Lara
«Quindi praticamente Ward ha adottato John B?» Urlai incredula. Qualche giorno dopo, allo Chateau mi comunicano una notizia bella fresca di mattina.
Non so le circostanze e non voglio saperle, però.
«Mi ha preso in custodia, salvandomi da quella massa di agenti sociali che mi stanno addosso»
Io e JJ stiamo aiutando John B a fare qualche bagaglietto per portarlo alla sua nuova dimora, la tenuta Cameron, che era diventata praticamente la mia seconda casa ormai.
Anche se dormivo più spesso allo Chateau con JJ, e ora che John sarebbe stato lì, avremmo avuto più spazio per noi.
«Avrò intorno il tuo fidanzatino» Disse scompigliandomi i capelli appena piastrati, cazzo.
«John! Sono appena fatti!» JJ apre una lattina di birra, ed io feci un tiro dalla sigaretta quasi finita nella mano destra.
«A proposito, tutto apposto con quel drogato?» Disse severo il mio gemello.
Io sospirai.
«Tutto bene, JJ. Non ti preoccupare»
«Beh in ogni caso d'ora in poi John vi starà col fiato sul collo. Vero?»
Lui si girò per guardarlo, riservandogli un occhiataccia.
«Non vedo l'ora!» Sbottò con finto entusiasmo.
«Fottetevi»
Uscii fuori in veranda, e inspirando un'ultima volta dalla sigaretta, la gettai via.
Era da ieri che non sentivo Rafe.
Decisi di fargli un colpo di telefono, al quale rispose subito.
«Ehi»
«Lara»
«Che fai?»
«Sono appena uscito dalla doccia»
L'immagine di lui bagnato a petto nudo con i capelli appiccicati alla fronte mi fece venire un brivido nel ventre.
«Okay»
«Mi manchi, perché non vieni?»
Sorrisi subito.
«Ora non posso...» Dissi con tono dispiaciuto.
«Perché? Che stai facendo? Dove sei?»
Sorrisi silenziosamente.
«Sono occupata»
«Che cazzo stai facendo?»
Non riuscivo a trattenermi dalle risate.
«Sei nervoso?»
«Lara vaffanculo! Dove cazzo sei?»
«Allo Chateau idiota»
«Con chi sei?»
«Con degli amici»
«Chi»
«Dave...Alex...»
«Fottiti»
Scoppiai a ridere rumorosamente.
E lui imprecava sottovoce.
«Perché mi devi fare incazzare?»
«Perché mi diverte»
Sospirò.
«Quando vieni?»
«Tra poco»
«Pranziamo insieme?»
Sorrisi.
«Si Rafe. A dopo»
E riattaccai, portando il telefono in tasca, non riuscendo a togliere dal mio viso quel sorriso da cogliona.
Entrai in cucina, vedendo John farsi un panino e JJ una canna.
Spuntini visti in modi diversi.
«Io vado a fare un giro»
E senza aspettare la risposta di nessuno, rubai le chiavi della moto di mio fratello e sgommai via.
Arrivai a destinazione, e appena scesi, sistemai il vestito bianco con dei piccoli fiori azzurri che avevo indossato quella mattina. Entrai in casa, la quale porta era aperta e vidi subito Sarah e Wheezie sul divano in salotto. Si girarono entrambe e mi salutarono raggianti, invitandomi a sedere vicino a loro.
«Che fate?» Chiesi.
«Guardiamo Masterchef» Rispose Sarah, bevendo qualcosa dal suo bicchiere.
«Figo»
«Vuoi qualcosa da mangiare, bere?»
Scossi la testa.
«Stai cercando Rafe, non è vero?» Sarah abbassò la voce per farsi sentire solo da me ed io annuii.
«Credo sia in camera sua» Le sorrisi e senza aggiungere nulla, salii le scale.
Imprecai sottovoce appena mi resi conto di aver dimenticato allo Chateau le mie sigarette.
«Cazzo» Dissi sbuffando, e non mi resi conto che ero già difronte la porta della camera di Rafe.
Non bussai nemmeno che lui spalancò la porta, ritrovandoci così l'uno difronte all'altra.
Fermi, facevamo scorrere il nostro sguardo sull'altro.
Lui aveva una maglietta bianca e dei normali jeans larghi. I capelli erano ancora bagnati e gocciolavano sulla fronte lucida.
Lui mi stava scrutando il corpo attentamente, facendomi arrossire all'istante.
Senza nemmeno avere il tempo per rendermene conto, mi afferrò e mi spinse oltre la porta. Barcollai per la velocità e inspirai quando lui chiude la porta dietro di me avanzando, inchiodandomi a lui, facendomi così arretrare fino a che ci divide solo un soffio.
