quindi mi infilo le prime cose che vedo nell'armadio: un top verde pastello, dei pantaloncini di jeans strappati e le solite converse che una volta erano bianche.
Appena salgo nell'auto, lego metà dei capelli in uno chignon. Oggi fa più caldo del solito.«Tu pulisci i gamberi, ragazzo»
«Sì signore»
«Figliolo, tu lo aiuti»
Pope e JJ si mettono a lavoro, mentre io e Kie poniamo le birre nel congelatore e prepariamo gli ordini.Dopo mezz'ora io e Kie siamo alla cassa, mentre JJ e Pope fanno altro.
«Grazie a lei buona giornata»
«Comunque eravamo due contro tre, tipica vigliaccata da kook»
Non appena rinominano l'evento di ieri, tutte le immagini mi passano per la mente.
Rafe, Kelce...
«Ah, si?»
«E Pope, come ti è venuto in mente di dargli una testata?»
«Non lo so JJ, mi avevano messo all'angolo, ho agito d'istinto»
«Hey Pope» Heyward, il padre, interrompe la conversazione irrompendo nel negozio.
«C'è qualcuno che vuole vederti»
Dietro di lui, dalla porta d'entrata, entrò Shoupe, sceriffo di Kildare.
Ci guardiamo tra di noi.
«Buonasera, agente» Dice Pope nervoso.
«Ho un mandato d'arresto Heyward per danneggiamento di beni privati»
Spalancai gli occhi.
Come è possibile?
Quegli stronzi hanno i generatori, quindi hanno le videocamere.
Perché arrestare Pope?
Nelle immagini dei video ci sono io.
Io mi sono tuffata ed io ho commesso il reato.
Non Pope.
«Che cosa?! Shoupe! Che cos'ha fatto?»
JJ mi prende il polso e mi sussurra qualcosa all'orecchio.
«Tu non sai niente, non hai fatto niente e non hai visto niente»
Dopodiché, segue Shoupe che sta portando Pope ammanettato, fuori.
Io rimango immobile, sconvolta.
Non posso.
Non posso stare zitta.
Corro fuori, e tre parole, uscite dalla bocca di JJ, mi bloccano.
«Sono stato io!»
Tutti ci giriamo verso di lui.
«Non lui»
«JJ!» Lui mi prende la mano, e me la stringe per farmi capire di stare zitta, poi me la lascia.
«Pope ha cercato di convincermi a non farlo ma ero arrabbiato perché quegli stronzi di Figure Eight mi avevano picchiato»
Tiro un colpo al braccio di JJ, ma lui rimane immobile, anzi, si avvicina a Shoupe.
«Non puoi prenderti la colpa di qualcosa che ho fatto io»
...
«Tu hai troppo da perdere»
«JJ smettila» Lo raggiungo e mi metto davanti a lui.
JJ abbassa lo sguardo verso di me, ma poi lo rialza verso Pope.
«Shoupe sto dicendo la verità»
Mi sposto, sconfitta.
Io JJ non me lo merito.
Queste sei parole mi tempestano la mente, non facendomi prestare attenzione a quello che stanno dicendo.
Ma quello che vedo è chiaro: Shoupe toglie le manette a Pope, mettendole poi a mio fratello.
«No! Shoupe aspetta»
«Lara stai tranquilla, andrà tutto bene»
La macchina parte, e con sé anche tutte le mie speranze.
Kie mi viene subito incontro, abbracciandomi.«Non so se voglio venire Kie, mio fratello è dietro le sbarre cazzo»
Mi siedo sul letto di Kie, nella sua casa a Figure Eight. Stasera, quindi a minuti, ci sarà la festa di mezza estate, a cui va praticamente tutta l'isola. Anzi, la parte ricca.
Kiara mi ha prestato un suo vestito di seta nero lungo, con lo spacco sulla coscia.
È davvero troppo per me, però ricordo che da ragazzina ammiravo le ragazze che a questa festa in particolare, vestivano benissimo e soprattutto eleganti.
Quindi, credo vada più che bene.
Di solito non mostro molto le mie curve, però questo vestito fascia alla perfezione il punto vita e onestamente non mi dispiace.
Kiara mi ha aiutata nel trucco e parrucco, con un makeup leggero ed estivo, mentre per quanto riguarda i capelli, ha fatto due piccole trecce davanti, legandole dietro.
Quando mi guardo allo specchio, non vedo più una pigra, fumatrice bigotta.
Vedo una versione diversa di me.
Non so descriverlo ma è come se vedessi la mia vera aurea.