Un formicolio sulla pancia e fino al mio ventre mi fece accaldare, e il mio cuore batteva all'impazzata. Alzò una mano all'altezza della mia testa, poggiandola sulla porta.
Lo osservai: mi stava ancora guardando dall'alto in basso, in silenzio.
Il mio seno sfiorava il suo torace, tanto che era vicino.
«Non ti permettere mai più a venire qui in moto con un cazzo di vestito così corto» Disse severo.
«Però ti piace, non è vero?» Lo sfidai.
Con ancora in volto l'incazzatura, abbassò lo sguardo sulle mie labbra, che avevo leggermente colorato con un olio labbra alla pesca.
Mi passai la lingua sulle labbra.
Lui fece un verso gutturale, come se stesse trattenendo il respiro da tempo e senza nemmeno avvisare, mi afferrò il retro delle cosce, sollevandomi. Mi aggrappai a lui, sorridendo.
Lui impazzì.
Si fiondò sulle mie labbra, violentemente.
Io affondai le unghie nella carne del suo collo e lo sentii gemere nella mia bocca.
Lui abbassò le mani sul mio sedere e mi fece aggrappare meglio con le gambe.
Lo sentii.
«Cazzo» Imprecò sulle mie labbra.
Le sue labbra si avventarono di nuovo sulle mie, muovendole con esperienza e passione. Sfiorava la mia lingua con la sua, facendomi eccitare ancora di più.
Mi strinse il culo ancora, ed io in risposta gli baciai la mandibola, era profumato dalla doccia appena fatta e questo mi faceva arrossire di più.
Lui spostò le labbra sul mio collo, mordicchiandolo e stuzzicandolo, facendomi venire la pelle d'oca su tutto il corpo. Mi aggrappai più vicina a lui, che spinse il suo inguine verso di me, facendomi gemere un po' troppo ad alta voce. Infatti, appena lo feci, spalancai gli occhi, coprendomi la bocca con la mia stessa mano. Lui sorrise e me la spostò, per infilarmi la lingua in bocca.
Lui, con me addosso, indietreggiò fino a che era seduto sul letto. Mi afferrò i fianchi e mi attirò a sé con violenza.
Senza mai staccare le labbra dalle mie.
E se lo faceva, era solo per mordermele.
Premetti più vicino il mio corpo al suo, facendolo gemere dentro la mia bocca.
Lui allungò le mani alzandomi il vestito fin sopra i miei fianchi, per poi stringermi il culo con veemenza.
Imprecò qualcosa sottovoce e me lo sculacciò, facendomi strillare per la botta.
«Stronzo!»
«Lo so che ti piace» Disse sorridendo sotto i baffi.
«Fottiti» Dopodiché, mi sbatté contro il suo inguine, fino a sentire il mio clitoride ormai sensibile sul suo rigonfiamento che sembrava stesse per scoppiare nei jeans.
Non mi ero mai sentita così.
Iniziai a strusciarmi contro di lui, stuzzicandolo.
«Cazzo Lara»
Gli accarezzai il viso.
«Che c'è?» Chiesi con fare innocente.
Lui mi abbassò le bretelle del vestito, ed io lo aiutai.
«Stronza» Sorrisi, sentendo il mio battito accelerare ancora di più.
Lui si avventò di nuovo sulle mie labbra, mordendomi poi il labbro inferiore.
Io, senza farci molto caso, abbassai lo sguardo sul suo rigonfiamento, e arrossii.
Ritornai a guardarlo, mentre lui faceva scorrere le mani lungo la mia schiena, fino a che arrivò alla zip del vestito, che abbassò lentamente.
«Ringraziami per non avertelo strappato»
Senza rispondere, lo aiutai a sfilarmi il
vestito, alzandomi dalle sue gambe, per poi rimanere in biancheria intima bianca di pizzo.
«Sei bellissima»
Mi attirò a sé con una mano, mentre l'altra finii sul mio reggiseno senza coppe. Fece dei cerchi con il pollice sul mio capezzolo sinistro ormai turgido, facendomi sentire brividi lungo tutta la schiena, nonostante il caldo. Mi lasciò nel frattempo dolci baci sulle labbra, non con la violenza di prima.
Io abbassai le mani sull'orlo della sua maglietta, e in un gesto gliela tolsi.
Feci passare le dita lungo il suo petto, lucido di sudore, ma ancora profumato di talco.
Lui mi guardava come se fossi l'unica cosa al mondo che desiderasse.
Io in risposta, mi strusciai su di lui.
Im un impeto, capovolse la situazione. Mi strizzò il culo, portandomi ad essere a schiena in giù sul materasso, mentre lui salì sopra di me.
Mi spalancò le gambe, mettendocisi in mezzo con l'inguine, ed io mi ci aggrappai.Appena me lo sbatté contro, strillai.
Si avvicinò alle mie labbra, stuzzicandomele.
Poi si staccò, guardandomi negli occhi.
«Dio, Lara, mi stai facendo impazzire»
Risi e lo baciai.
Abbassai la mano sul groppo dei suoi jeans. Lui mise la sua mano sulla mia, fermandomela.
Imprecò sottovoce.
Si spostò, sfilandosi i jeans velocemente, e tornando sopra di me.
«Non penso ad altro oltre che a te, Lara. Sei un chiodo fisso nella mia fottuta testa»
Agganciai le mia gambe attorno a lui, avvicinandomelo.
«Dimmi che anche tu mi pensi» Mi ordinò.
Sbatté l'inguine contro il mio.
«Dimmelo»
«Ti penso appena mi sveglio, quando accendo una sigaretta, quando vedo il tuo nome tra le chat del telefono, quando vado a dormire e mi eccito solo immaginandoti sopra di me...»
Mi fece alzare la schiena e con un gesto della mano, mi slacciò il reggiseno.
Sorpresa, avvolsi i miei seni con un braccio.
Lui mise la sua mano su di esso.
«Non coprirti, Lara. Sei perfetta»
Mi spostò delicatamente il braccio dal petto, per poi fissarmi i capezzoli turgidi.
Senza aspettare troppo, me ne prese uno in bocca, facendomi sussultare.
«Merda» Dissi quasi urlando.
Lui mi mise una mano sulla bocca, zittendomi. Muoveva la lingua in modo circolare, impregnandomelo di saliva.
Sentii freddo sulla schiena, anche se in quella camera ci saranno stato quaranta gradi.
Mi tolse la mano dalla bocca, strizzandomi l'altro seno.
Poi, alzò lo sguardo su di me.
«Vuoi davvero farlo?»
Annuii subito, senza nemmeno aspettare che finisse di pronunciare quelle cazzo di tre parole. Lui sorrise subito.
Abbassò le mani sulle mie mutandine, e giocandoci un po', iniziò a sfilarmene.
Alternava lo sguardo tra esse e i miei occhi.
Mi salii un po' di ansia e lui dovette notarlo poiché si fermò.
«Lara, a cosa stai pensando?»
Sospirai.
«E se...» Rimasi in silenzio.
Fece salire le mani sul mio viso.
«Parla»
Lo guardai negli occhi.
«E se non ti piacerà farlo con me? Se...ti stancherai di me dopo? Come con Kiara?»
Lui aggrottò la fronte.
Si inumidì le labbra e sembrava incazzato, ma non con me, con se stesso più che altro.
«Impossibile» Disse con decisione.
«In che senso?»
«Impossibile stancarsi di te» Disse sorridendomi.
Gli occhi non so perché ma mi bruciavano.
«Ora scopami ti prego»
Lui crucciò subito il volto, sicuramente sorpreso dalle mie parole.
Si alzò un po' da me, abbassandosi i boxer. Io rimasi quasi sconvolta dalla sua lunghezza. Era perfettamente eretto e rosso in punta, con le vene grosse in superficie.
Si allungò verso il comodino, tirando fuori quello che credevo fosse un preservativo, e si posizionò sopra di me.
«La porta» Dissi, indicandola con lo sguardo.
Lui si alzò, girò la chiave nella serratura e tornò tra le mie gambe, che avvolsi attorno alla sua schiena.
Aprì con i denti il preservativo, e giuro che sarei venuta lì in quel momento solo a guardarlo.
Lo adagiò per bene e poi tornò a guardarmi.
Si avvicinò, baciandomi.
«Sei sicura, Lara?»
Annuii subito.
Abbassò le mani sulle mie mutandine visibilmente bagnate, e me le sfilò lentamente.
Mi fissò l'inguine- sempre depilato fortunatamente- e mi imbarazzai all'istante.
«Sei perfetta» Disse serio.
Il mio respiro era così accelerato che sentivo che il cuore mi sarebbe uscito fuori di bocca da un momento all'altro.
Mi avvolse un seno con la mano, e con l'altra avvicinò la sua erezione al mio inguine, facendolo strusciare sul mio clitoride bagnato e sensibile.
«Cazzo Lara dovrò trattenermi»
«Perché?» Lui sorrise subito.