Mi sento...accattivante, credo.
«Lara, stai benissimo, devi venire»
«Tu sei bellissima Kie» Mi sorride e mi allaccia un braccialetto al polso.
«Te lo ricordi? L'abbiamo comprato insieme e te l'eri dimenticata qui»
Guardo il bracciale, fatto con una sottile catenella argentata, adornata da un piccolo ciondolo di tartaruga, e un quadrifoglio.
«Bello come sempre»
Sentiamo la mamma di Kiara chiamarci al piano di sotto.
Onestamente non so cosa pensi di me, però ricordo che non le dispiaceva quando venivo a casa loro e giocavo con Kiara. Ci cucinava sempre le focaccine alle olive, che io amavo e amo tutt'ora.
Dopo venti minuti, arriviamo alla festa, tenuta in una grande casa a Figure Eight.
«No! Lara, niente sigarette stasera»
Stavo per metterla alla bocca, quando me la prende e la pone nella mia borsetta.
«Perché?»
«Non è galante»
La guardo come se avesse risolto uno dei sette impossibili problemi matematici al mondo, ma non ribatto.
«Come vuole lei signorina Carrera»
«Vedo Pope! Andiamo?»
L'entrata della famiglia Cameron cattura la mia attenzione.
Senza dare attenzione a Kiara, mi avvicino per vederli.
Vedo Ward e Rose, poi i figli, tra cui, lui.
Non so se Rafe mi sta guardando, ma vado verso destra della casa, per farmi seguire da lui. Dopo qualche secondo sento dei passi dietro i miei che sono rumorosi per via dei miei tacchi. E quando mi giro, vedo lui.
Appena mi assicuro che intorno a noi non c'è nessuno, mi fermo e lo osservo: è elegantissimo stasera. Non l'ho mai visto così.
Indossa un completo azzurro che gli risalta gli occhi.
Quando alzo lo sguardo sul suo viso, mi accorgo che anche lui mi sta squadrando da testa a piedi.
Rimessa la testa sulla terra, mi allontano non appena lui prova ad avvicinarsi.
Ricordando cosa ha fatto a JJ, mi torna in mente il motivo per cui sono arrabbiata.
«Lara» Faccio un passo indietro.
Gli occhi iniziano a pizzicarmi, ma spingo mentalmente la voglia di piangere, per far prevalere la rabbia.
«Hai idea di cosa mi hai fatto?»
«Ti ho salvata» Dice con convinzione.
Rimango stranita dalla sua risposta.
«Salvata? Mio fratello è stato denunciato! E la colpa è solo tua cazzo!»
«Ecco! Se non avessi convinto Topper a non denunciare te, ora ci saresti tu dietro le sbarre! Ingrata che non sei altro»
Ora, invece che retrocedere, mi avvicino a lui, che però sta immobile, e gli punto il dito contro non appena parlo.
«Tu con me hai chiuso»
Senza aggiungere nient'altro, mi giro e cammino dalla parte opposta a lui, lungo il porticato che gira per tutta la casa.
Se lui era rimasto fermo, adesso sento qualcuno correre dietro di me.
Non faccio in tempo a girarmi, che Rafe mi prende da dietro e mi avvolge il collo con la sua mano, facendomi sbattere la schiena contro il muro.
«Ora ho finito con le buone maniere, non te le meriti cazzo» Rafe mette il ginocchio tra le mie gambe, per farmi stare ferma, e stringe la mano.
Mi sento strana.
Da un lato sono così incazzata che non voglio vederlo mai più; dall'altro, però, mi piace quando è cosi dominante su di me.
La faccia infuriata di Rafe, si trasforma in confusione, quando io faccio un lieve sorriso.
Poi mi strattona, sbattendomi al muro dinuovo.
«Ti piace, non è vero?»
Non appena me lo chiede, divento seria.
E lui fa di si con la testa, sorridendo.
«Siamo uguali io e te, Lara»
Per la prima volta da quando mi ha inchiodata qui, mi ribello. Gli tiro un calcio nelle palle, liberandomi.
«Ti sbagli Rafe Cameron, io sono peggio»
Senza dire null'altro, mi volto e vado alla festa.
Prossima tappa: angolo cocktail.
STAI LEGGENDO
Reflections - Rafe Cameron
Fiksi PenggemarLara Maybank, sorella gemella di JJ Maybank, è appena ritornata sull'isola delle Outer Banks dopo tre anni di assenza. Il rapporto burrascoso sia con la madre che con il padre la spinge con il tempo ad assumere un atteggiamento solitario, chiudendo...