«Potrei venire solo guardandoti»
«Ah»
Lui scoppiò a ridere, accarezzandomi il petto, facendomi il solletico.
Lasciò qualche altro bacio sulle mie labbra, e poi mi guardò intensamente negli occhi.
«Sarò delicato, forse farà male all'inizio ma farò piano» Affermò serio.
«Mi fido di te»
Lui si morse il labbro e strizzò gli occhi.
Lo prese nelle mani, e appoggiò la sua punta alla mia fessura.
Mi guardò in segno d'approvazione ed io annuii sorridendogli.
Non avevo paura.
Ero solo eccitata cazzo, e non riuscivo più ad aspettare. Lo volevo sentire dentro.
Lui in risposta, mi lasciò un serie di baci dal petto fino al collo e alle labbra.
E piano piano, inserì nella mia piccola fessura solo la punta.
Io aprii leggermente la bocca, nel sentire qualcosa che non avevo mai provato in vita mia.
Entrò molto lentamente e delicatamente, mentre mi baciava il viso e il collo ripetutamente.
Mentre entrava sempre di più, io strizzai gli occhi non appena era completamente dentro.
«Lara? Fa male?»
«Me lo sento nello stomaco, è normale?»
Lui sorrise, divertito.
«Se ti faccio male dimmelo subito» Disse uscendo delicatamente ed entrando di nuovo.
«Oh cazzo» Dissi gemendo.
Lui mi baciò vicino le labbra, sfiorandomele dolcemente.
«Sei così bella»
Sussurrò leccandomi le labbra.
Sentii la sua punta toccare fino in fondo, e gemetti all'istante.
Lui mi coprii la bocca con la sua mano.
«Merda Lara, ci sentiranno»
Io mi aggrappai alle sue braccia, avvicinandomi di più.
Voglio di più.
«Scusa» In risposta, mi baciò la fronte, aumentando leggermente il ritmo delle spinte.
Lo sentii grugnire ogni volta che entrava in fondo.
E senza preavviso, andò sempre più veloce, non sentendo per niente più dolore.
In realtà non aveva fatto male, solo un po' all'inizio.
«Cazzo Lara»
Io dovetti controllare i miei gemiti, perché urlare mi veniva naturale.
«Oh mio dio» Dissi sentendo un'onda di piacere dentro il mio inguine
«Ci sei quasi bimba»
Lui si mosse con un ritmo più accelerato, accompagnando il mio orgasmo.
«Oddio!»
Arrivai all'apice del piacere e alzai gli occhi al cielo. Mi aggrappai con le unghie alla sua schiena, graffiandolo.
Lui rallentò per le mie pareti sensibili, baciandomi il collo.
«Sei così stretta, cazzo»
Sentii la mia fica avvolgersi perfettamente alla sua erezione, a causa dell'orgasmo.
Risvegliata dal mio leggero stordimento, lui mi afferrò dalle braccia e capovolse la situazione.
Si mise schiena in giù, leggermente alzato sulla testiera del letto ed io mi misi a cavalcioni sopra di lui.
Mi prese dal culo, stringendomi, ed io mi afferrai al suo collo.
Fece tutto lui.
Io glielo presi in mano, puntandolo verso la mia stretta fessura bagnata.
«Sono tuo, Lara»
Alzai lo sguardo verso di lui, e poi, aiutandomi con la mano, lo feci entrare tutto dentro.
Urlai e poi dovetti coprirmi le labbra, perché era inevitabile rifarlo.
Lui dominava i miei movimenti accompagnati, tenendomi dalle natiche e muovendomi su e giù sempre più veloce.
Io ero aggrappata come una scimmia al suo torace, e giuro che sarei potuta morire adesso.
Iniziò a velocizzare, come finora non aveva fatto.
Io non riuscivo a trattenere i gemiti e la vista di lui eccitato e impregnato di sudore per me mi arrapava di più.
Io lasciavo uscire di bocca una serie di imprecazioni che cercavo di controllare, mentre lui era abbastanza silenzioso e si lasciava scappare solo qualche verso gutturale.
Mi prese da collo avvicinandomi al suo viso, e mi spinse la lingua in bocca con frenesia.
Ora le nostre lingue non danzavano come prima: era una lotta all'ultimo sangue.
Lui mi stringeva di più le natiche, lasciando qualche schiaffo ogni tanto.
Le spinte si facevano sempre più profonde e fu quando mi fece inarcare leggermente con l'addome, che lo sentii entrare fino allo stomaco.
«Oh cazzo»
Lui si quasi sedette con la schiena alla testiera del letto, e mi avvicinò a lui.
La posizione adesso era perfetta, perché lo sentivo spingere proprio nel punto in cui mi dava più piacere, e lui sembrò capirlo perché aumentò il ritmo.
Poi, all'improvviso, capovolse di nuovo la situazione, ed ora era lui sopra di me.
Con un gesto della mano mi spalancò le gambe, entrando con furia.
«Rafe!» Lui in risposta mi baciò, e con la mano destra prese un piccolo cuscino.
Mi fece alzare leggermente con il culo, e mi mise questo cuscino azzurro sotto di esso.
All'inizio non capii il motivo ma appena iniziò di nuovo con i movimenti più frenetici sentii immediatamente arrivare un nuovo orgasmo. Stava colpendo nel punto perfetto.
Entrambi i nostri respiri erano accelerati in un modo quasi inumano, ed eravamo entrambi zuppi di sudore.
Dopo avermi mordicchiato il collo, si rialza col viso, guardandomi negli occhi.
«Dimmi che sono l'unico che ti toccherà nella tua vita»
Disse ansimando.
«Sei l'unico»
Mi baciò sopra il seno.
Io sentivo di star per arrivare all'apice del piacere di nuovo, quando mi iniziarono a tremare le gambe.
Lui dovette notarlo perché aumentò la profondità delle spinte.
Proprio questo mi fece venire subito.
Lo avvicinai a me dalle braccia, e gliele strinsi fino a affondare le unghie nella sua carne.
«Rafe» Dissi sussurrando.
Strizzai gli occhi e mi vennero spasmi alle gambe incontrollabili. Serrai le cosce, allontanandolo da me, e iniziai a tremare.
Lui mi baciò la fronte più volte.
«Sei perfetta» Mi sentii il corpo pulsare costantemente, avvertendo calore sul clitoride così sensibile che faceva male.
Piano piano riaprii gli occhi, e mi accorsi che facendolo caddero delle lacrime.
Lui me le asciugò con i pollici, baciandomi ovunque dolcemente.
Poi cercò il mio sguardo.
«Va tutto bene?»
Io sorrisi, baciandogli la mandibola.
Mi accarezzò con le mani le cosce nude, invitandomi a riaprirle.
Io lo feci, dandogli di nuovo accesso.
Lui se lo prese nelle mani, strusciandolo sul mio clitoride, bagnando la sua punta del mio umore caldo.
Io strinsi i denti quando lo fece, poiché era ancora turgido e sensibile.
Lui lo capì e mi penetrò lentamente, per poi iniziare ancora con il ritmo assunto prima.
Mi agganciai a lui con le gambe, accompagnando i suoi movimenti.
«Ci sono quasi piccola»
Disse baciandomi il naso, poi la fronte, per poi finire con l'intreccio delle nostre lingue.
«Oddio Rafe» Sentii che stava per venire.
Lui si aggrappò più forte a me, dandomi baci più violenti che dolci e delicati.
«Cazzo»
Iniziò ad ansimare ancor di più e vedermi inumidire le labbra lo fece andare fuori di testa perché mi morse il labbro, e sono sicura che me l'avesse spaccato perché sentivo il sapore metallico del sangue sulle lingua.
Stranamente mi fece sentire viva e non mi dava per nulla fastidio.
Diede altre spinte veloci e poi ne diede un paio decise ma fino in fondo.
All'ultima spinta, fece quasi male per la botta forte.
Esplose dentro di me, lasciandosi scappare di bocca versi gutturali, e respiri trattenuti, mentre si accasciò completamente sopra di me, con il viso nell'incavo del mio collo.
Io lo accolsi, stringendogli le gambe attorno al suo busto, e le braccia attorno al collo, sentendolo ancora dentro.
Ogni qualvolta lo tirasse fuori, sentivo freddo.
Gli stavo accarezzando i capelli, quando sentii un'ondata di stanchezza arrivare improvvisamente.
Lui rimase incollato a peso morto su di me, senza muovere un muscolo.
E così io.
Non ero mai stata così felice, piena di vita.
Prima di cadere nelle braccia di Morfeo, mi sentii cadere una lacrima.Capitolo concluso! Commentate tutto ciò che pensate, e lasciate una stellina⭐️💛
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Reflections - Rafe Cameron
FanfictionLara Maybank, sorella gemella di JJ Maybank, è appena ritornata sull'isola delle Outer Banks dopo tre anni di assenza. Il rapporto burrascoso sia con la madre che con il padre la spinge con il tempo ad assumere un atteggiamento solitario, chiudendo...